A Roma parte il (discriminatorio) "green green pass"

A Roma parte il (discriminatorio) "green green pass"

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È partito il green pass a Roma. Quello vero, proprio green-green.
 
Sono già in via di istallazione definitiva, infatti, i varchi che impediranno da novembre l'accesso a tutti i veicoli considerati inquinanti. Tra questi gli Euro4 che avevamo comprato perché "meno inquinanti" o perché magari speravamo di poter sostenere meglio i costi dei carburanti.

Dal 2024 sarà impedita la circolazione a Roma anche degli Euro5 a gasolio, che ancora dobbiamo finire di pagare. E non parliamo poi di quei poveracci nemici del pianeta che hanno ancora un'auto vecchia o che hanno comprato un veicolo di seconda mano.

Saranno loro i prossimi negletti perseguitati contro il clima da salvare, i pezzenti che si ostinano a non correre a comprare un'auto elettrica status simbol,  (naturalmente fregandosene alla grandissima della provenienza di questa fonte di energia...).
 
La delibera del Gualtieri in salsa verde salvia (come l'impermeabile armocomatico della sua segretaria PD) stabilisce, infatti, l'estensione di aree urbane di fascia verde ad un vastissimo territorio, dove sono ubicati ospedali, uffici, servizi sociali, musei, scuole, università...
 
 
Ma non se la cavano neppure i residenti, che dovranno pagare per andare a casa loro e parcheggiare in base al loro credito green , in base cioè a quanto siano più o meno "degni" di abitare in ZTL.

Tutti gli altri residenti che non possiedono uno o più veicoli elettrici potranno andare comodamente a piedi, venderanno la loro ciofeca inquinante, o la lasceranno nel garage del cugino dello zio che abita a Dragona o in altre zone abbandonate anche dal servizio giardini o dal perimetro urbano  servito, malissimo, dalla rete dei rarissimi autobus (inquinanti).
 
I poveracci no-green saranno catalogati, discriminati, sbeffeggiati, multati e additati alla bisogna,  se oseranno chiedere di usufruire del diritto sacrosanto alla libertà di movimento.
Ancor più delle restrizioni della pandemia, dove almeno era sufficiente un'autocertificazione per spiegare che dovevi andare al lavoro, a scuola, in ospedale.
 
Il trenino da Ostia passando per Acilia e Eur passa "quando je pare"?

Cavoli loro, perché sono poveri.
 
La metropolitana chiude la sera e non potranno tornare a casa?
Pazienza , vuoldire che i locali del centro faranno a meno delle loro pizza e birra da pezzenti.
 
E chi deve andare in ospedale per una terapia continuativa?

Già piovono le telefonate al Comune di Roma , alla polizia municipale , agli ospedali , per sapere se è prevista una deroga per chi è in carico ai reparti o ai day hospital, ma non ricoverato, e non gode del contrassegno disabili.

La risposta fino ad oggi è che non sono previste deroghe, "si paghi un taxi o una autoambulanza privata..."
 
Deroghe chiedono anche i cineasti e gli operatori TV, come riporta oggi Il Messaggero, poiché con i loro vetusti furgoni non potranno più "girare", in tutti i sensi, a Roma.
 
Chiedono deroghe gli operatori turistici e i commercianti...
 
DEROGHE, attenzione , all'italiana , non il ritiro della delibera che a Roma più che a Milano non ha assolutamente possibilità di essere applicata, senza un piano serio di decentramento dei servizi e di viabilità .
 
È anche in corso una petizione online  che ha già raggiunto in pochissimo tempo 75.000 firme e si stanno svolgendo mobilitazioni davanti al Campidoglio e convegni in ogni municipio della città.
 
Ecco a cosa serve il green pass. A farti accettare le sanzioni alla Russia, i rincari assurdi dei combustibili, la guerra mondiale alle porte e a farti sentire colpevole, punendoti, del cambiamento climatico, se non ti puoi permettere un'auto green, che si alimenta non si sa come, con batterie al litio, frutto di sfruttamento minorile degli stessi africani "che vuoi salvare" e che poi non saprai come smaltire.

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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