Siria: ma perché Médecins Sans Frontières non comunica dove sono i suoi ospedali?
Ce ne eravamo già occupati in un altro articolo, siamo costretti a ripeterci davanti al nuovo presunto bombardamento russo di due “ospedali” (anzi, due innocenti reparti: ostetricia e pediatria) strombazzato oggi da tutti i media mainstream. Ospedali gestiti da Médecins Sans Frontières che, comunque, si guarda bene dal comunicare alle parti belligeranti (e, visto che ci siamo, anche all’opinione pubblica) dove si trovino oggi i suoi ospedali in Siria.
Eppure, Médecins Sans Frontières in Afghanistan si comporta in modo completamente diverso: “a tutte le parti in conflitto avevano comunicato le coordinate del nostro ospedale” dichiara MSF a proposito del (davvero strano) “bombardamento” del suo ospedale di Kunduz. E allora, perché in Siria questa organizzazione (salita agli onori delle cronache per uno dei suoi fondatori - Bernard Kouchner, nominato ministro degli Esteri da Sarkozy - e per il sospetto ruolo avuto nella diffusione della notizia dell’attacco con il Sarin a Goutha) continua ad ammantare con il segreto la localizzazione dei suoi ospedali in Siria?
Forse perché MSF cura anche i tagliagole di Al Nisra e dell’ISIS? Se fosse così non ci sarebbe nulla di male: anche Emergency cura i feriti senza chiedere prima il loro schieramento. Forse perché cura solo i suddetti tagliagole? Anche in questo caso non sarebbe lecito – secondo il Diritto umanitario – bombardare il loro ospedale ma, certamente, la posizione di Médecins Sans Frontières diventerebbe più complicata.
Velenose illazioni? Può essere. Ma, allora perché Médecins Sans Frontières non comunica dove sono i suoi ospedali in Siria?
Francesco Santoianni