17 MILIARDI REGALATI DAL PD ALLE IMPRESE IN CAMBIO DI NULLA 

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di Giorgio Cremaschi


Un’azienda assume quando ha del lavoro da far fare a chi assume sennò non lo fa. È un principio economico che è ancora più brutale dove domina il mercato ed è paradossale che proprio i politici che del mercato hanno fatto una divinità, poi se ne dimentichino. 
Il PD con il Jobsact ha regalato in tre anni 17 miliardi di sgravi contributivi alle imprese, ce lo dice ora l’INPS.

Renzi spiegò che questo serviva ad incentivare le assunzioni a tempo indeterminato. È bene ricordare che lo stesso governo PD aveva abolito la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiusti per tutti nuovi assunti. Quindi anche le assunzioni stabili in realtà sono precarie, perché si puó essere liberamente licenziati in qualsiasi momento. 

Ciononostante i dati Inps ci forniscono un quadro clamoroso e scandaloso. Le conferme a tempo indeterminato dopo i tre anni di contributi delle stato sono per il 54% dei lavoratori. Prima quando non c’erano gli incentivi erano del 51%. Insomma con 17 miliardi dati alle imprese su un totale di 1,5 milioni di assunzioni, solo il 3% in più rispetto al triennio precedente è diventato a tempo indeterminato ( lo ripeto, con la libertà di licenziamento). Insomma le aziende hanno assunto esattamente coloro che comunque avrebbero assunto, qualcuno in più rispetto al passato per la ripresa economica. Quindi i 17 miliardi non sono diventati più lavoro, ma più PROFITTI per le imprese. Un puro regalo, come lo sarebbero tutti gli sgravi fiscali promessi dall’attuale governo. Maggiori profitti delle imprese finanziati dallo stato, riducendo la contribuzione pensionistica e le tasse, cioè tagliando risorse alle pensioni e allo stato sociale. Cioè chiedendo ai lavoratori ed ai poveri di pagare i guadagni in più dei padroni. 



È una sfacciata politica di classe che dura da trent’anni e che non accenna a finire, visto che il governo attuale vorrebbe accompagnare il sacrosanto salario minimo con nuovi sgravi contributivi e fiscali alle imprese.

Cioè se vogliamo aumentare i salari dei lavoratori più sfruttati, dobbiamo tagliarci le pensioni e la sanità. E poi c’è chi si stupisce che ci sia chi fa fortuna in politica con la guerra tra i poveri..

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