Dalla Calabria "infermieri made in Germania a costo zero!"

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di Leo Essen


Vicino alla Stazione di Calopezzati, affisso a un muraglione che regge il binario unico non elettrificato della ferrovia Sibari-Reggio Calabria c’era un manifesto curioso. Pubblicizzava corsi di formazione per infermieri.
Per la precisione il manifesto riportava a caratteri cubitali quanto segue: 

«INFERMIERE PROFESSIONALE 
MADE IN GERMANY. 
A COSTO ZERO!»

Poi continuava con i dettagli sul corso, in caratteri più minuti: 

«Corso di formazione professionale per infermieri GRATUITO e con RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE con durata triennale svolto nella Scuola Professionale DBZ a Remscheid (Germania). 

Corso di lingua e cultura Tedesca in loco a Cirò Marina. 
Immatricolazioni 1 Settembre 1 Marzo.

Cosiform, Agenzia accreditata alla Regione Calabria. Eccetera.» 

Ho telefonato al numero sul manifesto e un signore molto gentile mi ha detto che è tutto vero, che non si tratta di una bufala, che il corso dura 3 anni, e si tiene in Germania, presso una struttura sanitaria seria, e che, alla fine del tirocinio, verrà rilasciato un diploma di infermiere valido a tutti gli effetti di legge, valido sia in Germania sia Italia; che sarà tutto gratis, vitto e alloggio compreso; che alla fine si verrà anche pagati, con paga tedesca - mica la paga da fame che si prende in Calabria.

C’è però il problema della lingua – ha detto. Ma sua figlia è giovane. Imparerà subito, e poi organizzeremo un corso veloce di tedesco a Cirò.

Ho chiamato fingendomi interessato per mia figlia che, diplomata da due anni, non trova lavoro.

E poi - ha aggiunto - bisogna trasferirsi in Germania. Non è facile per una ragazza. Ma qui, che prospettive ci sono per un giovane? 

Cca c’è sulu pitittu e pidukki – ha continuato in lingua, quando si è accorto che sono nativo di una qualche località della Sila Greca. 

Voi della montagna sapete bene che cos’è l’emigrazione.
Ho messo giù, dicendo che mi sarei fatto vivo. 

È vero che quelli della montagna hanno avuto in eredità le destinazioni dell’emigrante - in Piemonte più che in Calabria. Ma qui non si tratta di gente della montagna che subisce il fascino della metropoli. E non si tratta nemmeno di gente della marina che sale e si arrocca, spaventata dai turchi, dalla malaria o dal Covid.

Non siamo in quel mondo tutto fuffa e chiari di luna messo in scena da Vito Teti. Mondo di stanziali   che si scervellano ogni mercoledì alle 21.30 sulla Seinsfrage e sulla relazione tra nostos, saudage, picundria e pipi e patate.  

Non siamo alla ricerca di un centro di gravità permanente. Non siamo scrittori con gli acufeni nelle campagne di Gubbio. Non siamo architetti comacini. Non schifiamo un lavoro in banca o all’INPS, perché routinari o alienanti. Non sappiamo nemmeno cosa sia «anni Sessanta e anni Settanta». Non siamo votati alle arti liberali e alla pittura metafisica o alla performance inconcludente. Non siamo impegnati con organizzazioni non governative. Non conosciamo l’uomo o i diritti dell’uomo. Non sappiamo cosa sia la critica teatrale e la terza pagina. Non siamo nipoti di dive del cinema muto. Non amiamo gli animali, ma ci viviamo insieme. Non sappiamo cosa siano le differenze, anche se ce le suchiamo tutti i giorni. Non imballiamo mausolei o reperti di archeologia industriale.

Non ci sfiora l’idea del rock e del suicidio rituale. Non siamo non-binary o gender-fluid. Non facciamo il Coast to Coast a piedi, per i sentieri monacali o le mulattiere. Non sappiamo cosa sia il rifiuto della modernità e dei suoi comfort al petrolio raffinato. Non organizziamo Gas.

Allunghiamo le mani, e afferriamo ciò che è nelle nostre possibilità. Siamo lumpen di periferia – ma la periferia non c’è più. Siamo ragazzi di vita – ma la vita non c’è più. Siamo ragazzi di strada – ma la strada non c’è più. Siamo meridionali, ma il meridione è ormai ovunque, a Calopezzati come a Remscheid.

Il corso di infermiere si terrà in una clinica psichiatrica alla Evangelischen Stiftung Tannenhof di Remscheid, vicino a Duisburg, Düsseldorf, Essen, Dormund. 

In effetti, sul sito (stiftung-tannenhof.de) si dice che la clinica sta cercando tirocinanti interessati a prendersi cura di persone con malattie mentali, e che organizza corsi di formazione per infermieri. La formazione inizia il 1 marzo o il 1 settembre di ogni anno, e si svolge nel sistema a blocchi della scuola e nell'ospedale psichiatrico. 

In verità la formazione è gestita dal DBZ – Centro di educazione diaconale Bergish Land e Scuola di Infermieristica e terapia occupazionale (sponsorizzati da Evangelical Foundation Tannenhof e dall’Agaplesion Bethesda Hospital). Le lezioni teoriche si svolgeranno in un bellissimo edificio storico, l'ex casa madre della diaconessa, nel terreno della Fondazione evangelica Tannenhof a Remscheid. 

Le lezioni teoriche saranno tele-trasmesse (magari con Zoom o Meet) in aule moderne (in Germania tutto è moderno!). Mentre in altre aule attrezzata si faranno vere e proprie simulazioni.

Infine, ci saranno laboratori speciali dove i tirocinanti saranno preparati all’esame di Stato scritto, orale e pratico.

Fatevi sotto - Eins, zwei drei. Na, es is nix dabei. Na, wenn ich eich erzähl' die G'schicht'.

Esportiamo infermieri e importiamo badanti. A dirigere il traffico enti accreditati alla Regione. Siamo bravi in Calabria, ma per adesso il saldo è negativo.

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