Beati i paesi che non hanno bisogno di eroi: Neymar e il neocapitalismo egemonico

Beati i paesi che non hanno bisogno di eroi: Neymar e il neocapitalismo egemonico

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

Beato il paese che non ha bisogno di eroi, disse il Galileo di Brecht per un mondo molto diverso da quello attuale (sei decenni fa ma è come se fossero passati sei secoli); oggi il massimo che possiamo sperare e augurarci sono paesi che non abbiano bisogno di stronzi – nel significato discusso dal filosofo Aaron James in un libro, "Assholes", tradotto anche in italiano. Non fraintendetemi: di stronzi e anche di eroi ce ne saranno sempre, è fisiologico; il problema è quando vengono considerati necessari. Lo sport e in particolare il calcio, che amo (ci gioco da sempre e faccio anche un corso sulla sua storia e cultura), purtroppo sono diventati una vetrina di arroganza, lusso, smodata avidità e, caduto ogni controllo morale, imbecillità (le celebrity sono al di là del bene e del male: è la meritocrazia liberista, baby, chi vince meritava di vincere e chi perde non merita nulla e se parla di eguaglianza è solo per invidia, spiegano economisti e giornalisti).
 
Neymar (“Organizza un mega party di 5 giorni con 500 invitati in barba alle norme anti-Covid”) non è un'eccezione: i cosiddetti campioni sono tutti uomini immaturi, mai usciti dall’egocentrismo adolescenziale, colpa dei milioni fatti troppo in fretta e della venerazione di tifosi chiaramente orfani della religione e in cerca di qualcosa che li esenti dalla responsabilità di pensare e valutare; e soprattutto, quei campioni, gonfiati dai media, intenzionalmente, a convincere la gente che gli unici valori siano il successo e il denaro.
 
A proposito di venerazione, avete notato quella del “Fatto” per Ibrahimovic, la persona più presuntuosa del pianeta, mai sfiorata dal sospetto che le sue straordinarie doti fisiche siano un privilegio ricevuto da Dio o dalla natura e dunque da mettere in qualche modo al servizio degli altri e non un suo merito, quasi fosse il creatore di sé stesso? Mi ero segnato un deprimente titolo di due mesi fa (della versione online, diretta dal liberista Gomez per sfare quotidianamente quello che Travaglio cerca di costruire nella versione a stampa), quando il semidio rientrò in campo dopo essersi ammalato di coronavirus e segnò due gol: "Ibrahimovic è un totem, più forte dell’età e persino del Covid". Il mito del superuomo, che niente insegna ai comuni mortali, tanto meno comportamenti virtuosi e disciplina, se non la succube accettazione dei vincenti e dei troppo ricchi.
 
Come ho detto, di stronzi ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno; ma solo nell’età del neocapitalismo egemonico sono diventati gli unici modelli della società e in particolare dei suoi settori più fragili o manipolabili, a cominciare dai giovani. Alle multinazionali conviene e ai tanti intellettuali e politici sul loro libro paga, pure. Ma a voi? Davvero è questa l’Italia, il mondo che sognate? Che intendete lasciare ai vostri figli? Davvero vi mancano il coraggio, la lucidità, quel minimo di impegno e dignità che basterebbero per smetterla di dare retta all’oscena macchina mediatica e pubblicitaria che sta facendo regredire l’umanità verso la barbarie? Per ridurne lo strapotere? Riscoprire il piacere della resistenza contro il vuoto edonismo e bieco materialismo del pensiero unico liberista, accorgersi che siamo in tanti a sentire il puzzo di un sistema marcio e che riconoscersi e lottare insieme è gratificante a prescindere dai risultati, mi paiono degni propositi per il 2021.

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti di Francesco Erspamer  Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Se Zelensky parla di pace... di Paolo Desogus Se Zelensky parla di pace...

Se Zelensky parla di pace...

Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela di Geraldina Colotti Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela

Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica di Francesco Santoianni Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica

Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione di Antonio Di Siena Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Le principali tappe del declino italiano  di Gilberto Trombetta Le principali tappe del declino italiano

Le principali tappe del declino italiano

Cina, Arabia Saudita e futuro del dollaro di Giuseppe Masala Cina, Arabia Saudita e futuro del dollaro

Cina, Arabia Saudita e futuro del dollaro

Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina di Paolo Arigotti Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina

Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

La catastrofe si avvicina? di Michele Blanco La catastrofe si avvicina?

La catastrofe si avvicina?

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti