L’alleanza degli autocrati Kagame (Ruanda) e Talon (Benin): un pericolo per il Benin e l'Africa occidentale

L’alleanza degli autocrati Kagame (Ruanda) e Talon (Benin): un pericolo per il Benin e l'Africa occidentale

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


Da La Flamme


Dal 4 al 16 aprile 2023, il presidente ruandese Paul Kagame ha visitato il Benin. Durante la conferenza stampa del 15 aprile tra i due presidenti, il beninese Talon ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La cooperazione militare fra i nostri due paesi è totale e pu arrivare, in caso di necessità, a dispiegamenti congiunti. Ma so che tra non molto la situazione nel nord del nostro paese sarà totalmente sotto controllo, così che non avremmo bisogno di arrivare a questo punto". In effetti, da quando i terroristi imperversano nel nord del Benin, Patrice Talon ha fatto appello all'esercito francese; e gli attacchi sono aumentati. Ora si annuncia un possiile arrivo di truppe ruandesi. Patrice Talon vuole davvero combattere contro i terroristi o le sue intenzioni sono altre? La domanda sorge spontanea. Sappiamo che il 31 luglio 2022 Emanuel Macron è stato in Benin per discutere, tra le altre cose, delle difficoltà dell'esercito francese appena cacciato dal Mali e che il popolo beninese non vuole vedere in casa propria.

Un mese dopo la visita di Macron, il giornale Africa Intelligence, erede de La Lettre du Continent, scriveva, nel settembre 2022: "A Parigi, i securocrati beninesi negoziano un piano di sostegno militare". Nello stesso mese, lo stesso giornale scriveva: "Presto, soldati ruandesi di stanza nel nord del Benin". Come si può notare, questa tempistica non è una coincidenza. Infatti, percependo l'ostilità del popolo beninese alla presenza di truppe francesi sul suo territorio, l'imperialismo sta passando attraverso l'esercito ruandese per entrare da una porta secondaria. Non per niente lo stesso giornale francese rivela che durante il suo ultimo soggiorno a Parigi, Patrice Talon ha incontrato Nicolas Sarkozy, l'assassino di Gheddafi e grande amico di Paul Kagame.

L'arrivo delle truppe ruandesi sarebbe un'umiliazione per il nostro popolo e soprattutto per il suo esercito. Come possiamo pensare che un esercito straniero possa venire a combattere gruppi terroristici che si mescolano alla popolazione per commettere i loro crimini? D'altra parte, l'esercito ruandese lavora al servizio delle potenze imperialiste per raggiungere i loro obiettivi. Ha destabilizzato l'est della Repubblica Democratica del Congo per saccheggiarne le ricchezze. In collusione con gruppi monopolistici, il Ruanda saccheggia coltan, cobalto e diamanti, che esporta attraverso banche create per facilitare queste transazioni illecite.

Ciò significa che il panafricanismo di cui parla Patrice Talon è un panafricanismo scadente al servizio delle potenze imperialiste. Dal suo arrivo al potere in Ruanda, Paul Kagame ha instaurato in quel paese un implacabile potere dittatoriale autocratico che imprigiona, manda in esilio e uccide tutti coloro che gli si oppongono. Quasi tutti i suoi compagni di viaggio fin dall'inizio sono in prigione, assassinati o in esilio. Anche all'estero, il potere di Kagame non esita a inviare scagnozzi per eliminarli fisicamente. Così lui e il suo clan hanno preso in ostaggio i ruandesi e il Ruanda per quasi 30 anni.

Questo è l'esempio che Patrice Talon vuole dare ai beninesi. Appena eletto nel 2016, Patrice Talon ha compiuto la sua prima visita presidenziale proprio in Ruanda, contrariamente alle nostre usanze diplomatiche che vogliono che la Nigeria sia il primo paese visitato. In Benin, da tempo, si sospettava la presenza di soldati ruandesi presso la presidenza della Repubblica. Con questa decisione di portare l'esercito ruandese in Benin, Patrice Talon sta umiliando il nostro esercito ed esponendo il nostro popolo e i popoli vicini a gravi pericoli. Dall'arrivo di Kagame, l'esercito ruandese è diventato un esercito di destabilizzazione dei popoli dei Grandi laghi.

Nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), più di 8 milioni di persone sono morte a causa delle azioni dell'esercito ruandese e dei suoi padroni. Durante il suo intervento a Cotonou, Paul Kagame ha avuto la faccia tosta di dire che sta combattendo nella Rdc per recuperare i territori appartenenti al Ruanda, cercando così di giustificare le varie aggressioni in cui sono coinvolte le sue truppe. Questo è l'uomo che Patrice Talon sta portando in Africa occidentale per seminare discordia tra il Benin e i Paesi vicini.

Ripetiamo che tutto lascia pensare che ci sia un accordo segreto tra il Benin e la Francia, con il Ruanda come facilitatore, per continuare in un'altra forma i dispiegamenti militari francesi rifiutati dalla maggioranza dei popoli africani. È facile intuire che si tratta della creazione di un'impresa militare sub-regionale sotto il patrocinio della Francia che, a lungo termine, potrebbe permettere al Benin di assumere la leadership nella lotta al terrorismo in Africa occidentale. In realtà, l'arrivo dell'esercito ruandese in Benin non farebbe altro che completare un piano politico-militare in Benin. La prospettiva, vista l'esperienza di Kagame in Ruanda, è quella di perpetuarsi al potere dopo il 2026.

Lo scenario prevederebbe diversi round. Primo, collocare ruandesi in posizioni strategiche come e mansioni relative allo stato civile così da facilitare brogli nelle elezioni generali del 2026. Secondo, collocare l'esercito ruandese in una buona posizione in caso di minaccia contro il regime, non in realtà contro un aggressore esterno, ma contro il popolo beninese considerato come un "nemico interno". Già nel maggio 2019 si vociferava che fossero stati i soldati ruandesi a sparare sulla folla a Cadjèhoun. Ma Patrice Talon deve sapere che il Benin non è il Ruanda e che i complotti tra Kagame e lui contro il nostro popolo e i popoli dell'Africa occidentale sono destinati a fallire.

(Trauzione di Marinella Correggia)

Quando Mario Monti parla di "sacrifici".... di Fabrizio Verde Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington? di Giacomo Gabellini Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

La dittatura del pensiero liberal di Giuseppe Giannini La dittatura del pensiero liberal

La dittatura del pensiero liberal

Toti e quei reati "a fin di bene" di Antonio Di Siena Toti e quei reati "a fin di bene"

Toti e quei reati "a fin di bene"

Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?) di Gilberto Trombetta Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?)

Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?)

Gli ultimi dati del commercio estero cinese di Pasquale Cicalese Gli ultimi dati del commercio estero cinese

Gli ultimi dati del commercio estero cinese

Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario di Andrea Puccio Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario

Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici? di Paolo Arigotti La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici?

La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici?

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti