Venezuela, una sconfitta che evidenzia mancanza di credibilità per l'opposizione

L'analisi del decano dei giornalisti venezuelani Jose Vicente Rangel

17110
Venezuela, una sconfitta che evidenzia mancanza di credibilità per l'opposizione

 

In merito alle recenti elezioni regionali in Venezuela, dove il chavismo ha ottenuto una netta vittoria sulle forze di opposizione, abbiamo ascoltato le solite analisi propalate dai fake media italici ogni qualvolta il risultato non risulta essere in linea con la visione distorta del paese imposta all’opinione pubblica. Dunque, viene proposta una narrazione mistificatoria dove il risultato delle elezioni sarebbe frutto di brogli. Una versione a cui sembra non credere l’opposizione venezuelana stessa, visto che la maggioranza dei suoi dirigenti ha accettato il verdetto delle urne. 

 

In realtà, come spiega Jose Vicente Rangel, decano dei giornalisti venezuelani, la sconfitta delle forze di opposizione risiederebbe nella sua dipendenza dagli alleati stranieri, si veda Stati Uniti d’America, e nella carenza di un chiaro messaggio alla popolazione fondato su una seria proposta di governo alternativa alle politiche attuali. 

 

Questo è quanto spiegato dall’esperto giornalista venezuelano nell’ambito del programma ‘Jose Vicente Hoy’, trasmesso sulle frequenze di Televen (emittente vicina alle opposizioni), che ha inoltre fatto notare come la campagna elettorale dell’opposizione sia stata poco chiara e carente di proposte e mobilitazioni pubbliche. Mentre il Partito Socialista Unito del Venezuela ha organizzato migliaia di manifestazioni e atti pubblici in tutto il paese. 

 

«I candidati dell’opposizione praticamente non hanno fatto campagna elettorale, così come i dirigenti non hanno organizzato mobilitazioni. Notevole è stata la differenza - spiega Rangel - con gli innumerevoli eventi pubblici ai quali hanno preso parte i candidati del PSUV ed i dirigenti nazionali del partito e del Gran polo Patriottico». 

 

In ultima analisi, Rangel ha osservato che l’abitudine della destra a non riconoscere i risultati delle elezioni quando viene sconfitta causa confusione e conflitti all’interno del proprio elettorato. Così come un’incoerente strategia che oscilla perennemente tra gli appelli al voto per un cambiamento politico e l’incitazione alla violenza antidemocratica e golpista.  

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Ventotene e dintorni di Alessandro Mariani Ventotene e dintorni

Ventotene e dintorni

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Fu Bergoglio il primo a censurare L’Urlo di Michelangelo Severgnini Fu Bergoglio il primo a censurare L’Urlo

Fu Bergoglio il primo a censurare L’Urlo

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'inutile alleanza di Michele Blanco L'inutile alleanza

L'inutile alleanza

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti