Alitalia, teatri e Partite Iva: la lotta deve essere unica o saremo travolti
La realtà ha valore più di qualsiasi smentita o tentativo maldestro di strumentalizzazione.
Oggi in piazza non sono scesi "4 fascisti facinorosi": nella mobilitazione dei lavoratori del comparto aereo sventolano le bandiere USB e dei sindacati di base, delle associazioni di categoria. Davanti al Mise al grido "se noi non voliamo, il Paese resta a terra" c'è un'altra parte di italiani, anch'essi, come lunedì ristoratori e lavoratori autonomi, come martedì ambulanti e partite Iva a Circo Massimo, vittime sacrificali della gestione scellerata dell'emergenza covid, senza soluzione di continuità da Conte a Draghi.
Una crisi insostenibile e migliaia di addetti del trasporto aereo che rischiano il lavoro. Le compagnie restano a terra. Ma a terra, con loro, resta tutto il Paese. E anche qui le immagini ci restituiscono forze dell'ordine in tenuta antisommossa, scenari da strategia della tensione di storica memoria.
Sempre oggi i lavoratori del settore dello spettacolo teatrale e non “4 fascisti facinorosi” hanno occupato il Globe Theatre di Roma, una volta diretto da Gigi Proietti. Lo slogan scelto dalle artiste e dagli artisti è proprio una frase di Proietti: “A me gli occhi, please”.
Altri teatri sono stati occupati in tutta Italia da lavoratori in ginocchio, umiliati, abbandonati.
E qui veniamo però al punto centrale perché la strategia mediatica è chiara. Dei “4 fascisti facinorosi” se ne parla perché violenti, i lavoratori di Alitalia vengono censurati, quelli del teatro una piccola nota di colore perché sono “artisti”: il divide et impera per impedire la creazione di una coscienza di classe e, al contrario, alimentare una guerra tra poveri è l’obiettivo oggi del Governo Draghi. Lo ha sintetizzato magistralmente Vladimiro Giacché in questi 2 superlativi minuti e davvero non bisogna aggiungere altro.
Dividere i lavoratori, fare in modo che non acquisiscano coscienza di classe, attraverso vari distinguo, classi e sottoclassi, senza aver capito che semplicemente la classe media è scomparsa e c’è un immenso sottoproletariato, con le Partite Iva che sono oggi al livello più sfruttato come stanno prendendo coscienza.
La battaglia di ristoratori, Partite Iva, lavoratori nei teatri, cinema, i lavoratori di Alitalia, in generale il “lavoro”, o è unitaria oppure è destinata ad essere travolta. E questa lotta non deve essere rivolta contro i finti nemici creati ad arte, ma contro il vero avversario: il capitale transnazionale, impersonificato dall'Unione Europea e dalle barbarie del regime neo-liberista che ci ha imposto negli ultimi 30 anni.
La prossima volta a manifestare con le partite Iva e “io apro” ci devono essere anche i lavoratori di Alitalia e dei teatri. Ad occupare i teatri ci devono essere anche le partite Iva. Con i lavoratori di Alitalia ci devono essere anche i ristoratori etc.
La battaglia è unica e chi vuole dividerla persegue una terribile guerra tra poveri che permette alle multinazionali di fregare ogni anno miliardi alle casse dello Stato. Il sistema va ribaltato. Un nuovo modello di società è necessario, 30 anni di macerie neo-liberiste devono essere spazzate via e si può fare solo con più Stato a difesa e protezione del lavoro che è per definizione nazionale. Solo da uno Stato forte può essere difeso il lavoro nazionale. Perché - lo ripetiamo per la terza volta in 2 righe sperando che sia chiaro - con meno Stato vince il capitale, appunto transnazionale. E vincono i media che servono i loro padroni affinchè possano fregarci tutti e godersi lo spettacolo di questa guerra tra poveri dai loro paradisi fiscali.
La lotta tra poveri deve essere evitata, "come la peste" si sarebbe detto un tempo. Perché la peste, il capitale transnazionale, va combattuta. Insieme.