Stefania Ascari (deputata M5S): "Le testimonianze che ho raccolto nei campi profughi palestinesi in Giordania"

Stefania Ascari (deputata M5S): "Le testimonianze che ho raccolto nei campi profughi palestinesi in Giordania"

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Vi riportiamo alcune testimonianze della deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook di ritorno da alcuni campi profughi palestinesi in Giordania (e raccolte in un video)


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Pochi giorni fa sono stata in Giordania dove ho visitato alcuni campi profughi palestinesi.
In Giordania ci sono più di 2 milioni di rifugiati palestinesi, privi di pieni diritti in quanto ospiti e disillusi dalla promessa mancata del ritorno in patria.
L’uomo che è accanto a me in questa foto vive nel campo profughi giordano chiamato “Gaza” dal 1967, ma la sua storia inizia in Cisgiordania, vicino Hebron.
Lì nacque e visse fino al 1948 quando con la sua famiglia fu costretto a scappare e a trovare rifugio nella Striscia di Gaza.
Nel 1967, dopo l’occupazione di Gaza da parte di Israele, la sua famiglia, come migliaia di altri palestinesi, dovette abbandonare anche la Striscia per trasferirsi nel campo profughi in Giordania.
Senza una casa, senza una patria, in costante fuga verso un luogo sicuro.
I suoi figli, come molti nati dopo il 1967, non sono mai stati in Palestina ma sentono l’appartenenza verso quella terra promessa e rivendicano il proprio diritto al ritorno.
Il popolo palestinese è il più dimenticato del pianeta e la sua storia non inizia il 7 ottobre.
È una storia che troppo a lungo è stata taciuta e che merita di essere raccontata interamente.

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Vi riporto qui di seguito una testimonianza che ho raccolto nei campi profughi palestinesi in Giordania.
Nelle parole di quest'uomo c'è tutto il dolore di un popolo dimenticato, massacrato, disumanizzato e disperatamente legato alla propria Terra.
"Non c'è più vita a Gaza, tutti i valichi sono chiusi, non c'è nulla che possa riportare Gaza alla normalità.
Oggi a Gaza ci sono 2 milioni e 300 mila persone che aspettano la morte, ogni persona a Gaza aspetta il momento della sua morte.
Ogni luogo a Gaza è distrutto, non c'è vita a Gaza, tutta Gaza è in rovina, tutta Gaza è malata, Gaza ha bisogno di cure.
Non c'è niente che possa riportare la vita a Gaza, Gaza è diventata un luogo invivibile.
Oggi le persone muoiono sotto le macerie delle loro case.
Le tende sono diventate luoghi di distruzione, la gente muore nelle tende.
Israele non ha lasciato nessun posto sicuro a Gaza, parlano di prendere precauzioni, ma al contrario, Israele cerca di sterminare il maggior numero possibile di abitanti di Gaza, cerca di espellere la popolazione di Gaza in ogni modo, cerca di distruggerli e sterminarli.
Vogliono cancellare il nome della questione palestinese, il nome della Palestina e il nome di Gaza.
Hanno cercato di espellere gli abitanti di Gaza verso altri paesi, ma il popolo di Gaza resiste.
Non credo ci sia nulla su cui gli abitanti di Gaza possano contare.
Tutti guardano la TV, i giornali e internet, ma nessuno fa nulla, tutti lasciano Gaza da sola.
Gaza è sola, Gaza è sola, Gaza è sola.
Non c'è nessun soccorritore per Gaza.
Dal 1948 siamo stati occupati e oggi l'occupazione non lascia nessun posto intatto né a Gaza né in Cisgiordania.
A Gaza, dal 2005, viviamo sotto assedio totale.
Questo significa che per 18 anni Gaza ha vissuto sotto assedio totale, senza elettricità, acqua o servizi essenziali.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, cosa hanno fatto? La Corte Penale Internazionale ha annunciato qualcosa? Hanno chiesto dei prigionieri?
Ci sono 120 ostaggi israeliani e circa 15.000 prigionieri palestinesi. 15.000 prigionieri palestinesi prima della guerra.
Oggi i palestinesi vengono espulsi ovunque, anche in Cisgiordania, vengono uccisi a Jenin, in tutta la Cisgiordania, a Nablus, a Ramallah, in tutte le zone della Palestina.
La Moschea di Al-Aqsa, simbolo sacro per i musulmani, viene assalita ogni giorno.
Gaza è l'unico posto dove il suo popolo combatte mentre il mondo guarda.
Ciò che accade in Ucraina è diverso da ciò che accade a Gaza? Tutto il mondo sostiene l'Ucraina, ma Gaza è occupata oggi?
Dove sono gli occhi del mondo su ciò che accade a Gaza? Dove è l'ordine mondiale?
Il sangue palestinese è considerato lecito? La persona palestinese non ha valore? Come è stato detto, sono animali umani?
Gaza avrà bisogno di cento anni per tornare com'era prima del 7 ottobre."

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In Giordania ho visitato alcuni pazienti oncologici palestinesi, tra cui anche molti bambini.
Queste sono alcune delle drammatiche storie che ho raccolto:
"Io sono Youssef Hani Abed, un paziente oncologico di Gaza che vive nella zona centrale del campo profughi di Al-Maghazi.
Ci stavamo curando all'ospedale Rantisi, che è stato bombardato. Prima del 7 ottobre, il nostro trattamento è stato sospeso. All'inizio del mese siamo andati in Egitto per ricevere cure. Prima di partire, hanno bombardato la casa dei nostri vicini, smembrando i bambini, le teste erano tagliate. Abbiamo camminato sui resti umani, una cosa insopportabile. Quando stavamo per partire, una grande lastra di vetro mi è caduta addosso, ferendomi. Mio cugino è stato colpito alla testa. Prima di partire, hanno bombardato la rotatoria, ma siamo stati protetti per miracolo. Il giorno dopo il bombardamento siamo andati in Egitto, dove siamo rimasti per un breve periodo. Poi siamo andati in Giordania per continuare le cure."
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" lo sono Mohammed Ashour di Gaza. Sono un malato di cancro e mi stavo curando all'ospedale Rantisi a Al-Nasr. || 7 ottobre, il primo giorno della guerra, sono stato ferito di notte.
Hanno bombardato la casa accanto alla nostra alle 11 di notte.
A causa del bombardamento, siamo dovuti scendere a casa di mio zio al piano inferiore. Il giorno dopo siamo andati a Deir al-Balah, che è nella zona centrale. Il terzo giorno siamo tornati a Gaza a casa nostra e siamo rimasti li per cinque o sei giorni. Poi, c'è stato un bombardamento vicino a casa nostra, dove ci sono stati cinquanta martiri. Non riuscivamo ad andare in ospedale per via dei bombardamenti, quindi siamo andati a casa dello zio di mio padre, che era vicino a noi, per evitare di essere feriti. La scena era terribile, c'era molto rumore, la gente urlava, i bambini piangevano, e le donne erano per strada in lacrime. Anche il cugino di mio padre è stato ferito mentre cercava di aiutare le persone.
Il 13 ottobre hanno bombardato di nuovo la casa accanto a noi, così siamo dovuti scappare a Deir al-Balah. Le condizioni lì erano molto difficili. Era molto difficile andare a fare il pane, dovevamo camminare molto lontano per farlo. Anche procurarsi acqua, cibo e bevande era molto difficile.
Molte persone non potevano permettersi queste cose e non riuscivano a procurarsele. Alcune persone avevano bambini piccoli nati durante la guerra e non riuscivano a procurare loro latte e altre cose necessarie per la loro sopravvivenza."



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