Venezuela, i punti chiave dell'omicidio di Hugo Chávez
L'avvocato, giornalista e analista Eva Golinger è tornata a parlare del possibile assasinio del presidente venezuelano Hugo Chávez, in un'intervista rilasciata alla rivista Counterpunch. Un tema molto rilevante in una fase dove tutti i governi socialisti e progressiti in America Latina sono sotto attacco. Venezuela e Brasile sono gli esempi più lampanti.
Probabile assassinio di Chávez
«Credo vi sia una forte possibilità che il presidente Hugo Chávez sia stato assassinato», questa l'opinione di Eva Golinger che per oltre 10 anni è stata tra i consiglieri del Comandante. «Ci sono stati molti tentativi di uccidere Chávez – continua l'analista – il più noto è quello dell'11 di aprile del 2002, il colpo di stato, dove fu sequestrato e sarebbe stato ucciso se il popolo venezuelano non si fosse ribellato. Io stessa trovai delle prove incontrovertibili servendomi della Legge sull'accesso alle Informazioni degli Stati Uniti. La Cia ed altre agenzie statunitensi erano dietro il colpo di stato e appoggiarono militarmente, economicamente e politicamente i golpisti».
Eva Golinger racconta anche una vicenda meno nota: «C'è un altro attentato meno conosciuto ordito contro Chávez. Nella città di New York durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2006, il Comandante doveva recarsi in visita presso un'università, ma durante i normali controlli preventivi di sicurezza che vengono effettuati in questi casi, furono rilevati alti livelli di radiazione sulla sedia a lui assegnata (…) la sedia fu rimossa e prove successive rivelarono che emanava inusuali quantità di radiazioni che avrebbero potuto cagionare un danno significativo alla salute di Chávez. Secondo le indagini condotte dai servizi di sicurezza, una persona statunitense coinvolta nell'organizzazione logistica, apparteneva ai servizi segreti degli Stati Uniti».
«Non risulta difficile immaginare che il governo statunitense sia coinvolto nell'assassinio di un politico ritenuto un nemico».
Chi è Leamsy Salazar e come è collegato alla Cia?
Eva Golinger si concentra poi su una figura chiave di questa opaca e triste vicenda, Leamsy Salazar, un membro chiave nella sicurezza del presidente Hugo Chávez. «Leamsy Salazar è stato per 7 anni uno dei collaboratori più vicini a Chávez (…) Ufficiale delle Forze Armate venezuelane, si fece conoscere quando alzò la bandiera venezuelana dal tetto del reggimento della Guardia Presidenziale nel palazzo Miraflores, quando il salvataggio di Chávez era in corso. Divenne il simbolo delle forze armate leali che contribuirono a sconfiggere il golpe, Chávez lo ricompensò rendendolo uno dei suoi più stretti collaboratori (…) Era un membro chiave del primo anello di sicurezza di Chávez con conoscenza privilegiata e altamente confidenziale di tutte le sue attività».
«Dopo la morte di Chávez nel 2013 – continua Eva Golinger – Leamsy fu trasferito nel team che si occupava della sicurezza di Diosdado Cabello, che allora era il presidente dell'Assemblea Nazionale venezuelana, e considerato una delle figure politiche e militari più potenti del Venezuela. (…) Sorprendentemente, nel mese di dicembre del 2014, notizie di stampa rivelarono che Leamsy era stato trasferito in segreto negli Stati Uniti dalla Spagna, dove si trovava in vacanza con la famiglia. L'aereo che lo trasportò fu detto fosse della DEA. Fu inserito nel programma di protezione testimoni del governo statunitense. Secondo informazioni apparse sulla stampa statunitense starebbe fornendo informazioni al governo degli Stati Uniti sui presunti funzionari venezuelani coinvolti in una rete di traffico di droga di alto livello. Finora nessuna accusa è stata verificata o controllata in modo indipendente».
«Un'altra spiegazione del suo ingresso nel programma di protezione testimoni degli Stati Uniti potrebbe essere la partecipazione all'assassinio di Chávez, forse come parte di un'operazione clandestina ( black op) della CIA o forse realizzata sotto gli auspici della CIA, ma eseguita da ufficiali corrotti o comprati del governo venezuelano».
Nel corso della sua lunga intervista, Eva Golinger, sottolinea come gli Stati Uniti stiano lavorando dal 1948 alla realizzazione di un'arma per compiere assassinii politici: «Secondo alcuni documenti declassificati degli Stati Uniti, dal 1948 l'esercito degli Stati Uniti sta sviluppando un'arma per iniettare radiazioni da utilizzare per assassinare i nemici politici. Durante le udienze della Commissione Church sull'omicidio Kennedy fu rivelata l'esistenza di un'arma sviluppata dalla Cia capace di provocare attacchi di cuore e tumori. (…) Come avvocato e giornalista d'inchiesta, ricerco sempre prove concrete e fonti verificabili. Dal documento ufficiale dell'esercito redatto nel 1948, risulta che il governo degli Stati Uniti era in procinto di sviluppare un'arma per realizzare omicidi politici attraverso le radiazioni. Oltre 60 anni dopo, possiamo solo immaginare le capacità tecnologiche che esistono».