Chi è Zhang Zhan, la “giornalista” che monopolizza i TG? Un quadro completo sulla questione

Chi è Zhang Zhan, la “giornalista” che monopolizza i TG? Un quadro completo sulla questione

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Proponiamo ai nostri lettori questo articolo di inizio anno sulla 'citizen journalist' cinese Zhang Zhan. Articolo che resta di attualità perché nella stampa occidentale la vicenda è stata riproposta per attaccare - ça va sans dire - la Cina.

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di Marcello Colasanti - Il Giornale del Riccio

Con grande clamore e spazio mediatico è stata divulgata la notizia dell’arresto di Zhang Zhan.
Secondo gli organi d’informazione occidentali, si tratterebbe di una “giornalista cittadina” cinese dissidente, rea di aver divulgato “la verità” sulla pandemia a Wuhan e per questo condannata dal regime ad una pena di 4 anni.

Come per la totalità delle informazioni che riguardano la Cina, in particolar modo per quelle più diffuse e sensazionalistiche, quanto di vero e verificato c’è nelle parole dei nostri media?

CHI E’ ZHANG ZHAN?

La prima affermazione da smentire è sulla professione: Zhang Zhan non è una giornalista (tantomeno una “giornalista cittadina”, termine privo di significato alcuno), ma una comune cittadina cinese con un canale YouTube e vari account social.
La seconda è sulla condanna: le azioni per cui è stata emessa la sentenza non riguardano la “libertà di espressione e informazione“, come riportato in tutti i servizi, ma per altri comportamenti punibili in qualsiasi paese (o almeno, dovrebbero sulla carta): parliamo di mancato rispetto della quarantena, forzatura e danneggiamento dei check point di controllo, intralcio al lavoro degli operatori sanitari, diffusione di gravi fake news e teorie del complotto durante uno stato di emergenza, provocazioni ad agenti di polizia e passanti, violazione della privacy dei pazienti d’ospedale, con l’aggravante della recidiva, dato che era già stata richiamata per tali comportamenti.
Per i reati di cui sopra, in parte riscontrabili dai video caricati su YouTube nel suo canale, le normi vigenti cinesi prevedono una pena di 5-6 anni di reclusione, ridotti in via definitiva a 4.

Zhang Zhan è definibile come una “disturbatrice” che in un momento gravissimo per la città di Wuhan, dove era richiesta la collaborazione massima di tutti i cittadini, ha iniziato a registrare filmati di provocazione e disturbo, scrivere articoli e rilisciare interviste con il fine di distorcere gli eventi e dare sponda alle tesi complottiste che imperversavano in occidente.
Nonostante le azioni e le informazioni di Zhang Zhan fossero prive di ogni valenza giornalistica, l’attenzione e lo spazio mediatico riservato ai suoi video è stato notevole, soprattutto negli Stati Uniti, dando più rilevanza a quest’ultimi rispetto ai migliaia di servizi, video ed articoli di professionisti del settore, giornalisti e blogger presenti nei mesi di lockdown a Wuhan e in Cina, sia cinesi che stranieri (molto attivi anche gli italiani), in cui la realtà della situazione era ben lontana da quella narrata in occidente.

Un rider a Wuhan durante il lockdown.
 

Citando un estratto dell’intervista a Sara Platto, professoressa e veterinaria italiana della Jianghan University di Wuhan, che ha vissuto tutto il lockdown nella città dell’Hubei: “Quanto all’informazione, una cosa che ha molto amareggiato non solo me, ma anche gli altri italiani rimasti a Wuhan, è stato l’atteggiamento della stampa italiana e internazionale di fronte all’emergenza: tutte le teorie di cospirazioni strane, le immagini e video falsi, il continuo tentativo di fare sensazionalismo. Noi qui eravamo davvero arrabbiati. La stampa non ha fatto che criticare la Cina, cercando ogni possibile sbaglio in ogni cosa che faceva. Era allucinante! “

