In Messico si uccidono gli insegnanti nelle strade. Dove sono i difensori dei "diritti umani" occidentali?
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di Alessandro Bianchi
In Messico la situazione è in queste ore oltre la violazione dei diritti umani più elementari, ma per il solito doppio standard occidentale l'appartenenza del paese al NAFTA gli conferisce il diritto della protezione (censura) mediatica e dei governi altre volte così attenti alla retorica dei “diritti umani”.
12 morti, 25 dispersi e decine di feriti a Oaxaca, stato meridionale del Messico. Il sindacato degli insegnanti messicani, il CNTE - Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación – ha denunciato la brutale repressione della polizia federale nelle proteste contro la riforma dell'educazione in corso da domenica. Il CNTE ha anche pubblicato i nomi delle persone scomparse. Tema, quest'ultimo, molto delicato dato il dramma del caso ancora non risolto dei 43 studenti di Ayotzinapa. Secondo il governatore dello stato messicano le morti sarebbero solo sei.
Il Pomo della discordia è la riforma dell'istruzione promossa dal Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto. Con la promessa di "elevare la qualità dell'istruzione", la riforma del 2013 impone la valutazione obbligatoria per gli insegnanti per rimanere nel sistema educativo. Disposizione che ha causato migliaia di licenziamenti senza giusta causa, secondo il sindacato.
Il presidente della Lega messicana per i diritti umani, Adrian Ramirez, ha espresso preoccupazione per gli arresti e le scomparse delle persone. "Ci sono tante persone che mancano all'appello e l'autorità deve rispondere", ha detto. Daniela Gonzalez Lopez dell' “Observatorio de Derechos Humanos de los Pueblos” ha dichiarato che la situazione a Oaxaca viola i diritti fondamentali dell'uomo e oggi più che mai gli insegnanti e le persone sono unite in difesa dell'istruzione pubblica. Dopo aver affermato che durante lo sgombero brutale della polizia c'erano cecchini che sparavano colpi, Lopez ha chiesto l'intervento di organizzazioni per i diritti umani, le Nazioni Unite e gli osservatori internazionali per raccogliere informazioni sulle violazioni gravissime in corso in queste ore nel paese.
Due rappresentanti del CNTE, tra cui Eligio Hernandez Gonzalez, hanno dichiarato a Telesur che il governo messicano ha nelle sue carceri almeno 86 prigionieri politici tra i membri del sindacato.
E dalla “comunità internazionale”? Almagro, segretario generale dell'OSA (l'Organizzazione degli Stati Americani) cosa dice? Nulla, chiaramente, è ancora troppo impegnato a destituire il legittimo governo venezuelano. E Washington cosa dice? Nulla, chiaramente, è troppo impegnato a destituire tutti i governi liberi, democratici e sovrani dell'America Latina. Ironia della storia, proprio ieri si è insediato il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Messico (la figura più importante politicamente nel paese), Roberta Jacobson, che ha espresso “preoccupazione” e promesso un generico “monitoraggio”.
Nessuna indignazione di Almagro o Washington neanche sul fatto che il Ministro degli Interni del Messico, Miguel Angel Osorio Chong, abbia detto pubblicamente che la polizia non solo non ha commesso alcun oltraggio, nonostante il fuoco aperto indiscriminatamente su migliaia di persone disarmate, ma ha detto di aver agito "con aderenza al protocollo di sicurezza".
Il Messico è un paese NAFTA, trattato di area di “libero” scambio che ha prodotto il 60% di poveri nel paese e oltre due milioni di semi schiavi - prototipo di quei Trattati che ad esempio si vogliono imporre anche in Europa (TTIP). Un “alleato” quindi delle corporazioni economiche e finanziarie e per questo gode della protezione mediatica e dei governi altre volte così attenti ai “diritti umani”. Per miracolo quindi le morti durante manifestazioni pacifiche, gli arresti arbitrari e i prigionieri politici divengono “preoccupazione”, “monitoraggio”, niente. Sono i miracoli della libera stampa nel libero mondo del libero commercio.
E l'Europa? Il silenzio con cui le istituzioni europee e i governi di questo continente, che si crede paladino dei diritti umani, è l'ultima dimostrazione di un ruolo di inutile vassallo sulla scena internazionale. Andre Vltchek, in un'intervista che abbiamo pubblicato oggi, a proposito di questo scrive: "Lo stesso termine ‘diritti umani' mi fa letteralmente impazzire. Dobbiamo ancora una volta tornare a Fanon e Sartre... Ci hanno detto tutto. I diritti umani sono solo per gli “umani”, quindi per l'occidente. Per il resto del pianeta: i diritti umani sono usati per screditare governi giudicati non proni e ostili attraverso le ONG del settore. Chi parla dei diritti umani violati dall'Occidente? Europei e nord-americani hanno massacrato milioni di vite, circa un miliardo, per essere precisi. Saccheggiati, torturati e stuprati. Anche adesso mentre io sto parlando con voi, stanno uccidendo persone direttamente e indirettamente. Ma nessuno li considera, perché sono vittime non-bianche, quindi non umane, e, come risultato, non hanno diritti".
Alle prossime prese di posizioni dell'Unione Europea, ai prossimi “mai più”, alla prossima richiesta di “responsabilità di proteggere” contro alcuni selezionati e specifici governi, ricordatevi del silenzio sul Messico e ricordatevi queste parole di Vltchek.