"Mi presento: in rete c'e' chi mi chiama troll di Putin"
Ma come si fa ad identificare un troll di Putin? Grazie all’Unione Europea che lo ha finanziato, MYTHBUSTERS illumina la strada con i suoi mitici video, ad esempio “How to deal with pro-Kremlin trolls in 4 steps” che sintetizza in una manciata di minuti la sterminata biblioteca prodotta dallo Strategic Communication Centre of Excellence della NATO.
Tutti volumi sul come neutralizzare la propaganda di Mosca, tra i quali spiccano autentici monumenti alla Paranoia - quali "The Weaponization of Social Media" di Thomas Nissen, "Russophobia in the Kremlin’s strategy a weapon of Mass Destruction" di J. Darczewska e P. ?ochowski, "The Kremlin Playbook. Understanding Russian Influence in Central and Eastern Europe" di H.Conley, J.Mina, R.Stefanov, M.Vladimirov, “Internet Trolling as a Tool of Hybrid Warfare: the Case of Latvia”.... – che farebbero arrossire persino il Dottor Stranamore.
Ma torniamo alla domanda di partenza.
In sintesi, secondo la NATO, un troll di Putin lo si identifica su Internet per quattro caratteristiche: 1) innumerevoli post e commenti su “presunte colpe dei governanti occidentali, ma mai su quelle di Putin”; 2) post e commenti più lunghi di quattro righe inseriti in tutti gli account Facebook che gli capitano a tiro; 3) post e commenti, spesso fuori contesto; 4) post e commenti caratterizzati da un tono aggressivo e da errori di sintassi. Forte di tanta sapienza, ho scandagliato la Rete scoprendo che, queste caratteristiche selezionavano tutti i miei, sfessati, contatti Facebook. Demoralizzato - dopo una inutile immersione in un altro Centro acchiappa-troll della NATO – per rinfrancarmi mi sono rivolto, all’inequivocabile Gruppo Facebook “La tana dell’Orso”, curato da Giulia Badmaeva Zanette, che accoglie con questo video:
Allora, Giulia. Parliamo delle fake-news diffuse dai media in Russia.
Quelle contro Putin?
Come sarebbe a dire “quelle contro Putin”?
In Italia, come in altri paesi europei, la Russia è immaginata come un paese dominato da una ferrea dittatura e da una onnipotente censura. Così non è. Facciamo l’esempio di Echo Moskvy (Eco di Mosca), una radio con una media giornaliera di 1 milione di ascoltatori. Ebbene, in un sondaggio condotto da Ekho Moskvy tra i suoi ascoltatori, il 55% ha risposto Si alla domanda "Si può paragonare la Russia all'ISIS?", mentre il 75% ritiene fondate le accuse di attacchi informatici mosse da Washington nei confronti di Mosca. Eppure, la radio é ancora lì, e non é sola. Ci sono anche l'emittente televisiva "Dozhd'", Radio Svoboda (Radio Free Europe), il sito "Kommersant", e via dicendo.
Come ti è venuto in mente di occuparti delle fake-news contro la Russia?
Sono friulana. Nel 2010, dopo la laurea alla Scuola interpreti di Trieste, ho fatto volontariato in un orfanotrofio di Ulan-Ude, capitale della Buriazia (in Siberia). Lì, nel 2012, mi sono sposata con Vladimir Badmaev, storico, politologo e, sopratutto, giornalista. È stato lui ad insegnarmi come identificare le menzogne dei mass media e, spesso, anche degli storici come il cosiddetto Holomodor. Nel 2014, ci siamo trasferiti in Italia dove cerco di fare controinformazione sopratutto con video su internet.
Insomma, una “troll di Putin”
Mi é capitato più volte di essere definita "troll" o "agente di Putin", sopratutto dai nazionalisti ucraini, per il mio impegno a favore delle popolazioni del Donbass. Personalmente, pur ammirando le scelte di politica estera di Mosca, non sono una fan di Putin, ma credo che al momento non ci siano altri politici in grado di governare un Paese così grande e complesso come la Russia.
Francesco Santoianni