Gad Lerner, la Libia e il "giornalismo": da fan dei crimini della NATO nel 2011 a "pacifista"

4349
Gad Lerner, la Libia e il "giornalismo": da fan dei crimini della NATO nel 2011 a "pacifista"

 
Ipse dixit. Gad Lerner: nel 2011 fan dei ribelli libici e delle bombe Nato. Per la serie: “Tanto nessuno ricorda, quindi non devo nemmeno scusarmi”
 
Ecco alcuni "ieri e oggi" del conduttore.
 
Il 31 marzo 2016 scrive fra l’altro : «(…) inevitabile è un impegno dell’Italia nel ginepraio nordafricano (…) Garantire la continuità del rifornimento energetico attraverso il gasdotto sottomarino che da Mellitah raggiunge Gela. (…) Evitare che il contagio della guerra civile possa minare la precaria stabilità di un paese come l’Algeria (…) E infine scongiurare il monopolio territoriale dell’Isis sulle coste nordafricane (…)»
 
Il 2 giugno 2015 scandalizzato scriveva  che «l’Eni in Libia è sotto protezione di una fazione, Fajr, il cui comandante non smentisce l’alleanza con fazioni jihadiste vicine all’Isis».
 
Terrificante. Ma quale posizione manifestava lo stesso Lerner sulla Libia nel 2011, in tutti i modi consentiti e non certo solo sul blog? A poche ore dall’intervento della Nato, che all’Isis ha fatto da forza aerea, demonizzava chi non era d’accordo con l’intervento : «(…) nelle ore cruciali che precedono una decisione internazionale d’iniziativa armata in Libia -e speriamo che arrivi prima della caduta di Bengasi nelle mani di Gheddafi- vedo crescere un “pacifismo di destra” venato di sarcasmo e isolazionismo. E' significativo che Lerner parli di "pacifismo di destra", tanto per denigrare qualunque persona – pochi in effetti – si opponesse a quella guerra assurda e devastante. (…) Il pacifismo di destra che si è contrapposto all’impegno lodevole della Nato, di Obama, di Cameron, di Sarkozy, seguiti controvoglia da Berlusconi mentre una Merkel sempre più irresoluta si asteneva come al solito»
 
Cinque mesi di bombe lo convincevano ulteriormente! Il 23 agosto 2011, eccolo commentare la caduta di Tripoli riuscendo a sbagliare ogni previsione : «…(la guerra) si è innestata su una sollevazione popolare autentica (…) Abbiamo sentito opporre argomenti uno dopo l’altro per negare che bisognasse impegnarsi dalla parte degli insorti di Bengasi per consentire la deposizione di Gheddafi. Il rais pagava troppo bene i suoi mercenari per cui era invincibile. Ne sarebbe scaturita una secessione della Cirenaica indipendente dalla Tripolitania. Il ritorno alle guerre tribali d’epoca precoloniale. L’instaurazione di un regime islamico qaedista. L’esodo (biblico!) di profughi a centinaia di migliaia. Tutte balle. Il pacifismo di destra che si è contrapposto all’impegno lodevole della Nato, di Obama, di Cameron, di Sarkozy, seguiti controvoglia da Berlusconi mentre una Merkel sempre più irresoluta si asteneva come al solito».
 
Sollevazione popolare autentica e insorti di Bengasi (in realtà criminali e jihadisti che hanno rovinato non solo la Libia). Mercenari di Gheddafi (accusa smentita ex post da tutti). Niente pericolo di un regime islamico (!). Niente esodo di profughi (!).
 
Tutte balle… diceva lui. E non si è mai scusato. Neanche con i pacifisti non di destra. Pochi, ma c’erano e ci sono. Anche se non possono far nulla contro chi, per miopia assoluta o interessi di parte, favorisce guerre diaboliche.
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Ventotene e dintorni di Alessandro Mariani Ventotene e dintorni

Ventotene e dintorni

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il 25 aprile non è più nostro di Michelangelo Severgnini Il 25 aprile non è più nostro

Il 25 aprile non è più nostro

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'inutile alleanza di Michele Blanco L'inutile alleanza

L'inutile alleanza

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti