La tradizione nazista dell'Ucraina golpista

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La tradizione nazista dell'Ucraina golpista


di Fabrizio Poggi


Corsa ai fasti del Terzo Reich nel paese più europeista, più democratico, più liberale del vecchio continente, nella terra chiamata a costituire il “vallo europeo” a difesa dall'aggressione russa. Il sindaco di Kiev, l'ex delfino della Germania (odierna) Vitalij Kli?kò ha inaugurato a Babij Jar, nell'area della capitale ucraina, il monumento alla poetessa Olena Teliga, posto all'incrocio tra via Teliga e via Juvenalij Melnikov, uno dei primi rivoluzionari socialdemocratici ucraini, nel XIX secolo. Nei piani dell'amministrazione comunale via Juvenalij Melnikov verrà presto intitolata a Andrej Melnikov, uno dei leader dell'OUN, l'esercito filonazista che collaborò con le SS nella seconda guerra mondiale e che, secondo le autorità golpiste dell'Ucraina attuale, rappresentò un esercito “di liberazione” dalla “occupazione sovietica”.

Ma, intanto, il monumento alla poetessa Teliga costituisce l'omaggio a una “rappresentante del movimento di liberazione ucraino”, come ha detto Kli?kò.

Olena Teliga, durante l'occupazione nazista, dalle colonne del giornale “Ukrainskoe slovo”, esortava a farla finita senza pietà con comunisti, “giudei” e altri ”nemici del Reich”, per la creazione di uno “stato ucraino indipendente”, che fosse “il più fedele alleato dell'impero germanico”.

Il fatto che il Reich non avesse alcuna intenzione di dar vita a uno stato ucraino indipendente e fucilasse poi l'intera redazione del giornale, è stato preso a pretesto dagli odierni “liberatori” golpisti per l'inaugurazione di tale monumento nell'area in cui i nazisti e i loro collaboratori di OUN-UPA fucilarono alcune decine di migliaia (diverse fonti parlano di oltre centocinquantamila) di comunisti e ebrei ucraini, prigionieri di guerra sovietici, rom. “Non c'è né ci sarà mai alcun internazionalismo” scriveva Olena Teliga, “si può servire una qualsiasi nazione, o una estranea, moscovita, oppure la propria, l'Ucraina”.

E già nel 1937, di fronte alla comunità studentesca ucraina di Varsavia, con vero “afflato” poetico: “Amare la propria causa sopra ogni cosa, guardare a essa come alla propria vita – questa grande verità è stata compresa da quelle nazioni che crescono e si rafforzano sotto i nostri occhi: Italia e Germania; “Forza attraverso la gioia”, si chiama così una delle organizzazioni giovanili della nuova Germania”. Firmato Olena Teliga.

 

Non volendo esser da meno dell'ex pugile prestato da Berlino alla “politica”, il presidente ucraino Petro Porošenko si è invece paragonato direttamente al generale zarista finlandese Gustav Mannerheim, sottolinenando come l'ex dittatore fascista sia oggi “molto popolare” in Ucraina.

In un'intervista al giornale finlandese Helsingin Sanomat, Petro ha paragonato l'azione terroristica che sta operando da quasi tre anni contro il Donbass, alla cosiddetta “guerra d'inverno” del 1939-1940 tra Finlandia e Unione Sovietica. Ha ribadito il concetto pochi giorni dopo, paragonando la sua guerra contro il sudest del proprio paese a quella dei Baltici contro “l'aggressione di Mosca” nel 1944, in cui le SS estoni, lituane e lettoni “difesero” quei paesi combattendo fianco a fianco con gli hitleriani, sterminando russi, bielorussi, ebrei e partigiani dei loro stessi paesi.

A Helsinki, nota Jurij Gorodnenko su Svobodnaja Pressa, hanno preferito sorvolare sulla “popolarità” di Mannerheim, senza ricordare come, già nel 1973, il governo finlandese avesse riconosciuto come criminali le azioni compiute dal maresciallo nel 1918 contro i socialdemocratici finlandesi; senza parlare delle stragi di civili russi, donne e bambini, nell'occupazione della regione di Vyborg, durante la guerra civile contro la giovane Repubblica sovietica. Il “padre della nazione finnica”, cui si paragona oggi il “garante della costituzione ucraina”, fu condannato già a Helsinki nel 1946 per l'aggressione contro l'Urss a fianco delle truppe hitleriane e per le stragi di cittadini sovietici, compreso l'affamamento degli abitanti di Leningrado.

 

Teliga e Mannerheim: accanto ai Bandera, ai Šukhevi?, alle divisioni SS “Galizia” e “Nachtigall”, sono questi, oggi, gli eroi dell'Ucraina golpista. Pronta per l'ingresso nella UE.

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