Protestare per un diritto violato? Nella Grecia della Troika non si può

Addetti alle pulizie manifestano dopo essere stati ingiustamente licenziati. E la polizia reagisce così...

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Protestare per un diritto violato? Nella Grecia della Troika non si può


Forte con i deboli e debole con i forti. La Grecia sotto commissariamento della Troika si dimostra sempre più questo e il trattamento riservato alle poche centinaia di addetti alle pulizie del Ministero delle finanze, licenziati solo perché lo hanno imposto i creditori internazionali ed ora impegnati a rivendicare un loro diritto esistenziale primordiale, ne è solo la dimostrazione ultima.
 
La polizia greca, ci riporta KTG, ha ordinato l'avvio di una procedura d'investigazione interna contro il poliziotto che ha colpito sulla testa Fotini Nikitara, uno dei lavoratori nelle imprese delle pulizie che protestava martedì 10 giugno fuori dal ministero delle finanze. Lo dimostra chiaramente questo video, pubblicato da dromografos, che fa emergere come al momento del gesto del poliziotto non ci fosse alcuno scontro tra polizia e manifestanti. 


 
Sempre in relazione alla questione del licenziamento degli addetti alle pulizie, la Corte suprema greca ha accettato l'appello del Ministero delle finanze e la decisione è slittata al 23 settembre prossimo. Lo scorso anno, il Ministero delle finanze, ha messo oltre 400 addetti alle pulizie che lavoravano nei diversi dipartimenti nel cosiddetto "schema di mobilità", che prevede l'erogazione del 75% dello stipendio per otto mesi e poi la possibilità del licenziamento definitivo.  393 di loro hanno chiesto alle autorità giurisdizionali di essere assunti di nuovo ed a maggio il tribunale di primo grado di Atene ha ordinato la loro reintegrazione, motivando come salari tra 373 euro e 750 euro non possono essere "obiettivi" nella battaglia dello stato all'abbattimento del debito - dato che i servizi erano erogati da compagnie privare - e sottolineando come la maggior parte dei lavoratori avevano un'età compresa tra i 45 e i 60 anni e non avrebbero avuto molte possibilità di trovare un nuovo lavoro in un paese con il 27% di tasso di disoccupazione. Il Ministero delle finanze si è rifiutato di seguire l'ordinanza della Corte e ha fatto appello alla Corte Suprema per cancellare la sentenza che prevede il reintegro di questi lavoratori. Tra coloro di quest'ultimi che protestavano il 10 giugno davanti al Ministero c'era anche Fotini Nikitara.
 
Ma la questione non è finita qui. Ieri si è svolta una nuova protesta da parte di questi lavoratori, sempre davanti al Ministero delle finanze nel centro di Atene. E a fronte di 50 manifestanti disarmati, c'erano tre file di poliziotti in tenuta antisommossa.






Durante le cariche, diverse donne, molte con un'età superiore ai 45 anni, sono cadute a terra e due di loro insieme alla photo-reporter Tatiania Boliari sono state portate all'ospedale. Secondo alcuni testimoni oculari, un gruppo di poliziotti ha approfittato della caduta della giornalista e ha iniziata a colpirla con dei calci. 


 
Conclude così KTG: "Non sono sicuro che i poliziotti stessero seguendo gli ordini del vecchio ministro dell'ordine pubblico Dendias o che il nuovo ministro Kikilias volesse cercare di scoprire come si applica l'ordine pubblico verso protestanti disarmati".

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