Unesco. Quello che dichiaravano i "trumpiani" Renzi e Fiano un anno fa...

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Unesco. Quello che dichiaravano i "trumpiani" Renzi e Fiano un anno fa...


di Francesco Erspamer*



È di poche ore fa la notizia che gli Stati Uniti usciranno dell'UNESCO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, con la scusa che si tratta di un'istituzione che critica Israele. Immagino che Renzi, che un anno fa attaccò duramente l'UNESCO per lo stesso motivo, sia contento (copio sotto nei commenti anche il tweet "Alluncinante voto #Unesco" del fedelissimo Emanuele Fiano, relatore sia della legge che considera reato il saluto romano e il collezionismo di oggetti del fascismo, sia della legge truffa elettorale che sta passando a colpi di fiducia alla Camera).
 


D'altronde educazione, scienza e cultura sono discipline che ai liberisti alla Renzi e alla Trump non fregano assolutamente niente: come disse uno di loro, italiano, con la cultura non si mangia; quanto alla scienza, o serve a produrre in brevissimo tempo nuovi gadget tecnologici e creme per fingere di non invecchiare, oppure è inutile; e l'educazione, si sa, è meglio lasciarla ai privati, come in America (è il modello dichiarato di Renzi). 

Ma tutto questo è logico ed era prevedibile; il neocapitalismo è coerente e non nasconde i suoi obiettivi: deregulation morale e culturale, omogeneizzazione globale, deumanizzazione della società a vantaggio delle tecnologie e di un consumismo compulsivo.

Ciò che colpisce e fa male è il collaborazionismo della sinistra, quella che un tempo promuoveva cultura, scienza ed educazione (furono fra i punti di forza del PCI) e da qualche decennio promuove solo multiculturalismo da supermercato e banalità mediatiche.

Proprio oggi, 12 ottobre, i suoi intellettuali, negli Stati Uniti e anche in Europa, sono per lo più impegnati in un'operazione di revisionismo storico che facendo di Cristoforo Colombo il capro espiatorio di secoli di imperialismo occidentale li assolve da ogni responsabilità presente. Molto più facile abbattere una statua del generale Lee che il logo della Apple o di Facebook, molto più comodo fare girotondi o scrivere libri contro Thomas Jefferson che prendersela con i padroni del mondo e rischiare di perdere qualche finanziamento o di non essere più invitati ai talk show di moda.


*Professore all'Harvard University. Post Facebook del 12 ottobre 2017

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