Padre dall'Oglio for dummies
Le sconvolgenti (jihadiste) dichiarazioni taciute dai media del gesuita "simbolo della rivoluzione" siriana in Italia
di Francesco Santoianni*
Che alcuni giornalisti creino un comitato e un sito per la liberazione di un loro amico che ritengono essere tenuto “prigioniero” è certamente cosa buona e giusta. Ma, forse, - se non altro, per la loro professione - prima di cantare le lodi di Padre Dall’Oglio quale “testimone di fede” o addirittura simbolo del Giubileo …. avrebbero fatto bene a leggersi quello che il loro amico asseriva pubblicamente.
Ad esempio, il suo ultimo editoriale , pubblicato sul blasonato Huffington Post diretto Lucia Annunziata (destinataria di una Lettera aperta da parte della redazione di Sibialiria), “La morale cristiana e l'arma chimica siriana” : “(….) Ma guardiamo alla cosa dal punto di vista etico della rivoluzione siriana. Ammettiamo per un istante che ci fossimo appropriati di armi chimiche sottratte agli arsenali di regime conquistati eroicamente. Immaginiamo di avere la capacità di usarle contro le forze armate del regime per risolvere il conflitto a nostro favore e salvare il nostro popolo da morte certa. Cosa ci sarebbe d'immorale? Tutte le armi possibili sono usate contro di noi. È ampiamente dimostrato che il regime fa esperimenti micidiali d'uso delle armi chimiche contro i partigiani rivoluzionari e la popolazione civile, proprio per vedere di superare quella maledetta linea rossa impunemente.”
Già: “cosa ci sarebbe di immorale?”. Ma il peggio deve ancora arrivare: “Invece se ci lasciate sbranare dal regime assassino, allora, ve lo promettiamo, la necessaria doverosa e disperata autodifesa ci consiglierà, ci obbligherà a costituire un tale micidiale pericolo alla sicurezza regionale da obbligarvi ad assumervi comunque le vostre responsabilità.” (….) Non è per minacciare, è invece per allarmare riguardo ad un pericolo oggettivo e già reale che mi lascio andare a propositi così drammatici.”
Si direbbe, invece, una inequivocabile minaccia in stile jihadista; del resto, basta leggere altre sue sconcertanti dichiarazioni: «Sono arrivato oggi (il 27 luglio, ndr) a Raqqa (città allora sotto il feroce controllo di al-Nusra, ndr) e sono contento per due ragioni: sono sul territorio siriano in una città liberata e sono stato bene accolto. La gente nelle strade si sente libera e questa è l’immagine della madre patria che auspichiamo per tutti i siriani. Ovviamente nulla è ancora completato, ma l’inizio è buono».
Tra l’altro, non è la sua prima apertura di credito al fanatismo dei mercenari islamici in Siria. Basta leggere qui (…Avete paura dell’estremista islamico? Certo, molti lo temono; ma l’estremista islamico è un cittadino come te, non è un diavolo…) qui, (..Per noi siriani della rivoluzione, la riconciliazione tra forze islamiste radicali e forze democratiche è una necessità strategica. Le scaramucce dolorose e i crimini insopportabili avvenuti tra noi devono trovare soluzione, essere riassorbiti, per presentarci uniti di fronte al pericolo totale rappresentato dal regime, appoggiato direttamente o indirettamente da troppi...) qui o quest’altra sua dichiarazione: ” (…) Il jihadismo è il fatto di prendere le armi per ristabilire la giustizia.”. E dei combattenti di Al Qaeda dice: “Sottolineo che sono fratelli e sorelle in umanità. Nei miei dialoghi con loro, ho riconosciuto degli uomini e delle donne che hanno una passione religiosa, un sentimento religioso che condivido. Sono persone impegnate ma innamorate di giustizia“.
Sono questi i valori ai quali si richiamano i giornalisti (tra i quali strapagati inviati RAI) del Comitato di solidarietà per Padre Dall’Oglio? Speriamo di no. E speriamo che, d’ora in poi, prima di abbandonarsi ad attestati di stima o richieste di beatificazione, si degnino di leggere quello che ha veramente detto Padre Dall’Oglio.
*Francesco Santoianni sarà da gennaio l'autore del blog "Guerra e media" su l'AntiDiplomatico