Tra i media che hanno riportato sovente i video della Zhang come dato certo, divenendo la persona di riferimento per le interviste poi rimpallate anche sui più autorevoli giornali, c’è Radio Free Asia, organizzazione fondata e finanziata dal governo degli Stati Uniti in funzione anti-comunista (così riportato anche su Wikipedia); The Epoch Times, giornale d’estrema destra americano famoso per la diffusione di teorie del complotto, propaganda QAnon e no-vax, per essere il finanziatore numero uno su Facebook delle pubblicità pro-Trump (con tanto di articolo NBC), il sostenere che il mondo è controllato dallo “spettro del comunismo”, nonché la voce principale della setta del Falun Gong (teniamo a mente che ci torneremo); per arrivare fino all’Apple Daily di Jimmy Lai (di lui ne parliamo qui).

The Epoch Times, quotidiano d’estrema destra famoso per teoria QAnon e la vicinanza al Falun Gong. Donald Trump e Li Hongzhi.

I REATI

Andando nello specifico dei reati e delle informazioni divulgate, citandone solo alcuni:
– a Giugno venne messa in circolazione la notizia che a Wuhan fosse scoppiata una seconda ondata pandemica. Zhang Zhan ha speculato insieme ai sopracitati media americani, dando per certa una fake news immediatamente smentita dalle autorità (come poi dimostrato).
– Zhang ha affermato di aver visitato il crematorio di Wuhan in coincidenza di una delle fake news più macabre di Radio Free Asia, in cui si accusava il governo locale di aver cremato ancora vivi alcuni malati di Covid-19, oltre alla discrepanza sul numero di morti-cremati. Questa notizia, rimbalzata su tutti i media occidentali, si basava su un “documento” mai rilasciato in mano a Radio Free Asia. Nessun media ha rettificato la fake news.
– Nei primissimi momenti dell’epidemia, prima della costruzione degli ospedali dedicati al solo Covid-19 (quelli costruiti in 7-10 giorni), a Wuhan c’è stato un sovraccarico delle strutture sanitarie. La Zhang ha violato la privacy dei pazienti facendo riprese di malati a volto scoperto (reato in qualsiasi paese), con l’intento di rappresentare la falsa immagine di uno sbando sanitario. La stessa è stata richiamata e allontanata, intralciando il lavoro del personale sanitario. Qui uno dei video in questione, dove viene allontanata immediatamente.
– In più occasioni la Zhang ha violato le disposizioni di lockdown tentando di superare i varchi di controllo, provocando e infastidendo sia gli addetti ai controlli che le forze dell’ordine, arrivando a danneggiare in più occasioni le recinzioni (ricordiamo che anche questo è reato in qualsiasi paese sotto lockdown). In uno di questi video si può ascoltare un poliziotto che le chiede se fosse una giornalista (in questo caso, avrebbe avuto l’autorizzazione a passare e registrare per il proprio servizio), la sua risposta è “ti ho già detto che non sono una giornalista”“, per questo invitata a tornare indietro. VIDEO1. VIDEO2. VIDEO3.

 


Ricordiamo che queste azioni avvenivano in regime di lockdown e in concomitanza ad un clima di ostilità internazionale verso la Cina, nel pieno di una nuova “guerra fredda” mediatica. La diffusione di tali notizie e comportamenti, recepiti da una popolazione fortemente provata da una lunga quarantena, assumono un peso particolare su cui bisogna soffermarci per comprenderne la gravità.

