R. Correa: "La globalizzazione neo-liberale non mira a creare una società globale ma solo mercati planetari"
"L'opulenza insultante di pochi e la povertà intollerabile di molti sono proiettili quotidiani contro la dignità umana"
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Il presidente della Repubblica dell'Ecuador, Rafael Correa, è intervenuto all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite otto anni dopo l'ultimo discorso. Secondo il leader della revolucion ciudadana il superamento della povertà è il maggiore imperativo morale per la comunità internazionale nel ventunesimo secolo.
"L'opulenza insultante di pochi e la povertà intollerabile di molti sono proiettili quotidiani contro la dignità umana. La pace senza la giustizia è solo pacificazione", ha proseguito.
Il presidente Correa ha poi ricordato che milioni di persone in America Latina che vivono in povertà "si aspettano che la giustizia, la libertà e la democrazia reale non si riduca solo a tenere periodicamente le elezioni".
Per la prima volta nella storia dell'umanità "la povertà non è il risultato di una scarsità di risorse o di fattori naturali ma di sistemi sleali e di esclusione, il risultato di strutture di potere corrotti."
Correa ha criticato fortemente l'assenza della libera mobilità umana all'ordine del giorno per l'agenda dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite 2015-2030. Secondo il presidente, si tratta di un «paradosso immorale che, da un lato, la libera circolazione delle merci e dei capitali in cerca di massima redditività è promossa, ma d'altra parte, la libera circolazione delle persone in cerca di un lavoro dignitoso è punito."
“La globalizzazione neoliberista non cerca di creare una società globale, ma solo mercati planetari”, ha concluso il presidente.