La Germania voleva un “taglio drastico” sui depositi bancari a Cipro
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La Germania voleva un “taglio drastico” sui depositi bancari ed “alcuni quartieri europei” volevano la distruzione di Cipro come centro finanziario. A dichiararlo ieri, come testimone di una commissione di inchiesta creata nel paese, l'ex ministro delle finanze Michalis Sarris, che ha sottolineato come Nicosia non avesse nessuna alternativa dopo l'Eurogruppo di marzo e tutti gli sforzi per salvaguardare i depositi non assicurati si sono rilevati vani.
Il primo accordo di marzo è stato poi rigettato dal Parlamento dopo un weekend di enormi tensioni nel paese e si è arrivati ad un nuovo memorandum che ha visto il fallimento della seconda banca del paese Laiki e la sua fusione con Bank of Cyprus. Prima del voto di marzo, riporta Sarris, gli ufficiali della Commissione e del Fmi hanno minacciato direttamente il governo, suggerendo come un voto negativo avrebbe alzato la tassa sui depositi non assicurati dal 9,9% al 15,6% per i depositi superiori ad i 100 mila euro. “L'illegalità è stata la loro”, ha dichiarato Sarris secondo il resoconto che fornisce oggi Cyprus Mail.
Al primo Eurogruppo in cui si è discussa la possibilità del salvataggio, conclude Sarris, la delegazione cipriota ha sostenuto come tassare i risparmi delle persone equivaleva ad un furto di proprietà, diritto tutelato dalla costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti umani. La risposta dei futuri creditori internazionali: “le costituzioni sono approvate e possono essere modificate”.