La Giudice della Corte Suprema statunitense di San Francisco Julie Tang, ha commentato l’accaduto con un articolo, questo un estratto (lo trovate completamente tradotto sul nostro sito, consigliata la lettura):
“L’azione di Zhang ha messo a repentaglio la vita. E deve essere ritenuta responsabile della sua azione affrontando una sentenza commisurata alle circostanze in cui è stata commessa e per il bene della società.
In altre parole, il suo diritto individuale alla libertà di espressione, per raccogliere notizie con lo scopo principale di inviarle nei paesi occidentali con cui la Cina era nel mezzo di una guerra fredda, deve lasciare il posto al diritto alla vita di 11 milioni di cittadini di Wuhan e 60 milioni di persone nella grande provincia di Hubei.
La Cina ha trattato la pandemia molto seriamente e con successo. Ogni cittadino cinese doveva assumersi la responsabilità della salute e della sicurezza di tutti gli altri. Ciò che Zhang ha fatto, in realtà, è stato l’opposto. Si è intrufolata in zone pericolose per scattare foto, ha scritto storie che hanno alimentato la curiosità occidentale e ha sostenuto l’attacco alle misure “draconiane” della Cina e presunte “bugie” sulla pandemia. Queste narrazioni sono state infondate e rimproverate dal successo della Cina nel contenere la pandemia. Non hanno alcun valore tranne che si aggiungono alla guerra dell’informazione che l’Occidente sta conducendo contro la Cina.
Inoltre, era una recidiva, essendo stata arrestata e avvertita di rimanere fuori dall’epicentro in precedenza. Ma è tornata indietro e ha continuato a fare ciò che era stata avvertita di non fare, una condanna a 4 anni alla luce delle circostanze sembra ragionevole.”

La Giudice statunitense Julie Tang.

FALUN GONG E FANATISMO RELIGIOSO

Ma da dove nasce tale ostilità? Di nuovo ci viene in aiuto la domanda iniziale, sul “chi è” il personaggio in questione.

Zhang Zhan è una fanatica cristiana e praticante del Falun Gong, una setta bandita in Cina (e non solo) dal 1999 a causa dei frequenti casi di ossessione maniacale, di suicidi tra i membri dell’associazione, per i disagi psichici, per il rifiuto delle terapie e dell’aiuto medico, dato che per le cure si affidano alla “guarigione miracolosa” praticata inizialmente dal “santoneLi Hongzhi, che unendo concetti ginnici del QiGong cinese a movimenti della danza tailandese, ne è il fondatore della setta.
Lo storico delle religioni Roman Silantev descrive così l’associazione: “Si tratta di una setta occulta di carattere totalitario, formata sulla base dell’attività ricreativa della ginnastica qigong. Il suo fondatore è stato capace di trasformare un’attività abbastanza innocua di pratiche ginniche in una serie di rituali pericolosi sia per i membri della setta, sia per le persone circostanti”.
Il Falung Gong rientra pienamente nel quadro degli estremismi religiosi, propugnando tesi reazionarie e d’estrema destra, nonché apertamente anti-cinesi e anti-comuniste, oltre ad essere uno dei tanti temi utilizzati dall’occidente e dagli Stati Uniti d’America per la propaganda anti-cinese (il suo fondatore, attualmente residente in USA, è stato candidato due volte al Premio Nobel per la Pace).
(in questo video, una manifestazione del Falun Gong a New York per “celebrare” il terremoto del Sichuan dove morirono circa 70.000 cinesi, dato che secondo loro “il cielo sta uccidendo i comunisti“).

Donald Trump riceve alcuni praticanti di Falun Gong.

 

Da qui comprendiamo l’attenzione e le interviste da parte del giornale The Epoch Times, che come abbiamo visto in apertura, è direttamente collegato al Falun Gong e agli ambienti estremisti di destra americani.
Da notare che sulla pagina Wikipedia dedicata a Zhang Zhan ogni riferimento al Falun Gong è stato recentemente cancellato in concomitanza con l’aumento dell’attenzione mediatica, lasciando solo i riferimenti al cristianesimo.

Le parole di un amico sulla sua “tendenza al martirio”.


