Il miliardario russo Vyacheslav Taran, presidente del gruppo Libertex e fondatore del Forex Club, società specializzate in criptovalute, è morto il 25 novembre in un incidente in elicottero in Costa Azzurra.
Creato in Russia negli anni ’90 (era Eltsin), al Forex Club e alla sua consociata Libertex è stato interdetto di vendere e comprare nel proprio Paese dopo aver infranto diverse norme a danno degli investitori, ma continuava a operare all’estero.
Ne scrive Newsweek che annota come Taran sia il terzo magnate delle criptovalute morto nel giro di poche settimane: “La scorsa settimana, Tiantian Kullander , un uomo d’affari di Hong Kong di 30 anni, è morto improvvisamente nel sonno mentre si ipotizzava che la società da lui fondata, l’Amber Group, fosse sul punto di concludere un investimento significativo e multimilionario”.
“Alcune settimane prima, Nikolai Mushegian, uno sviluppatore di criptovalute russo di 29 anni, sarebbe annegato mentre nuotava al largo di una spiaggia a Puerto Rico dopo aver pubblicato un messaggio paranoico nel quale rivelava di aver ricevuto minacce di morte su Twitter”.
Non solo decessi, si annota che il mondo dei soldi virtuali è scosso dal fallimento della FTX, che rischia di trascinare con sé altri giganti del settore (Wired). Non si sa bene cosa stia succedendo, prima o poi qualcuno forse lo spiegherà. Quel che è certo è che nel mondo delle criptovalute si sta consumando una guerra segreta.
Mondo oscuro, nel quale l’unica regola reale è la finzione e la truffa, ovviamente legalizzata, è possibile che quel che sta avvenendo al suo interno abbia a che vedere con la guerra ucraina, catalizzatore di tanti conflitti.
La storia delle criptovalute è alquanto istruttiva: tale mostro è l’ultimo prodotto partorito dalla grande Finanza figlia del liberismo selvaggio, dominus incontrastato dell’Occidente.
Si tratta, infatti, di una banale evoluzione della Tecnofinanza, nella quale il connubio tra denaro virtuale, proprio degli strumenti usati da tale finanza, e tecnologia si è fatto tanto stretto da diventare una cosa sola, consentendo ai soliti noti e ai loro agenti (ragazzi pseudo-prodigio messi su a far da Ceo di società che muovono capitali immensi e altrettanto criptici) di far soldi senza far nulla, incrementando sempre più la propria ricchezza a scapito di quella delle moltitudini.
La guerra ucraina sta mettendo in crisi tale sistema, dal momento che un aspetto non secondario del conflitto è il fatto che la ricchezza reale è tornata ad avere un suo peso specifico, come dimostra la resilienza dell’economia russa nonostante la stretta subita, possibile grazie alle sue immense ricchezze naturali, non solo energetiche, e al fatto di avere in cassa tanto oro.
A margine di tale considerazione, e sempre sul conflitto, si può anche notare l’ironia che sottende la rivendicazione dell’Occidente di difendere l’ordine internazionale basato sulle regole, laddove la Regola della Tecnofinanza che lo domina è che per essa non esistono regole, tale il risultato della deregulation iniziata nell’era Reagan e portata al parossismo attuale.
In attesa di ulteriori sviluppi della guerra segreta che sta impazzando nel mondo delle criptovalute, si può notare una circostanza alquanto bizzarra: FTX, la società di criptovalute fallita di recente, aveva un ruolo nella guerra ucraina.
Ne abbiamo scritto in altra nota, accennando al flusso di soldi che, stanziati dal Congresso Usa in favore di Kiev, rifluiva all’indietro, ritornando in parte agli stessi congressisti attraverso FTX.
Non sapevamo, lo abbiamo scoperto attraverso una banale ricerca su internet, che la FTX si era impegnata ad aiutare Kiev per quanto riguarda armi e altro. Riportiamo una notizia riferita il 14 marzo 2022 da prnewswire.com, fonte Everstake, un colosso delle criptovalute.
“È stato lanciato ufficialmente il sito web ufficiale di ‘Aid+For+Ukraine‘ un’iniziativa che raccoglie fondi dalla comunità delle criptovalute a beneficio delle esigenze militari e umanitarie dell’Ucraina. L’iniziativa è promossa dal Ministero della Trasformazione Digitale dell’Ucraina, FTX ed Everstake. È il primo caso in cui un interscambio di criptovalute crea un canale per le donazioni di criptovalute a un istituto finanziario pubblico”.
Se si cerca Aid-for-Ukraine abbinato a Everstake su Google si arriva alla pagina corrispondente del sito della società di criptovalute e, cliccando su Aid-for-Ukraine, si è indirizzati al sito gestito dal governo di Kiev United24, dedicato appunto agli aiuti all’Ucraina.
Vi campeggia una bella foto di Zelensky alquanto azzeccata perché, come recita lo strillo del sito, United24 è una “iniziativa del presidente dell’Ucraina”.
“L’obiettivo di UNITED24 – si spiega sul sito – è quello di incrementare le donazioni all’Ucraina e garantire l’efficienza e la trasparenza della loro distribuzione. La piattaforma ufficiale ti protegge da ritardi, intermediari e frodi” (quest’ultima annotazione suscita certa ilarità dopo il capitombolo di FTX).
Dopo aver visto tutto questo, appare meno strano il fatto che il Ceo di FTX Sam Bankman-Fried e il presidente Zelensky siano stati invitati entrambi, insieme ad altre personalità, a un convegno che si terrà a a New York la prossima settimana.
Ne dà notizia il Timesofisrael, secondo il quale Bankman-Fried dovrebbe intervenire nonostante il crack della sua impresa. “Sarà la sua prima apparizione pubblica da quando il suo impero delle criptovalute è crollato”, spiega il quotidiano israeliano. Evidentemente il ragazzo si sente le spalle coperte.
N.B. Tra le curiosità annotiamo anche cognome dell’ex enfant prodige delle criptovalute, Bankman-Fried – dall’unione dei cognomi di padre e madre, entrambi professori di diritto a Standford – che tradotto suona un po’ come “uomo di banca fritto”. Praticamente una profezia.
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