A Versailles è nata l'Europa a più velocità

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A Versailles è nata l'Europa a più velocità

 I leader delle quattro maggiori economie dell'UE hanno dato il loro sostegno ad un'Europa a più velocità, inaugurando di fatto una nuova fase della vita dell'Unione europea  dopo Brexit, con il successo dei partiti euroscettici in aumento, e nel quadro dell' incerta strategia degli Stati Uniti in Europa.  Nessun progetto concreto è però stato annunciato dopo la riunione di Versailles.

I leader di Francia, Germania, Italia e Spagna si sono incontrati nel palazzo di Versailles per preparare il vertice UE del 25 marzo a Roma, che segna il 60° anniversario del Trattato di Roma, che ha dato via all'integrazione europea.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel, capo della potenza economica della UE, ha detto che i leader hanno bisogno di trovare il coraggio di andare avanti con l'integrazione nonostante l'opposizione da parte degli altri. In caso contrario, ad essere a rischio è il destino della UE.

 "Dobbiamo avere il coraggio di consentire ad alcuni paesi di andare avanti se non tutti vogliono partecipare. Un'Europa a diverse velocità è necessaria, altrimenti probabilmente rimarremo bloccati", ha detto la Merkel in una conferenza stampa congiunta.

"Se l'Europa rimane bloccata e non si sviluppa ulteriormente,  questo lavoro di pace può incorrere in pericolo più velocemente di quanto si possa pensare", ha aggiunto.

Il presidente francese ha sottolineato che il vertice di Roma dovrebbe servire come un riconoscimento del fatto che l'Europa non può permettersi di dare per scontate le conquiste degli ultimi 60 anni, come la pace e i diritti umani.

"Non possiamo semplicemente ricordare, insieme dobbiamo ribadire il nostro impegno per il futuro", ha detto Hollande.

Il presidente francese ha sostenuto che "l'unità non significa uniformità".

 Hollande ha ipotizzato nuove forme di cooperazione per consentire ad alcuni Stati membri di progredire rapidamente nel settore della difesa e della zona euro, l'approfondimento dell'unione economica e monetaria, l'armonizzazione della politica sociale e la politica fiscale.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy e quello italiano Paolo Gentiloni hanno appoggiato l'idea di una Europa a più velocità.  Rajoy è emerso come l'europeista più convinto del quartetto. "La mia opzione preferita è quella di puntare ad una più profonda integrazione", ha detto, sostenendo la quarta opzione nel Libro bianco della Commissione europea. Si tratta di una visione ambiziosa che richiederebbe la modifica del trattato; qualcosa che Francia e Germania non sono disposte a sostenere nel clima attuale.

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