Venezuela: nell'ultimo anno aumenti salariali del 664%

Gli aumenti salariali - che incidono sul reddito di oltre 13 milioni di lavoratori del paese - sono parte di della politica implementata dal governo nazionale per proteggere la classe operaia e dare piena attuazione alla Costituzione Bolivariana

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Venezuela: nell'ultimo anno aumenti salariali del 664%

 

L'aumento salariale del 40% decretato domenica 31 dicembre dal presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, rappresenta un incremento cumulativo del 664%, rispetto agli aumenti del salario minimo legale dei lavoratori a partire da gennaio 2017. Ha evidenziato Il capo dello Stato attraverso il proprio account Twitter.

 

A gennaio 2017, il presidente ha decretato un aumento del 50% per fissare il salario minimo a 40.638 bolivares (Bs), a partire dal 1° del mese di riferimento. Il bonus per l’alimentazione fu fissato a 63.720 bolivares, quindi il reddito mensile totale era di Bs. 104.358.

 

Con il nuovo aumento del 40%, con effetto dal 1° gennaio 2018, il salario minimo è passato da 177.507 a 248,510.4 Bolivar, mentre il calcolo per il bonus alimentazione fissato a 61 UT. Pertanto il salario minimo integrale ha raggiunto il valore di 797.510,4 bolivares al mese.

 

Dunque, negli ultimi 12 mesi, il reddito mensile minimo percepito dai lavoratori ha registrato un aumento di 693.152,4 bolivar (664%).

 

Con questa misura, la Rivoluzione Bolivariana ha totalizzato sin dal 1999, un totale di 42 aumenti salariali minimi, di cui 20 nel periodo di carica del presidente Maduro.

 

Questa realtà contrasta con i nove aumenti concessi durante gli ultimi 17 anni dei governi della Quarta Repubblica, la maggior parte dei quali ben al di sotto dei tassi inflazionistici del tempo.

 

Nonostante la caduta del prezzo del petrolio - la principale fonte di reddito della nazione -, l’embargo finanziario internazionale, l'attacco alla valuta e le attività speculative, il leader nazionale si è concentrato sulla difesa del potere d'acquisto delle famiglie venezuelane

 

Gli aumenti salariali - che incidono sul reddito di oltre 13 milioni di lavoratori del paese - sono parte di della politica implementata dal governo nazionale per proteggere la classe operaia e dare piena attuazione alla Costituzione Bolivariana, che all'articolo 91 afferma: "Lo Stato garantirà ai lavoratori del settore pubblico e privato un salario minimo di sussistenza che sarà adeguato ogni anno, prendendo come riferimento il ??costo del paniere di base. La legge stabilirà la forma e la procedura".

 

A chi crede che gli aumenti salariali decisi dal governo bolivariano comportino nuovi aumenti del tasso di inflazione, rimandiamo alla lettura dell’illuminante articolo dell’economista Alfredo Serrano Mancilla - Manuale di stupidaggini sull’inflazione in Venezuela - che sul punto chiarisce: “Sarà vero che l’incremento salariale causa inflazione come afferma il manuale di stupidaggini del neoliberismo? Assolutamente falso. Ancora meno nel caso venezuelano. Gli aumenti salariali decisi dalla Rivoluzione Bolivariana in quest’ultimo periodo di tempo sono andati dietro ai prezzi. Hanno rincorso l’inflazione per non causare una perdita del potere d’acquisto. Questa spirale ha una determinata sequenza: prima, l’incremento dei prezzi, successivamente, gli aumenti salariali. Affermare il contrario è assolutamente falso; sarebbe ingiusto colpevolizzare il lavoratore per l’aumento dei prezzi. Implicita è l’intenzione di applicare la ricetta neoliberista: riduzione dei salari per abbassare la domanda, e quindi, controllare l’inflazione”. 

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