Canada: repressione e conti congelati per il 'Freedom Convoy'. Benevuti nel 'mondo libero' di Trudeau

Canada: repressione e conti congelati per il 'Freedom Convoy'. Benevuti nel 'mondo libero' di Trudeau

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

La polizia canadese, che ha avuto mano libera nella repressione brutale delle proteste dopo che il presidente Trudeau ha invocato la legge marziale, 'sblocca' Ottawa paralizzata dalle proteste contro le gli obblighi vaccinali e le politiche pandemiche del governo canadese. 

La stampa locale riferisce di oltre 100 arresti e di più di 20 mezzi portati via nelle scorse ore nell'ambito dell'operazione di polizia per lo sgombero di manifestanti e camionisti dopo che il premier Justin Trudeau ha invocato il ricorso alle leggi di emergenza per mettere fine alla protesta partita dai camionisti del Freedom Convoy, ma poi andando ad allargarsi ad altre fasce della popolazione. 

Già nella serata di giovedì la polizia ha iniziato a muoversi nei quartieri del centro, arrestando i manifestanti. I primi arresti sono stati quelli di organizzatori chiave delle proteste, tra cui Tamara Lich e Chris Barber. I due sono stati descritti come i principali leader del movimento. 

"Siamo assolutamente impegnati a porre fine a questa protesta illegale. Abbiamo il piano, abbiamo l'impegno, abbiamo le risorse", aveva anticipato giovedì il capo della polizia ad interim Steve Bell ai giornalisti. Per sedare le future proteste saranno realizzati almeno 100 posti di blocco nel centro della capitale canadese. Chiunque non abbia un motivo legittimo per entrare nell'area sarà fermato, affermava la polizia. 

Molti canadesi sono indignati per il fatto che il loro governo abbia fatto ricorso a tali poteri (che non si vedevano da cinquant'anni) contro quelle che sono state descritte come "proteste pacifiche", ma l'amministrazione Trudeau vede le cose un po' diversamente, definendo i camionisti "frangia" e trattandoli come "terroristi". 

Curiosamente si tratta dello stesso governo che appena ieri tramite Twitter attaccava Cuba lamentando che l’isola non rispetti la libertà di parola. Lo stesso governo pronto a scagliarsi contro altri governi come quello del Venezuela e del Nicaragua, accusati di non rispettare i diritti umani e la libertà di esprimere il dissenso. 

Trudeau però ha mostrato che quel che vale per gli altri non vale per il suo governo, ricorrendo a legge marziale e pugno di ferro per porre fine alla legittima protesta di tanti lavoratori colpiti duramente dalle politiche pandemiche del governo liberale canadese. 

Tra l’altro Trudeau non si è nemmeno degnato di ascoltare le ragioni dei camionisti e degli altri manifestanti a Ottawa e in altre città del Canada. Bollandoli, come abbiamo visto, alla stregua di una piccola frangia di estremisti no-vax. 

Che differenza abissale con il ‘dittatore’ cubano Diaz-Canel, il quale subito dopo le manifestazioni della scorsa estate contro il governo si è recato sui luoghi della protesta per sentire le ragione del malessere. Nonostante si trattasse in buona parte di un dissenso, diciamo così, spinto da forze esterne. 

Ma l’attacco di Trudeau ai manifestanti non si ferma alla repressione materiale in piazza. Le banche hanno iniziato a congelare i conti di alcuni manifestanti coinvolti nei blocchi in base alle informazioni fornite dalla RCMP, secondo il vice primo ministro Chrystia Freeland. 

Il ministro ha anche detto di avere statistiche specifiche sul numero di conti congelati che saranno rese pubbliche "a tempo debito, e presto", ma che non sono state divulgate immediatamente per evitare di compromettere "azioni operative". 

Una lettera inviata dalla RCMP alle banche cita meno di 20 persone che il servizio di polizia nazionale ha identificato come coinvolte in atti illegali legati alle manifestazioni.

BMO Bank ha congelato addirittura i conti di Druthers News, un giornale del paese. Il proprietario Shawn Jason Laponte lo denuncia in questo video.

Un dibattito sulla decisione del governo federale di invocare l'Emergencies Act ha avuto luogo mentre la presenza della polizia andava molto intensificandosi. Il primo ministro Justin Trudeau ha dato il via al dibattito, nella temporanea Camera dei Comuni nel blocco ovest del Parlamento, riconoscendo la frustrazione pubblica con le restrizioni pandemiche, mentre dichiarava ancora una volta le proteste illegali e pericolose.

Nel frattempo, l'Associazione canadese per le libertà civili ha annunciato la sua intenzione di fare causa al governo federale per aver invocato l'Emergencies Act. 

L'uso dei poteri di emergenza da parte di Trudeau ha già proibito i viaggi, vietato le proteste, portato ad arresti di massa, bloccato le donazioni e congelato i conti bancari dei camionisti e dei loro sostenitori. Le persone sono infuriate e si paventa un possibile bank run. Ossia corsa agli sportelli per ritirare i contanti. 

Per adesso è tutto dal cosiddetto ‘mondo libero’. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

Potrebbe anche interessarti

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso di Fabrizio Verde Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Liberal-Autocrazie di Giuseppe Giannini Liberal-Autocrazie

Liberal-Autocrazie

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Il primo dei poveri di Pasquale Cicalese Il primo dei poveri

Il primo dei poveri

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La crisi nel Corno d’Africa di Paolo Arigotti La crisi nel Corno d’Africa

La crisi nel Corno d’Africa

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti