A. Bagnai: "L'euro è precisamente il segno della nostra sudditanza culturale e politica agli Stati Uniti"

"Un bell'aggancio valutario euro-dollaro e il TTIP trasformerebbero gli Stati europei nei PIIGS dell'Unione transatlantica (il paese in deficit estero)"

9261
A. Bagnai: "L'euro è precisamente il segno della nostra sudditanza culturale e politica agli Stati Uniti"


 
Vi dicono (dal Pd e giornali servili principalmente) che l'euro sarebbe il momento più significativo di costruzione dell'identità "europea", nonché uno strumento essenziale per competere ad armi pari non solo con la Cina ma anche con gli Stati Uniti. Questo è ciò che si vuole imprimere nell'immaginario collettivo da coloro che continuano a voler difendere l'indifendibile, vale a dire un'unione monetaria fallita e fallimentare che ha sulla coscienza povertà diffusa, disoccupazione di massa e la perdita progressiva di diritti sociali acquisiti negli anni nel contienente.
 
Ebbene, scrive Alberto Bagnai sul suo blog Goofynomics in uno dei suoi ultimi articoli, l'argomento secondo cui “gli Stati Uniti ci invidierebbero l'euro, e per questo motivo tanti studiosi statunitensi lo criticherebbero, ha il valore degli studiosi che l'hanno proposto (quasi zero)”. Dopo la Seconda guerra mondiale, prosegue l'economista, l'Europa continentale era una tabula rasa, “semplicemente non c'era più, lacerata da guerre civili combattute prima, durante e in parte anche dopo il conflitto mondiale”. In questo contesto a dettare le regole furono i vincitori (gli Usa) che avevano a cuore alcune priorità:  “ricostruire un mercato mondiale per quei beni che solo lui aveva ormai la capacità di produrre, e garantirsi un baluardo contro un sistema, quello sovietico, che, nel bene e nel male, si poneva come antagonista al suo modello di capitalismo. L'Europa, da ricostruire col piano Marshall, e da mantenere coesa col Movimento federalista europeo, risolveva entrambi questi problemi. E infatti gli Stati Uniti finanziarono l'uno e l'altro. Sapete, probabilmente, del piano Marshall, ma magari non sapete che il movimento federalista europeo era finanziato da una speciale "agenzia" del governo statunitense (prima di essere finanziato dalla Commissione)”.
 
Questo ha comportato un passaggio storico molto semplice: "essere americani, non europei". “Per capirlo meglio, considerate l'altro caposaldo del populismo europeista, quello secondo cui "L'Europa ci avrebbe dato la pace". Un'affermazione che si sbriciola di fronte all'evidenza del fatto che la pace sono state la basi NATO a darcela: l'Europa è, dalla Seconda guerra mondiale in poi, una allegra brigata di paesi sconfitti e militarmente occupati. Meglio questo della guerra, siamo d'accordo. Ma è questo, non è un'altra cosa”.
 
 
 
La costituzione economica europa, tutta articolata sul concetto di stabilità dei prezzi, viene fatta risalire al sacro orrore dei tedeschi per l'inflazione di Weimar che avrebbe portato al nazismo. Ma questo, si sa, è un falso storico (peraltro, costruito a tavolino dalla Bundesbank): al nazismo ci portò, e ci sta riportando, la deflazione, e ormai questa cosa, che raccontavo nel Tramonto dell'euro (quando già non era originale), dovrebbe essere di dominio pubblico. Senza disconoscere le radici europee dell'ordoliberismo (a proposito, vi saluta Lars Feld), va però chiarito che anche l'apparato ideologico di Maastricht è prima facie del tutto statunitense: l'impiego di regole fisse (monetarie e fiscali) è infatti il cavallo di battaglia del monetarismo statunitense anni '70 (Milton Friedman, per capirci), ed è a causa dell'egemonia culturale e geopolitica di quel monetarismo che fu relativamente facile far recepire l'approccio "regole fisse" in un progetto che però voleva qualificarsi come europeo. Peraltro, il dibattito fra regole fisse e regole flessibili all'inizio degli anni '80 oppose economisti statunitensi (come Barro, per capirci) a economisti europei (come Buiter). Le regole flessibili sono europee: le regole fisse sono yankee. Il Trattato di Maastricht è il momento più infimo di sudditanza culturale dell'Europa alla sua ex colonia (roba che in confronto il MacDonald a piazza di Spagna è le cinque giornate di Milano...).
 
