Il debito della Grecia e il salvataggio che ha salvato solo le banche greche
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Dopo questo che abbiamo pubblicato ieri, un altro post molto interessante pubblicato da Vincitori e Vinti, prendendo a riferimento Bloomberg e Bruegel, per fare chiarezza sul debito greco e comprendere la posta in gioco nella trattativa-non trattativa in corso tra il nuovo governo di Atene con Berlino, Bruxelles e Francoforte. Questo perché Italia con 40 miliardi di euro di crediti e Francia con 46 non avranno alcuna voce in capitolo sulla questione.
Da Vincitori e Vinti
Come sapete la maggior parte del debito greco è oggi detenuto da soggetti pubblici.
L'immagine che segue rappresenta la composizione dei creditori della Grecia.
Secondo i calcoli di Bloomberg, l'Italia è esposta verso la Grecia per circa 40 miliardi di euro, calcolando i prestiti bilaterali e le quote di partecipazione nel fondo salva-stati Esm, nella Bce e nell'Fmi. Davanti al nostro Paese ci sono solo Germania (60 miliardi) e Francia (46 miliardi).
Un articolo pubblicato dal Bruegel fornisce una serie di grafici che esprimono in che modo si è modificata la composizione dei creditori della Grecia.
L'esposizione massima delle banche europee è stata raggiunta nel 2008 con 128 miliardi di crediti, e si è andata via via riducendo fino ai 13 miliardi di euro nel settembre del 2013.
Dal grafico precedente, invece, si osserva l'esposizione delle banche verso la Grecia, in base ai rispettivi paesi di appartenenza. Le banche francesi, nel dicembre del 2009, erano esposte per poco meno di sessanta miliardi di euro; mentre quelle tedesche per circa trenta miliardi. Con il salvataggio della Grecia, le banche francesi hanno praticamente azzerato l'esposizione; mentre quelle tedesche l'hanno ridotta significativamente fino al 2012, per poi incrementarla a partire dal 2013 fino a raggiungere i 10 miliardi attuali. E' interessante notare che l'esposizione delle banche italiane è stata sempre molto ridotta (meno di 10 miliardi di euro), ma, al tempo stesso, l'Italia si è fatta carico di 40 miliardi di euro di crediti delle banche di altri paesi. Un vero affare, insomma, per un paese con le pezze al culo.
Morale della favola: le perdite del settore privato (banche) sono state ribaltate sul settore pubblico (contribuenti europei), che rischia di essere colpito da una possibile ristrutturazione del debito da parte del nuovo Governo greco. La stessa cosa è accaduta in Spagna, anche se con modalità differenti.
Se esistesse la possibilità di avviare un'azione revocatoria anche nell'ambito dei fallimenti sovrani, l'Italia dovrebbe richiedere il pagamento dei crediti (inesigibili) vantati nei confronti della Grecia sia alle banche tedesche che a quelle francesi.