Letta: "Sono un grande tifoso di Van Rompuy e di Barroso"
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In un'intervista concessa ad El Pais, Gazeta Wyborcza, Le Monde, Suddeutsche Zeitung, The Guardian e la Stampa, il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta ha invitato i filo-europeisti ad abbandonare la "timidezza", altrimenti quelli che definisce i "populismi" potrebbero "azzoppare" il Parlamento europeo nelle prossime elezioni.
La scommessa di fondo secondo Letta è quella di passare dalla austerità alla crescita. Dopo tre e anni mezzi di tagli suicidi ed un folle circolo vizioso che ha gettato il continente nella depressione, deflazione e disoccupazione di massa, ora "la scommessa" può essere rovinata secondo Letta da non precisati "populisti" o partiti euroscettici - categoria all'interno della quale il premier inserisce realtà agli antipodi come Syriza in Grecia e l'estrema destra austriaca del Partito della Libertà (Fpoe) di Heinz-Christian Strache - che "rischiano" di entrare in modo massiccio nel Parlamento europeo.
Dopo aver ricordato di "essere un grande tifoso di Van Rompuy e di Barroso, due personalità che stanno facendo bene, che hanno dimostrato una grande conoscenza delle istituzioni europee", Letta conclude che urge una grande battaglia europeista: l’Europa dei popoli contro l’Europa dei populismi. Quella stessa Europa dei popoli che ha voluto, per l'ennesima volta, l'ingresso nella zona euro di un nuovo membro, la Lettonia, senza considerare che la popolazione, in maniera molto chiara, si fosse schierata contro quest'ipotesi.
Non può esserci, infine, vittoria più grande per i partiti scettici dell'attuale architettura istituzionale dell'Ue, se Bruxelles ha davvero scelto Enrico Letta come il paladino delle sue politiche - portate avanti dai partiti liberal conservatori e socialisti in esperimenti ormai di fusione consolidati - ed il fiore all'occhiello della campagna per le elezioni del prossimo maggio.
Non può esserci, infine, vittoria più grande per i partiti scettici dell'attuale architettura istituzionale dell'Ue, se Bruxelles ha davvero scelto Enrico Letta come il paladino delle sue politiche - portate avanti dai partiti liberal conservatori e socialisti in esperimenti ormai di fusione consolidati - ed il fiore all'occhiello della campagna per le elezioni del prossimo maggio.