L’esodo di massa dall’Ucraina alla Russia: 80.000 a settimana preferiscono Putin all’Europa

27171
L’esodo di massa dall’Ucraina alla Russia: 80.000 a settimana preferiscono Putin all’Europa


di Eugenio Cipolla
 

Ci sono due numeri che, al netto della propaganda occidentale su quanto sia brutta, sporca e cattiva la Russia per gli ucraini, parlano chiaro. Il primo è 1,1 milioni e sono i cittadini ucraini che dall’inizio della guerra in Donbass hanno lasciato la regione dell’est Ucraina per rifugiarsi in territorio russo. Il dato è fresco fresco ed è stato reso noto la settimana scorsa durante una seduta del Consiglio russo per le relazioni interetniche da Aslambek Paskachev, capo della Ong “Congresso dei popoli del Caucaso”. Paskachev ha aggiunto che sono più di 4 mila i ragazzi proveniente da famiglie di rifugiati accolti nelle scuole e nelle università del paese. Numeri importanti che non a caso sono stati attenzionati dal governo di Mosca attraverso un decreto firmato nel mese di maggio da Vladimir Putin, dove si prevedevano procedura semplificate e meno burocratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno in favore dei rifugiati ucraini in Russia. “Per loro la Russia è stata, è e sarà sempre una seconda patria”, aveva detto Dmitri Medvedev in quell’occasione, commentando il provvedimento fortemente voluto da Putin.

 

Dunque, sul piano dell’accoglienza la Russia ha fatto la sua parte e questo evidentemente è stato molto apprezzato da quella fetta di popolazione ucraina che non ritiene ancora Putin e la Russia due nemici da combattere fino alla morte. A dimostrarlo ci sono altri numeri, forniti stavolta dall’organizzazione internazionale Human Rights Action (HRA), la quale in un rapporto ha avvertito le autorità di Kiev sul rischio serio di un’esplosione sociale nei prossimi anni. Nell’ultimo decennio infatti la popolazione ucraina è diminuita da 48 a 42 milioni di unità e più di tre milioni di persone hanno lasciato il paese per la Russia. Fatto riconosciuto anche dal premier ucraino, Volodymyr Groisman, in una delle recenti sessioni di governo e che sta preoccupando e non poco le autorità di Kiev, perché sta privando di fatto il paese di molta manodopera agricola. Così, se il trend continuerà su questa strada, molto presto l’Ucraina si troverà senza persone in grado di coltivare la terra (l’Ucraina è considerata il granaio d’Europa e solo questo può far immaginare quale danno economico avrà il paese nel caso in cui si continuerà con questo spopolamento).

 

Recentemente il ministero degli Interni russo ha osservato un forte aumento dei flussi migratori dall’Ucraina. La media di coloro che arriva si attesta sulle 80-85mila cittadini ucraini alla settimana e non si tratta solo di ex residenti del Donbass fuggiti dalla guerra, ma di ucraini provenienti da ogni parte del paese, anche da quella occidentale, la più antirussa e nazionalista. “Gli esperti ucraini - ha scritto il giornale russo KP - stanno provando a sostenere che si tratti di un fenomeno stagionale, dovuto al raccolto delle patate che viene effettuato in questo periodo”. Tuttavia ci sono molti fattori che fanno pensare il contrario.

 

La crisi economica perdurante ha peggiorato le condizioni di vita degli ucraini, i quali ora sono alla ricerca di un lavoro stabile e di un futuro migliore. Così il flusso migratorio sta portando gli ucraini verso la Russia e non verso l’Europa come si potrebbe pensare. Questa per una moltitudine di motivi. Il primo è che attuamente l’Europa deve fare i conti con l’immigrazione proveniente dal Medio Oriente e dall’Africa. E’ quindi un mercato saturo, dove l’offerta di lavoratori supera la domanda. Peraltro le procedure per arrivare in Europa per i cittadini ucraini sono ancora legati all’ottenimento di un visto, cosa che al contrario per andare in Russia non serve. “Hanno sempre trovato spazio nel mercato del lavoro russo”, ha detto Yuri Moskovski, presidente del Consiglio per gli Affari nazionale del governo di Mosca. “Il nostro compito è riceverli e aiutarli ad adattarsi, perché la migrazione dall’Ucraina continuerà a crescere”.

 

Per comprendere a pieno la portata del fenomeno, basti pensare che subito dopo la sua uscita dall’Unione Sovietica in Ucraina abitavano 50 milioni di persone, 8 in più rispetto a quelli attuali e in 25 anni si tratta di numeri importanti. Se il governo di Kiev non interverrà presto e con misure adeguate, il numero della popolazione potrebbe presto scendere di altre 4 milioni di unità nel giro di pochissimi anni, arrivando a toccare la soglia dei 38 anni. Ancora qualcosina e si arriverà alla piena applicazione delle teorie di Stepan Bandera, che auspicava uno stato ucraino con una popolazione non superiore alle 20 milioni di persone.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

 Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street di Giuseppe Masala  Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La deriva di un continente in guerra di Giuseppe Giannini La deriva di un continente in guerra

La deriva di un continente in guerra

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania di Antonio Di Siena Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi di Michelangelo Severgnini Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti