Dijsselbloem, perché il razzista in giacca e cravatta è più pericoloso
di Giorgio Cremaschi*
Dopo le solite condanne di circostanza è già passato in giudicato lo scandalo dei palazzi europeisti per le parole di di Joeroen Dijsselbloem. Costui è il presidente dell'Eurogruppo, cioe l'istituzione che nella UE unisce i paesi che adottano l'Euro, e in un intervista ad un grande giornale tedesco ha spiegato cosa pensi dei popoli del sud Europa.
I popoli del Nord hanno il dovere della solidarietà con quelli del mezzogiorno, ma questi ultimi non possono continuare a chiedere aiuti e spendere i soldi in alcol e donne.
Questo ha detto e pensiamo che questa sua concezione razzista lo abbia guidato quando è stato nel gruppo di comando della Troika che ha imposto i devastanti memorandum che hanno distrutto la Grecia. E che con lo stesso modo di pensare ora pretenda dall'Italia tagli di bilancio perché il terremoto non giustifica. E pensiamo che la richiesta continua di privatizzazioni, tagli allo stato sociale, distruzione di diritti abbia la stessa motivazione di fondo.
È inutile che piangiate miseria voi popoli del sud, sappiamo benissimo che i soldi che noi virtuosi del Nord vi regaliamo sono sperperati in bagordi.
Il signor Dijesselbloem è olandese, ma contrariamente a quanto si potrebbe credere non appartiene affatto al partito xenofobo di Wilders. Al contrario egli è un alto esponente della famiglia socialdemocratica europea, appartiene a quel partito laburista che nelle ultime elezioni è crollato, meritatamente, da 38 a 9 seggi. E immagino che sia proprio questa disastrosa sconfitta del suo partito che lo avrà convinto a dire ciò che ha sempre pensato, ma che nascondeva dietro i suoi inquietanti occhialini.
Così parlando a ruota libera il funzionario socialdemocratico ha rivelato il vero spirito che governa l'Unione Europea. Noi lo sapevamo già che i proclami europeisti erano tutta fuffa, dietro la quale si nascondeva la realtà delle politiche di austerità, massacro sociale, riarmo, imposte con intento coloniale in particolare ai paesi del sud del continente. Ora Dijesselbloem manifesta il suo razzismo in doppiopetto e così chiarisce cosa sia in realtà la costruzione della Unione Europea, quale spirito la animi davvero.
Noi lo sappiamo che la realtà è quella delle parole indecenti del capo dell'Euro, ma vorremmo sapere cosa ne dicono gli europeisti. Continueranno nella loro ipocrisia su un'altra Europa, o si misureranno con la reale Unione Europea che hanno di fronte, con le sue istituzioni ed il loro razzismo economico? Intanto noi diamo appuntamento alla manifestazione di Eurostop il 25 marzo a Roma. Lì risponderemo a Dijesselbloem e al potere europeo che la pensa come lui.