Diem 25, la sindrome di Stoccolma di Varoufakis: nasce l'"opposizione" dei sogni per Schauble e Draghi

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Diem 25, la sindrome di Stoccolma di Varoufakis: nasce l'"opposizione" dei sogni per Schauble e Draghi


di Alessandro Bianchi
 
Con la bella cornice dell'Acquario Romano in via Manfredo Fanti, ieri sera Yanis Varoufakis ha ufficialmente presentato DiEM 25 (Democracy in Europe movement). Si tratta di un nuovo movimento che, nelle intenzioni esplicite del suo fondatore, non vuole trasformarsi in diversi partiti per concorrere alle elezioni nazionali dei singoli paesi dell'Unione Europa, ma divenire un foro di discussione attraverso cui gli europei possano “democratizzare” le istituzioni. Una sorta di collante di associazioni e Ong per fare pressione a Bruxelles dall'esterno. 
 
Significativo, emblematico e non certo di buon auspicio per il progetto, a seguire Varoufakis ieri in sala erano presenti Corradino Mineo, Antonino Ingroia, Luca Casarini e Paolo Ferrero. Se Varoufakis pensa di cambiare l'Europa con loro, il cammino da impossibile diventa surreale. Se a questo, inoltre, aggiungiamo che l'evento era in diretta su Repubblica TV, il cammino per modificare l'Europa dell'ex ministro di Tsipras diviene tragicomico.
 
La serata di presentazione di Diem 25, alla quale hanno partecipato anche l'eurodeputata della sinistra portoghese, Marisa Matias, e Jorge Moruno di Podemos ha visto l'elenco dei sei punti con i quali il movimento di Varoufakis intende cambiare da dentro l'Europa – non partecipando in elezioni nazionali ma sperando dall'esterno. Possono essere così sintetizzabili: più trasparenza, un Welfare non più nazionale ma europeo, un salario minimo europeo, un piano di investimenti attraverso la BIRD in particolare sulla green economy, una finanza non più speculativa ma un quantitative easing per le popolazioni e accoglienza per i rifugiati.
 
Retorica vuota, nessun progetto politico chiaro, un fallimento annunciato e, in estrema sintesi, un tentativo stucchevole di chi ha vissuto sulla sua pelle come l'Europa sia un progetto fallito, fallimentare e non più riformabile, ma ha scelto di vivere in questa sua eterna sindrome di Stoccolma.
 
Non una parola nella serata su Nato, euro, Fondo monetario internazionale e su tutto ciò di cui bisognerebbe parlare se realmente si volesse “democratizzare” e modificare l'Europa. L'euro, quindi l'austerità, è incompatibile con la democrazia e con le Costituzioni dei paesi. Chi non l'ha capito o fa finta di non capirlo può, secondo voi, essere una reale minaccia al regime di Berlino, Bruxelles e Francoforte? Regime noto, come aveva sottolineato Varoufakis correttamente in un'intervista all'Antidiplomatico, per la sua banalità del male.
 
E poi di quale Europa stiamo parlando? Di quella che ha venduto la sua anima al diavolo con la Turchia, organizzando la più grande deportazione di massa dalla fine della seconda guerra mondiale? 

Di quella che attraverso euro ed austerità ha distrutto decenni di conquiste sociali e le Costituzioni del sud del continente? Di quella che ha umiliato la culla della sua cultura e ucciso la popolazione greca?
Quale Europa, quella che fomenta il terrorismo in Siria (le dichiarazioni del ministro degli esteri belga del 2013) e che da 25 anni è fedele serva delle guerre della NATO (USA) e della distruzione di Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria, Yemen....? 

Con quest'Europa, Varoufakis, l'uomo che ha visto la banalità del male in faccia in tutta la sua ferocia parla ancora di “riforma”, “trasparenza” e “democratizzazione”. Con un regime di questa portata non si tratta, semplicemente perché un tavolo delle trattative non esiste e non esisterà mai.
 
E poi nell'intervista di oggi su Avvenire, l'ex ministro delle finanze ha gettato la maschera. «Questa Unione è come un edificio le cui fondamenta sono diventate troppo fragili. Questo periodo buio della storia è l’ultimo test per la moralità ed integrità etica di un’Europa che si sta disintegrando, lo si è visto nel modo in cui sta affrontando il dramma dei rifugiati. Ma io voglio vivere negli Stati Uniti d’Europa prima di morire». “Voglio vivere negli Stati Uniti d'Europa prima di morire”. Gi Stati Uniti d'Europa con il TTIP (non contrastato affatto dall'ex ministro delle finanze greco in quest'altra intervista all'Antidiplomatico) sono il passaggio scelto dal regime di Bruxelles per il futuro senza diritti e democrazia delle popolazioni europee. Più che riformare il sistema, sembra un movimento che vuole tirargli la volata per gli ultimi obiettivi.
 
“C’è una citazione di Edmund Burke che si adatta perfettamente all’Europa di oggi: «la sola cosa necessaria perchè il male trionfi è che le brave persone non facciano nulla»”.  Si legge nel Manifesto di Diem. Ecco Diem serve proprio perché il male (la Troika) possa continuare a trionfare indisturbato. Per Schauble e Draghi, in poche parole, è nata l'"opposizione" dei sogni.

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