Due parole su Calenda (non ne servono di più)

Due parole su Calenda (non ne servono di più)

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

Sull'eclettico Calenda servono davvero poche parole: me lo ricordo, ai tempi del governo giallo verde, quando voleva farci credere di essere diventato un compagno in difesa degli operai. Me lo ricordo mentre (a mio sommesso avviso) si rendeva ridicolo nelle manifestazioni sotto il Ministero dello Sviluppo economico dicendo di voler tutelare i lavoratori di Embraco, mi faceva davvero ridere con le sue esternazioni tipo «Mi sono fidato di Whirlpool. E ho sbagliato».

Ne avete mai vista l'imitazione che ne fa Crozza? Penso che gli caschi a pennello, come quella che fa di Brunetta, che difatti Calenda vuole a tutti i costi nel suo partito. Brunetta, il ministro diffidente, quello dei tornelli, dei fannulloni, quello che recentemente ha umiliato un lavoratore che aveva la "colpa" di essere "dipendente" e non un autonomo. Brunetta il dipendente peraltro lo fa da una vita con i soldi nostri. Anche la Gelimini è ambita da Carletto nostro e andate a vedere i macelli che ha fatto nelle università italiane. I suoi perfetti compagni di viaggio.

Dicevo, mi ricordo quel buffo Calenda che faceva il Che Guevara dei poveri sotto il Mise, nonostante quel ministero lo avesse comandato fino a pochi mesi prima. È bene ricordare che è stato ministro ai tempi di Matteo Renzi, quello del Jobs Act: la riforma che ha dato il colpo di grazia alla comunità del lavoro di questo paese. Lui, Carlo Calenda riscopertosi poi guerrigliero per i diritti dei lavoratori. L'agenda Draghi che tanto auspica, peraltro, ha fatto macelleria tra i lavoratori e ne abbiamo parlato tante volte.

Ma c'è una citazione di Calenda che rappresenta in sè tutto il senso del personaggio (che dice di voler tutelare la sanità pubblica e poi si allea con la Bonino che amava le polizze private in sostituzione del sistema sanitario nazionale e voleva abolire l'art.18 già nel 1999 definendolo «vincolo disincentivante alla creazione di nuovi posti di lavoro»).

Leggetela con attenzione: «i liberaldemocratici, i liberisti ideologici, rispondevano […] con una delle più grandi cazzate che si siano sentite nella storia, cioè che non si devono salvaguardare i posti di lavoro, ma si deve salvaguardare il lavoro. La cosa sarebbe in questi termini: “caro operaio […], tu perdi il posto di lavoro, c’hai cinquant’anni, io non te lo salvo il tuo posto di lavoro però, tenendo le tasse basse si svilupperà per esempio l’economia delle app, dove tu potrai andare a lavorare”. Un operaio che fabbrica compressori va a lavorare in questa roba qua. Queste cose noi le abbiamo scritte, io le ho sostenute, e noi liberali le abbiamo scritte sui giornali per trent’anni! E poi vi chiedete perché quelli votano i sovranisti? Ma viene voglia a me di votare i sovranisti! […] E se questa roba di parlare dei fenomeni complessi - come innovazione tecnologica e globalizzazione, come se fossero interamente positivi perché non hanno mai un pezzo che deve essere gestito perché crea dei disagi – non ci passa, veniamo spazzati via. […] Io ho per trent’anni ripetuto tutte le banalità che si sono ripetute nel liberismo ideologico. […] Quando Giavazzi e Alesina scrivevano sul Corriere “non salvaguardare i posti di lavoro, ma salvaguardare il lavoro”, io dicevo “oh che ficata!”, poi […] ho capito che era una gran cacchiata» (2019).

Una storia triste, deprimente, e tuttavia utile: perché tutte le esistenze possono comunque ricoprire un ruolo ed avere una qualche utilità. Oggi Calenda è al centro di un'ipotesi di alleanza che potrebbe prevedere la "sinistra" (mi viene da ridere solo a dirlo) di Bersani e Letta e il centro(destra) di Brunetta: ecco, è utile per comprendere come tutto sia una recita, come siano tutti parte della stessa medaglia, un meschino cartello elettorale pensato per prenderci per i fondelli.

Mi pesa tanto dirlo, ma la contrapposizione destra sinistra nel nostro sistema partitico non ha più alcun senso. Oggi c'è chi è col popolo e chi è contro di esso. Punto.

Savino Balzano

Savino Balzano

Savino Balzano, nato a Cerignola nel 1987, ha studiato Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia. Autore di "Contro lo Smart Working" (Laterza, 2021) e di "Pretendi il Lavoro! L'alienazione ai tempi degli algoritmi" (GOG, 2019). Sindacalista, si occupa di diritto del lavoro, collabora con diverse riviste.

Potrebbe anche interessarti

Quando Mario Monti parla di "sacrifici".... di Fabrizio Verde Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

La macchia indelebile di Odessa di Giorgio Cremaschi La macchia indelebile di Odessa

La macchia indelebile di Odessa

L'Italia boicotta l'inaugurazione di Putin. Le parole di Tajani di Marinella Mondaini L'Italia boicotta l'inaugurazione di Putin. Le parole di Tajani

L'Italia boicotta l'inaugurazione di Putin. Le parole di Tajani

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Quando il bonus è un malus di Giuseppe Giannini Quando il bonus è un malus

Quando il bonus è un malus

La Festa dei precari e dei sottopagati di Gilberto Trombetta La Festa dei precari e dei sottopagati

La Festa dei precari e dei sottopagati

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro di Michelangelo Severgnini Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

VOLA IL COMMERCIO TRA CINA E PAESI DEI BRICS  di Andrea Puccio VOLA IL COMMERCIO TRA CINA E PAESI DEI BRICS 

VOLA IL COMMERCIO TRA CINA E PAESI DEI BRICS 

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani! di Paolo Arigotti Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA di Michele Blanco TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA

TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti