Posizione finanziaria netta estera: la truffa ai danni dei lavoratori grazie al Jobs Act

Posizione finanziaria netta estera: la truffa ai danni dei lavoratori grazie al Jobs Act

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Ve lo ricordate Renzi? Ve lo ricordate Letta? Ve li ricordate i governi Monti, Renzi, Letta? Vi ricordate il Jobs Act che ha abolito l'articolo 18?
 
Che effetti macroeconomici hanno avuto in questi anni, politiche economiche continuate dagli altri governi, tranne, per certe misure, il primo governo Conte?
 
Ce lo dice ieri l'economista Marcello Minenna su Il sole 24 ore circa la posizione finanziaria netta estera, positiva, per 132 miliardi (record italiano) a fine dicembre 2021, ultimo dato disponibile.
 
Ecco i dati: la posizione finanziaria netta estera passa a partire dal 2014 da un deficit di 409 miliardi a surplus, grazie a surplus delle partite correnti, a notevole surplus commerciale, +437 miliardi in 8 anni cumulati.
 
Gli investimenti finanziari esteri di imprese e famiglie hanno avuto un saldo netto di 835 miliardi, le banche hanno chiesto meno denaro all'estero grazie al risparmio italiano. In tutto questo i salari stavano al palo. E c'è chi ha dubbi su quanto ho scritto a proposito del dumping salariale. Questi i numeri, si chiama macroeconomia, basta leggere. Il giudizio lo lascio a voi.


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In un altro articolo de Il sole 24 ore on line, l'autore, che ha lavorato alla Banca d'Italia e alla Bce, dunque un ferreo monetarista, scrive questo:   "Perché i salari devono crescere senza innescare una spirale con i prezzi. Esiste effettivamente un margine per un recupero “strutturale” dei salari italiani, a patto che con ciò si intenda un innalzamento del livello, mantenendo poi la crescita in linea con quella degli altri Paesi europei".

Si chiama Ignazio Angeloni e riconosce che ci sono margini di aumento di salari. Ciò è dovuto alla crescita nel settore industriale, a partire dalla Riforma Jobs Act, della produttività del lavoro italiano, in un contesto però di plsuvalore assoluto (allungamento della giornata lavorativa, intensificazione dei ritmi produttivi). Oltre a ciò i margini, come scrivo da anni, sono dettati da un differenziale inflazionistico positivo per l'Italia da almeno 5 anni rispetto alla Germania che ha fatto sì che la "competitività" del settore industriale, grazie alla deflazione salariale, aumentasse. Chi studia questi fenomeni li sa, Confindustria e triplice fanno finta di non sapere e vogliono solo l'intervento del pubblico (come al solito, pagato dai contribuenti, perlopiù lavoratori e pensionati, come risulta dalle entrate tributarie) che sostenga i salari, nel mentre la rendita finanziaria, spostata all'estero, raggiunge 2500 miliardi. Non me la raccontassero gli imprenditori di Confindustria, non mi faccio fregare perché conosco questo fenomeno a partire dal 2015.

Pasquale Cicalese

Pasquale Cicalese

 

Economista. Ha aperto un canale telegram: pianocontromercato
 
 

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