Aerei del Qatar pianificati dagli Usa per fornire armi a formazioni islamiste in Libia e in Siria. La denuncia del NYT
"Quel carico non poteva certo essere destinato ai cosiddetti ribelli siriani, ai quali le armi sono state fornite dagli Stati Uniti alla luce del sole". E quindi a chi?
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Su gentile concessione di Piccole Note
«Da anni Washington teme che Ankara e Doha diano armi a formazioni islamiste sia in Libia sia in Siria. Ma a far pensare che gli stessi Stati Uniti li abbiano aiutati a farlo è una serie di voli di aerei da trasporto militare denunciata dal New York Times e oggetto di un’inchiesta dell’Onu».
«Il sospetto che quegli aerei trasportassero armi non è finora stato suffragato da prove concrete, ma alcuni dati sono stati accertati. Si sa per esempio che i C-17 utilizzati per la spedizione erano qatarini, che i destinatari dei carichi trasportati erano turchi e che a fornire pianificazione e logistica per quei voli sono stati degli americani. Ma non americani qualsiasi, bensì funzionari di una società che tempo fa è stata chiamata dai media statunitensi “l’agente di viaggio della Cia”. La qual cosa porta ovviamente a dedurre che il carico di quegli aerei non consistesse in beni umanitari». Così Claudio Gatti sul Sole 24Ore del 1 dicembre (I C-17 del Qatar, le coperture di Ankara, l’«agente di viaggio» della Cia e le armi destinate ai ribelli siriani).
Nota a margine. Di indizi del genere in questi anni ne sono emersi tanti, anche troppi. ma quando è il New York Times a fare un’inchiesta simile allora la cosa ha un altro valore. Alla nota ci permettiamo di aggiungere un particolare: quel carico non poteva certo essere destinato ai cosiddetti ribelli siriani, ai quali le armi sono state fornite dagli Stati Uniti alla luce del sole, non certo attraverso canali clandestini.
Armi e munizioni che poi regolarmente sono finite nelle mani sbagliate: o perché, attaccati, i cosiddetti moderati le lasciavano ai ribelli meno moderati, o perché gli stessi moderati cambiavano casacca portando con sé armi e bagagli.
Ulteriore spunto: se oggi l’Isis e le altre organizzazioni terroristiche possono continuare a combattere in Siria è perché qualcuno le rifornisce di armi e munizioni. La favola che stanno usando di quanto rubato dagli arsenali di Saddam Hussein e Assad non regge più: avrebbero avuto munizioni per qualche giorno, qualche mese al massimo, non di più. Se si chiudessero questi canali di rifornimento la guerra finirebbe in pochi giorni. Evidentemente qualcuno non vuole.
Fonte: Piccole Note
Fonte: Piccole Note