Dal Washington Post: nella terra delle libertà, ogni anno, 26 mila crimini per razzismo e xenofobia
In un'analisi per il WP parla l’avvocato Richard Cohen, direttore del South Poverty Law Center.
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da Correo del Orinoco
Oltre 26 mila sono i crimini che negli Stati Uniti vengono commessi ogni anno, motivati da razzismo e xenofobia o che costituiscono attacchi contro minoranze ideologiche o etniche, ha denunciato l’avvocato Richard Cohen, direttore del South Poverty Law Center.
In un’analisi realizzata per il quotidiano Washington Post, Cohen ha ricordato che secondo l’ultimo rapporto dell’FBI nel 2013 questi crimini sono stati 5.928 nell’intero paese, e solo 51 in South Carolina, lo stato a cui appartiene Charleston, dove è stato perpetrato il massacro.
Le stime sono basate su «segnalazioni volontarie delle agenzie di sicurezza» distribuite in tutto il paese.
I numeri forniti dall’ufficio statistico della Segreteria di Giustizia, anche per il 2013, sono molto diversi, visto che circa 256 mila persone sono vittime ogni anno di crimini motivati dall’odio.
In assenza di un obbligo di denuncia per questi crimini, ha sottolineato Cohen, «molte agenzie rifiutano di collaborare. Il Mississippi, per esempio, ha riferito di soli quattro crimini nel 2013, mentre l’Alabama sei».
Proprio in questi due stati del sud sono attivi gruppi suprematisti e il tristemente noto Ku Klux Klan.
Inoltre, secondo l’Ufficio di Statistica, almeno un quarto delle vittime di questi attacchi non li denuncia, in particolare gli immigrati clandestini che temono il rimpatrio.
I membri della comunità omosessuale sono spesso il bersaglio di questi attacchi, e in molti casi non vogliono rivelare la loro identità sessuale.
Molto alto, inoltre, è il numero dei gruppi che istigano all’odio negli Stati Uniti: ben 784 al 2013 contro i 457 del 1999.