"Draghi affitti un elicottero e sparga i 300 miliardi direttamente sull’eurozona". W. Munchau
Non la Bce ma direttamente la Commissione inizi a finanziare gli Stati: è l'ultima possibilità di sopravvivenza per l'Unione
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Nel suo ultimo articolo per lo Spiegel Online, Wolfgang Munchau scrive come per porre fine alla crisi della zona euro l'ultima idea - paventata recentemente dal neo presidente della Commissione Juncker e derisa come “giochi mentali” da parte del Ministero delle finanze tedesco - è quella di sfruttare il raggio d’azione finanziario residuo del fondo di salvataggio ESM, ed inviare il denaro alla Banca europea per gli investimenti, la quale lo darà in prestito alle piccole e medie imprese.
Questa idea, scrive Munchau, è in contrasto con i Trattati vigenti e ha l’ulteriore svantaggio di non funzionare. Prima di tutto, non sarebbe meglio chiedersi qual’è il problema che vogliamo davvero risolvere? Si tratta veramente di un problema di liquidità? Non credo proprio, scrive il Columnist. La Banca Centrale Europea emette costantemente nuovi programmi di liquidità per il settore bancario. E cosa succede? Le banche non vogliono i soldi e preferiscono ripagare velocemente i vecchi prestiti. Se la liquidità non è il problema, che senso ha un programma di prestiti? Le aziende non vogliono prestiti, vogliono nuovi ordini.
La ragione per la continua stagnazione economica nell’eurozona è una mancanza di domanda aggregata, non la scarsità di denaro. Dal momento che la politica monetaria ha in gran parte esaurito le sue risorse, l’unica cosa che può ancora funzionare in questa situazione, un coordinamento in grande stile di politica monetaria e fiscale. Invece di armeggiare con programmi di credito, Juncker dovrebbe cercare di dare il denaro direttamente alla gente.
Juncker otrebbe, prosegue Munchau, ad esempio firmare un assegno per 300 miliardi di euro, e venderlo alla BCE. Se la BCE facesse un cosa del genere con uno Stato membro, allora si tratterebbe di finanziamento monetario statale. Lo Stato emette obbligazioni, la Banca Centrale le acquista, ma tutto ciò sarebbe illegale, ovviamente. Ma l’Unione Europea non è uno Stato, come la Corte Costituzionale Tedesca ci ha confermato in diverse sentenze. E se l’Unione Europea non è uno Stato, allora possiamo smetterla di parlare di finanziamenti statali segreti. Ci troviamo quasi in un vuoto legale.
Come abbiamo visto dagli Stati Uniti, prosegue il Columnist, una grande economia domestica moderna come l’eurozona ha bisogno che il governo non si comporti solo come arbitro, ma soprattutto come un giocatore di riserva. Questo entra in campo quando c’è un’emergenza. Ora ci troviamo proprio in un momento del genere. Gli Stati membri non hanno alcun margine di manovra finanziario e la politica di bilancio nazionale non si lascia coordinare dall’esterno. Inoltre, la BCE non è in grado di ridurre ulteriormente i tassi di interesse. Solo l’Unione Europea ha ancora spazio. E la BCE ha i soldi.
Se ci si rifiuta, allora rimane solo il metodo più radicale in assoluto, quel metodo che l’economista americano Milton Friedman ha messo a punto negli anni sessanta dello scorso decennio: Mario Draghi affitti un elicottero e sparga i 300 miliardi direttamente sull’eurozona.