Gli attacchi israeliani in Libano hanno ucciso 700 persone

Le richieste provenienti da diversi Paesi per una tregua in Libano sono sistematicamente ignorate da Israele che continua la campagna di bombardamenti che ha causato, finora, da lunedì scorso, la morte di più di 700 persone.

Da Washington sostengono che la tregua proposta ieri ad Israele insieme ad altri Paesi, era stata “coordinata” con Tel Aviv.

Che Israele non avesse alcuna intenzione di attuare un cessate il fuoco si è visto nella giornata di ieri, lanciando 115 attacchi aerei che hanno ucciso 60 persone in diverse parti del Libano meridionale e orientale e nel quartiere meridionale di Beirut.

"Oggi (ieri per chi legge NDR) sono stati registrati circa 115 attacchi in diverse zone del Libano, provocando 60 martiri e 81 feriti", ha riferito il coordinatore del piano di emergenza del governo e ministro dell'Ambiente libanese, Nasser Yassin.

Ha inoltre precisato che negli ultimi due giorni sono fuggiti in Siria circa 15.600 siriani, già sfollati a loro volta, e più di 16.000 libanesi.

Hezbollah risponde colpo su colpo

Nonostante lo scontro impari per strutture e forze militari, il Movimento di Resistenza libanese continua a rispondere agli attacchi di Israele

Haifa, infatti, la terza città israeliana, nonché importante centro economico, è stata attaccata, questa mattina, con missili lanciati dal Libano.

Secondo i media locali, dopo gli attacchi missilistici effettuati dal Movimento di resistenza libanese, Hezbollah, si sono sentite decine di forti esplosioni ad Haifa e nei suoi sobborghi.

Secondo fonti d'informazione israeliane, un totale di 10 razzi lanciati dal Libano hanno colpito Haifa, situata nel nord dei territori palestinesi occupati.

Su Telegram, Hezbollah ha confermato di aver lanciato missili Fadi-1 contro la città israeliana di Kiryat Ata, al confine con Haifa.

Sirene di allarme sono state attivate dentro e intorno al porto occupato di Haifa.

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