Alessandro Di Battista: «Il mondo in pandemia non ha bisogno di una nuova guerra fredda»

Alessandro Di Battista: «Il mondo in pandemia non ha bisogno di una nuova guerra fredda»

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di Alessandro Di Battista

Per aver detto che condivido l'analisi del professor Parenti sulla nuova guerra fredda, questa mattina diversi giornali hanno deciso di attaccarmi. Il bello è che si tratta di giornali che, a chiacchiere, difendono libertà individuali, diritti umani, pluralismo. Poi se qualcuno osa discostarsi dal pensiero dominante viene trattato come un derelitto, un eretico e, ovviamente, viene strumentalizzato tutto quel che dice.

Il mondo, soprattutto in pandemia, non ha bisogno di una nuova guerra fredda, non ha bisogno di una nuova corsa agli armamenti, non ha bisogno della geopolitica sui vaccini.
L'Europa (Italia inclusa) dovrebbe lottare per la propria indipendenza senza accettare come oro colato qualsiasi linea politica decisa da Washington.
Gli Stati Uniti sono un paese che per molti aspetti ho sempre ammirato (un frodatore del fisco in USA starebbe in galera, certo non verrebbe ricevuto da Draghi con un caloroso “grazie per essere venuto”) tuttavia credo che, dopo l'invasione di Panama per il controllo del canale, dopo le bombe su Belgrado, dopo la guerra in Afghanistan, dopo quella in Iraq costruita su armi chimiche inesistenti - perché ahimè giù usate da Saddam sui curdi-, dopo quella in Libia che, oltretutto, ha distrutto gli interessi italiani (decisa dalla Clinton e Sarkozy), dopo l'intervento in Siria che ha causato milioni di profughi utilizzati da Erdogan per batter cassa in Europa, viste le enormi disparità economico-sociali presenti nelle metropoli USA, visto il comportamento delle forze di polizia, visto il dilagare di fenomeni di razzismo e violenza in un paese dove per acquistare armi non dico che sia sufficiente andare al supermercato ma poco ci manca, beh, un Paese con questi evidenti limiti non possa né debba dare lezioni di diritti umani a nessuno.
Chi lotta davvero affinché i diritti umani vengano rispettati in ogni parte del mondo sa che la prima cosa da fare è guardare in casa propria. Perché se il tema dei diritti umani diventa (ancora una volta) la scusa con la quale attaccare Stati sovrani o progetti economici beh, non si farà molta strada. E questo vale per Washington e per i suoi emissari nelle redazioni di alcuni giornali nostrani.
Ultima cosa. Ai giornalisti che ieri si saranno detti “randelliamo Di Battista per le sue opinioni” dico che non saranno bieche condanne a farmi cambiare idea o silenziarmi perché, come disse Rhett Butler a Rossella O'Hara: “francamente, me ne infischio”.

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