Venezuela, concessi i domiciliari al golpista Lopez. Perché il mainstream italiano tace?
Evidentemente la concessione degli arresti domiciliari a Lopez sottrae un argomento fondamentale ai media per costruire l’immagine dello spietato regime venezuelano guidato dal tiranno Maduro
di Fabrizio Verde
Il dirigente dell’estrema destra venezuelana Leopoldo Lopez, incarcerato perché ritenuto responsabile delle morti avvenute in occasione delle proteste violente scatenate nel 2014 che causano la morte di 43 venezuelani innocenti, ha ottenuto gli arresti domiciliari. La detenzione alternativa è stata disposta dal Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Boliviariana del Venezuela (TSJ) per problemi di salute del detenuto.
La Camera Penale del Tribunale Supremo attraverso un comunicato ha reso noto che «in virtù delle informazioni ricevute circa lo stato di salute» del golpista Lopez, ha ritenuto «in base al diritto di concedere una misura umanitaria a Lopez».
La notizia è stata accolta con giubilo dall’opposizione venezuelana. Da quegli stessi dirigenti che fino a ieri ritenevano illegittimo il potere giudiziario, ritenuto assoggettato al governo. Adesso invece che con questa decisione ha mostrato libertà d’azione e autonomia torna a essere, come se nulla fosse mai accaduto, un organo legittimo del potere statale. Cose che accadono nella ‘dittatura’ venezuelana.
Un ‘regime’ decisamente sui generis che permette a detenuti come Lopez di inviare videomessaggi dal carcere, o gli concede arresti domiciliari nonostante i gravi capi d’imputazione e le responsabilità di 43 morti che ricade interamente sulla sue spalle.
Nei democratici Stati Uniti - per citare un esempio a caso - si trova recluso dal 1976 dopo un processo farsa viziato da manipolazioni e irregolarità, lo scrittore e poeta Leonard Peltier, dirigente dell’America Indian Movement. Detenuto in un carcere di massima sicurezza, ridotto quasi alla cecità, Leonard Peltier ormai attende solo il sopraggiungere della morte. Ancora una volta dobbiamo amaramente evidenziare la doppia morale dell'occidente, con i suoi media in prima fila, pronto a strumentalizzare vicende giudiziarie per destabilizzare stati sovrani e governi legittimi come nel caso appena descritto del golpista venezuelano Leopoldo Lopez.
Il mainstream italiano finora non ha ritenuto interessante informare i propri lettori di quanto avvenuto a Caracas. Mentre nei mesi scorsi ha condotto una martellante campagna mediatica volta a dipingere Lopez come un prigioniero politico imprigionato senza alcuna valida motivazione, vittima di soprusi e torture. Così come ha seguito passo dopo passo quello che potremmo definire il ‘Lilian Tintori world tour’. Ossia il girovagare per il mondo della moglie di Lopez per perorare la causa del marito ingiustamente recluso nelle carceri venezuelane. Secondo la versione mistificatoria dell’opposizione golpista venezuelana e rilanciata acriticamente dal circuito mediatico mainstream.
Evidentemente la concessione degli arresti domiciliari a Lopez sottrae un argomento fondamentale ai media per costruire l’immagine dello spietato regime venezuelano guidato dal tiranno Maduro. Smentisce clamorosamente la loro versione e conferma la volontà del governo venezuelano di dialogare con l’opposizione, nonostante questa abbia invece ha scelto il cammino del golpismo e della violenza terrorista.
Infine, bisogna ricordare che il fondatore del partito Voluntad Popular è stato giudicato responsabile di crimini quali l'incendio doloso (art. 343 del Codice Penale), l'istigazione alla violenza (art. 285 del Codice Penale), danneggiamenti alla proprietà pubblica (art. 83, 473 e 474 del Codice Penale), e associazione a delinquere (art. 37 del Codice Penale), con l'aggravante di aver infranto la Legge Organica contro il Crimine Organizzato e il Finanziamento al Terrorismo, in occasione delle violente proteste da lui capeggiate nell'anno 2014, quando con la destabilizzazione delle piazze l'opposizione cercò di provocare il rovesciamento del legittimo Presidente Maduro. Il piano era denominato 'La Salida'.
'Protesta' cruenta caratterizzata dalle cosiddette guarimbas: barricate composte da chiodi e fil di ferro che causarono lo sgozzamento di diverse persone innocenti. Tragico il bilancio: 43 morti e 878 feriti.
D'altronde che il leader della destra estrema non sia propriamente qualificabile come pacifista o sincero democratico, è fatto assai noto. Basti ricordare che nel 2002, allorquando il Comandante Hugo Chávez fu temporaneamente deposto attraverso un colpo di stato, López coadiuvato da Henrique Capriles Radonski - governatore dello stato Miranda e capo del partito Primero Justicia - fu filmato mentre assaltava l'Ambasciata cubana sequestrando i diplomatici con le loro famiglie.
Infine, sono stati più volte denunciati e provati i collegamenti di López e dei suoi più stretti collaboratori con i gli ambienti più reazionari degli Stati Uniti che provvedono anche a fornire lauti finanziamenti al partito Voluntad Popular. Secondo cablo resi noti da Wikileaks, l'agenzia Usaid veicola ingenti somme di denaro al partito di estrema destra venezuelano, che vengono utilizzate per ingaggiare manovalanza proveniente dalle fila della criminalità organizzata.