Zhang Zhan presenta tutti i sintomi che rendono tristemente noti gli adepti del Falun Gong e i fanatici religiosi in generale. Come possiamo leggere su articoli di RFA.ORG e Mango Press, conoscenti e persone vicine a lei sono preoccupate per la sua “devozione estrema e tendenza al martirio“. Durante la perizia psichiatrica la donna continuava a recitare versetti e passi della Bibbia.
Più volte ha iniziato uno sciopero della fame che ha costretto il personale medico all’alimentazione forzata per la sua incolumità (descritto in occidente come tortura), dichiarando in un’intervista che lo sciopero “non era per se, ma per espiare i peccati delle persone malvagie“.
La donna evidenzia chiari problemi comportamentali, correlati in particolar modo all’appartenenza di una setta e alle connessioni con gli ambienti filo-occidentali che ne hanno fomentato ed esasperato il comportamento (esattamente come per altri “dissidenti” in Cina e ad Hong Kong) creando l’ennesimo feticcio per i media anglofoni da utilizzare nella guerra mediatica contro la Cina.
Riassume così un articolo di Mango Press di Hong Kong:
“Nessuno dovrebbe provare sentimenti negativi verso la signora Zhang, è un’anima persa, qualcuno che cerca qualcosa , ha bisogno di aiuto e speriamo che lo riceva per vivere una vita felice. Non è necessario che agisca in modo paranoico, crei cospirazioni o creda di essere una martire di Gesù o di un Dio. Abbiamo rancore nei confronti della sua storia che si trasforma in qualcosa che non è. L’opportunismo e, francamente, la cattiva pratica del giornalismo occidentale.”

UN PROBLEMA D’INFORMAZIONE

 

Sopra il titolo de Il Corriere della Sera, sotto de Il Fatto Quotidiano.

 

Come gli elementi descritti ci suggeriscono, la realtà dei fatti è profondamente differente da quella dipinta all’unisono dai nostri giornali. Se proprio vogliamo rimanere nel campo della buona fede (a cui poco crediamo), è chiaro che nessun organo d’informazione ha approfondito la questione, appoggiandosi in tutto e per tutto alla versione poco convincente e fallace di quotidiani estremisti.
Inoltre, l’utilizzo della parola “verità” in relazione ai video di Zhang Zhan da parte di ogni testata, risulta poco giornalistico e deontologicamente grave, calcolando che si tratta di un’unica voce, tra l’altro poco autorevole, contro quella di migliaia di altri blogger e professionisti del settore, cinesi e stranieri, che hanno documentato l’esatto opposto, con prove, testimonianze e reportage, sistematicamente elusi e non considerati.

Il comportamento di questa donna da noi è paragonabile a quello di un no-mask che (giustamente) critichiamo aspramente, se non addirittura denigriamo, facendo appelli alle istituzioni per elargire pene severe ed esemplari.
In tutto l’occidente, dagli Stati Uniti, alla Germania, alla Gran Bretagna, le stesse azioni (recidive) di Zhang Zhan vengono punite con l’arresto. Stesso discorso in Italia, su cui abbiamo montato un sipario penoso fatto di dirette TV con Barbara D’Urso ed elicotteri della Guardia di Finanza.

La domanda corretta che dobbiamo porci è: Come mai un soggetto del genere in occidente è un “ignorante no-mask“, ma in Cina diviene “un giornalista per la libertà di espressione“?

Conclude così Mango Press:
“I veri “giornalisti cittadini” o “informatori” sono persone come Snowden e Chelsea Manning, che denunciano crimini di guerra, sorveglianza di massa e violazioni dei diritti umani. Persone che parlano di cose o eventi che noi, cittadini del mondo, meritiamo di conoscere. Paragonare a loro una seccatura seriale e una cospirazionista religiosa come la signora Zhang Zhan è un dannato insulto. Un paragone più appropriato con la signora Zhang sarebbe con coloro che filmano se stessi mentre vengono cacciati da un negozio o da un ristorante perché si rifiutano di seguire le regole del blocco e indossano una mascherina. È un’anima torturata e viene usata come un’utile idiota, una pedina negli attacchi senza fine alla Cina, al popolo cinese e alle forme di governo socialiste. L’occidente ha bisogno di imparare a scegliere eroi migliori!”

Capodanno 2021 a Wuhan.

 

Sulla nostra PAGINA FACEBOOK abbiamo inserito continue smentite a fake news riguardanti la Cina.
A breve creeremo una pagina dedicata sul sito per raccoglierle tutte.

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LINK UTILI, FONTI E CITAZIONI

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