[...]
L'euro è precisamente il segno della nostra sudditanza culturale e politica agli Stati Uniti: uno strumento costruito con logica statunitense per difendere interessi statunitensi di carattere economico e geopolitico. Sì, perché, come spiego ne l'Italia può farcela, in un mondo che si sta de-dollarizzando, e dove quindi il potere di signoraggio degli Stati Uniti ("stampo e compro") è progressivamente eroso, gli Stati Uniti intuiscono che non potranno continuare ad essere "l'acquirente mondiale di ultima istanza" (o, il che è lo stesso, a finanziare un deficit estero strutturale stampando dollari), e quindi, esattamente come dopo la Seconda guerra mondiale, noi europei gli serviamo come mercato di sbocco. Un bell'aggancio valutario euro-dollaro e il TTIP trasformerebbero gli Stati europei nei PIIGS dell'Unione transatlantica (il paese in deficit estero), con grande soddisfazione degli Stati Uniti, che di questa unione diventerebbero la Germania (il paese in surplus estero)! Saremmo noi a comprare, con un eurollaro sopravvalutato, la merce Usa, aiutando la nostra ex-colonia a correggere il proprio deficit estero, esattamente come, grazie all'euro, abbiamo aiutato "il malato d'Europa" (come abbiamo visto più volte). Inutile notare che gli Stati Uniti hanno, come la cronaca dimostra, strumenti di controllo sociale molto più efficaci dei nostri, e che qualora volessero, come la Germania, ad aggancio valutario effettuato, effettuare una sleale svalutazione competitiva dei propri salari, saprebbero come gestire il malcontento in casa propria! 

[...]
 
La questione economica è più complessa. Avrete visto, credo, segni di scetticismo sempre più diffusi provenire da ambienti vicini alla finanza statunitense (da Michael Pettis a Patrick Chovanec a tanti altri). Lasciate perdere che questi argomenti per noi sono standard: per loro no (più precisamente: lo sono in ambito accademico, ma non in ambito operativo). Accompagnando a Pescara Philippe Weil, quest'ultimo mi faceva notare come si stia diffondendo negli ambienti che contano l'idea che quella dei Bund sia una bolla speculando contro la quale ci si mette in banca per il resto della propria esistenza: lo ha detto Bill Gross, che a quanto pare è uno che se ne intende. Il problema è il timing. Io l'ho detto troppo presto (e quindi ho sbagliato, è uno dei miei errori). Tuttavia, vi assicuro, a Wall Street l'idea che il sistema sia disfunzionale, il che lo rende potenziale fonte di grosse perdite per molti (e di grossissimi guadagni per pochi) si sta piano piano diffondendo. Il problema è solo capire quando i pochi che hanno i mezzi per guadagnare molto decideranno di passare all'attacco (come fece Soros nel 1992).
 
Insomma, e per concludere, nonostante in questo periodo la stanchezza mi induca al pessimismo, mi sento istintivamente vicino al commento di un altro lettore (non riesco a trovare il suo tweet, se ha interesse si dichiari lui): il fatto che gli Stati Uniti sentano il bisogno di ribadire così apertamente l'ovvio, ovvero che l'euro è cosa loro e che qui comandano loro, paradossalmente apre a qualche speranza. Le minacce sono sempre armi del minacciato, anche e soprattutto quando il minacciato è, in linea di principio, così potente da poterne tranquillamente fare a meno.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Loretta Napoleoni - Il MAGA di Trump è esportabile in Europa? di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Il MAGA di Trump è esportabile in Europa?

Loretta Napoleoni - Il MAGA di Trump è esportabile in Europa?

Cina: impegno per costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile   Una finestra aperta Cina: impegno per costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile

Cina: impegno per costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile

Elon Musk e ABC: perché sarebbe una buona notizia di Francesco Erspamer  Elon Musk e ABC: perché sarebbe una buona notizia

Elon Musk e ABC: perché sarebbe una buona notizia

Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa di Paolo Desogus Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa

Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa

Maduro contro venti e maree di Geraldina Colotti Maduro contro venti e maree

Maduro contro venti e maree

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Putin si è messo ad uccidere anche i cuochi? di Francesco Santoianni Putin si è messo ad uccidere anche i cuochi?

Putin si è messo ad uccidere anche i cuochi?

I Nativi Americani hanno davvero votato per Trump? di Raffaella Milandri I Nativi Americani hanno davvero votato per Trump?

I Nativi Americani hanno davvero votato per Trump?

Magistratura ed esecutivi. Diritto interno e sovranazionale di Giuseppe Giannini Magistratura ed esecutivi. Diritto interno e sovranazionale

Magistratura ed esecutivi. Diritto interno e sovranazionale

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno di Antonio Di Siena Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE di Gilberto Trombetta 9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE

9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

 Perché Trump ha vinto? di Michele Blanco  Perché Trump ha vinto?

Perché Trump ha vinto?

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti