Sulle ragioni "liberal" della guerra...

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Tra le cose più mi terrorizza di questa fase storica c'è il fatto che le élites liberal che negli ultimi dieci, quindici anni hanno portato avanti le battaglie etiche e per i diritti civili, fatto propri gli ideali ecologisti, imposto protocolli per il rispetto di tutte le minoranze, elogiato la meritocrazia, sostenuto il pluralismo culturale, stigmatizzato le fake news, osteggiato e messi su uno stesso piano novax, neo e post fascisti, sovranisti, rosso bruni, estremisti di sinistra, terrappiattisti, trumpisti... disprezzato la religione, guardato con sospetto le aree poco scolarizzate del paese, denigrato i non laureati, gli "analfabeti funzionali" e, per converso, ammirato i comportamenti urbani, le tendenze provenienti dalle grandi capitali europee o nordamericane, dato credito agli influencer giovani, belli, ricchi e di successo (da Fedez e Ferragni ai Maneskin); ebbene queste stesse élites italiane che hanno spesso sostenuto partiti come il PD, Italia viva, Azione o una delle tante manifestazioni del Partito Radicale, che hanno avuto come modello Matteo Renzi o Carlo Calenda o Emma Bonino, o che ancora hanno tra i propri giornali di riferimento la Repubblica sono oggi le stesse che difendono in maniera più accanita le ragioni della guerra, spesso anche a detrimento di una meditazione sui processi storici che hanno generato il conflitto, e con in pugno la bandiera della Nato.
 
Queste stesse élites oggi sostengono la lotta del bene contro il male, dell'Occidente contro l'imperialismo russo, di Putin - uomo malato, nevrotico, pazzo, dal passato difficile, sovietico nel sangue... - contro la democrazia, contro "i nostri valori".
 
C'è qualcosa che non va, mi riferisco all'uso degli ideali o modelli di progresso (talvolta anche condivisibilissimi) per ragioni a dir poco reazionarie e irrazionali.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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