Covid, giovani e suicidi. Il neuropsichiatra Vicari lancia l'allarme

Covid, giovani e suicidi. Il neuropsichiatra Vicari lancia l'allarme

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Tra gli under30, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il suicidio è a livello globale la seconda causa di morte (subito dopo gli incidenti stradali). In Italia, l’Istat ha stimato circa 4mila suicidi ogni anno: di questi, oltre il 5% sono ragazzi sotto i 24 anni.

Stiamo parlando di 200 casi l’anno, un’enormità. E questo prima dell'era covid.

Durante la pandemia sono aumentati gravi episodi di depressione, autolesionismo, suicidio tra bambini e adolescenti. Ignorato dai media e dai politici è arrivata pochi giorni fa l'allarme del primario dell'unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza del Bambin Gesù, dottor Stefano Vicari. In un'intervista rilasciata a Repubblica fa il punto sui danni psichici causati dal lockdown. “Da ottobre ad oggi, quindi dopo la prima ondata Covid, abbiamo registrato un aumento dei ricoveri del 30% circa. Fino ad ottobre avevamo il 70% dei posti letto occupati ( 8 in tutto), oggi il 100%"

E ancora: "Nel 2011 abbiamo avuto 12 ricoveri per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non, mentre nel 2020 oltre 300, quindi quasi uno al giorno”.

“Tutto questo è assolutamente associato al periodo di chiusura, gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante. Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga”.

Mentre si assiste attoniti a uno spettacolo indecoroso delle istituzioni (con qualsiasi lente si voglia leggere), zone cromate, lotte di potere, scuole a singhiozzo a giorni alterni , genitori disperati che perdono il lavoro, chiudono l'attività, vivono il fallimento dei propri progetti di una vita e scaricano la rabbia e la frustrazione nelle 4 mura di una casa gabbia (quando c'è), dove le relazioni matrimoniali sono messe a dura prova dalla convivenza forzata e aumentano le violenze domiciliari....i giovani, questi dimenticati, colpevoli di essere giovani, di voler crescere e progettare un futuro, vivere i primi affetti, non seguono le dirette no stop dei media da Camera e Senato.

I sondaggi li descrivono abulici, disinteressati ai numeri delle maratone Mentana, stressati, sempre più automi. Il punto più drammatico che solleva il dott. Vicari è proprio questo: “C’è un altra fetta nel mondo di giovani che si chiudono sempre di più dentro casa, dentro la stanza, che trascorrono ore ai videogiochi senza nessun interesse sociale. Che vivono l’inutilità della relazione e confinano sempre più questo mondo ai tablet o agli strumenti tecnologici. Finita l’emergenza sarà molto difficile farli uscire di casa. È li che trovano rassicurazione. È lì che gli si rinforza il sintomo di una fobia sociale che spesso si accompagna a forme più o meno acute di depressione”.

Tra sedute interminabili al computer, tablet, cellulare, vivono una vita virtuale, altra da sé, sviluppando incapacità di mettere alla prova se stessi e le proprie sane istanze di autonomia. E, anche in presenza, la situazione è drammatica: mascherine fornite alle scuole risultato impossibili da indossare, senza ferretto che possa permettere di sagomare il naso, soffocanti, con misure standard troppo piccole o troppo grandi, che si bagnano facilmente di saliva, da legare dietro la nuca per non farle cadere (per chi ha i capelli lunghi ancora più scomode), che provocano allergie, tanto che insegnanti e alunni comprano le mascherine chirurgiche con i propri soldi.

Tutto questo mentre a reti unificate per due giorni le TV hanno trasmesso il teatrino tragico di una crisi/non crisi di governo, col pallottoliere, evidenziando come non mai la profonda frattura tra paese reale e rappresentanti istituzionali.

Il gap tra realtà, bisogni veri e giochini di potere.

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Sociologa e antropologa

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