L'impero si sta sgretolando, per questo ha bisogno della guerra

L’Impero è ben conscio che sta perdendo la presa sul potere globale

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L'impero si sta sgretolando, per questo ha bisogno della guerra

Il mondo è in subbuglio. Come nei primi anni ’40, sta prendendo forma qualcosa di enorme, qualcosa d’irreversibile, scrive Andre Vltchek su Counterpunch (Traduzione di Giuseppe Volpe per ZNetItaly)
 
Quasi tutti noi che abbiamo analizzato l’Impero combattendo la propaganda e il nichilismo che diffonde, e i suoi tentacoli velenosi che si estendono a ogni angolo del globo, sappiamo che ‘compiacere’ l’imperialismo occidentale è chiaramente impossibile, tanto quanto è impraticabile e persino immorale.
 
Proprio come amava dire George W. Bush (chiaramente attingendo alla retorica cristiana fondamentalista): “O siete con noi o siete contro di noi”. I paesi sono oggi evidentemente messi alle strette: “o accettano la dottrina neocolonialista occidentale’ o sono distrutti, uno dopo l’altro, come lo sono stati l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria.
 
Nessuna logica può essere d’aiuto, nessun negoziato, nessuna mediazione internazionale delle Nazioni Unite. La disponibilità al compromesso è derisa. Gli appelli alla semplice compassione umana non smuovono nemmeno di un dito i reggitori dell’Impero.
 
E’ chiaro che l’Impero si sta preparando all’assalto finale. Non cederà. Attaccherà, distruggerà e annienterà. Nessuna ipotesi sul quando, ma lo farà. E accadrà piuttosto presto che tardi, e con una forza enorme.
 
Qualcuno potrebbe chiedere ‘perché ora? Perché c’è improvvisamente una simile corsa alla battaglia finale per il controllo totale del pianeta?’
 
La risposta è molto chiara: per la prima volta il disgusto nei confronti dell’Impero è diffuso e mondiale. Molti stanno guarendo dalla cecità.
 
La maschera di benevolenza e razionalità è stata strappata da canali mediatici potenti con sede in paesi dell’America Latina, in Russia, Cina, Iran ma anche in America del Nord, dove i media indipendenti stanno svolgendo un ruolo sempre più importante. Non è nemmeno più questione di una qualche elaborata ‘obiettività’. Per dire le cose come stanno è sufficiente chiamare il fascismo con il suo vero nome, come è sufficiente identificare gli omicidi di massa perpetrati dall’Impero in tutti i continenti!
 
La maschera è caduta è ciò che ora è esposto è orripilante: il volto di un mostro, con sangue e pus, e un ghigno avido e zanne feroci. E’ un mostro tuttora innamorato di sé stesso, incapace di vedere quanto è spaventoso. Rimane fiero del suo dogma religioso fondamentale, che spesso non considera nemmeno ‘religioso’. Vive di bigottismo e al tempo stesso di una contorta fede nel fondamentalismo del mercato che tutto e tutti sono in vendita. E’ un mostro pieno di complessi, sia di superiorità, sia d’inferiorità.
 
Non è un mostro felice e quelli che produce sono prevalentemente dei miserabili, soli e spaventati. Ma non può cambiare, non può tirarsi indietro, non può mollare la presa. Preferirebbe piuttosto distruggere i suoi figli e il mondo che ammettere di aver sbagliato tutto, per anni, decenni e secoli.
 
Oggi molti ne hanno avuto abbastanza e alcuni hanno persino dimenticato la paura! E il mostro lo sa, e in realtà è esso stesso spaventato, da quelli che non sono spaventati da lui.
 
Le voci dei senza voce oggi risuonano sempre più forte; noi ci assicuriamo che lo facciano!
 
Salvo nei paesi in cui gli intellettuali e le ‘élite’ si sono totalmente svenduti, come in Indonesia o in Malesia, gli atti orrendi del colonialismo e del neocolonialismo dell’Europa e del Nord America sono finalmente discussi, analizzati e capiti.
 
E il mostro, l’Impero, sa che è l’inizio della fine.
 
Non può vivere da uguale. Perciò combatterà la sua battaglia finale. Cercherà di vincere. Oppure cercherà di distruggere il mondo. Per la vita, per lui, non merita di essere vissuta se non ha il controllo totale; se il suo Dio non ha il controllo, se non è percepito come il gendarme del manifesto divino. 

[..] L’Impero ha portato così tanti orrori, così tante umiliazioni a così tanta gente; a miliardi di persone di tutto il mondo … e per loro, per così tanti di loro, chiunque si schieri contro l’Impero è un eroe. E’ questo che ho sentito recentemente, di prima mano, da persone in Eritrea, Cina, Russia, Palestina, Ecuador, Cuba, Venezuela, Sudafrica, per citare solo alcuni luoghi.
 
Ed è per questo che l’Impero ha oggi ‘tanta fretta’, indisponibile ad attendere più a lungo, cercando di provocare la Russia, di portarla, metaforicamente parlando, ad ancora un’altra epica battaglia aperta, come quella combattuta in tempi antichi, sul ghiaccio sottile, da Alexander Nevski.
 
L’Impero è troppo di corsa, troppo spaventato per riflettere, per capire, per ricordare che ogni invasore ha dovuto impararlo con le cattive: la Russia può essere attaccata e i russi possono essere uccisi a milioni. Possono esserci fuoco e devastazioni; possono esserci rovine, lacrime e tombe, tombe, tombe … Madri che seppelliscono i figli e figli che tornano a casa per trovarvi solo ceneri. Ma la Russia non può essere sconfitta. Quando è in gioco la sopravvivenza del mondo la Russia si alza in piedi, enorme, potente e spaventosa. E lotta come nessun’altra nazione è in grado di lottare; lotta per l’umanità, non solo per sé stessa. E vince.
 
Quando arriva un tale momento, c’è un unico modo possibile per sconfiggere la Russia: distruggere il mondo intero.
 
E pronto a questo, signor Obama? Siete pronti a questo Stati Uniti ed Europa delle industrie? Siete pronti a questo, cristiani pentecostali, televangelisti e altri esseri moralmente defunti?
 
Pensateci due volte. Un altro passo e vi troverete ad affrontare due nazioni enormi e dozzine di altre più piccole, pronte a lottare per la sopravvivenza di un genere umano.
 
La vostra unica forza sta nelle vostre armi di distruzione di massa e, perciò, nel diffondere paura. E la maggior parte dei vostri argomenti non ha fondamenta nella verità, solo nell’inganno e nelle menzogne.  

Fermatevi oppure ci sarà una lotta. E perderete, o perderemo tutti, ma voi perderete in ogni caso, perché questa volta Russia e Cina, Venezuela e Cuba e altri e molti altri non arretreranno, non più, mentre altri si uniranno. 

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