Dalla Palestina alla Colombia: come scatenare la creatività rivoluzionaria

Dalla Palestina alla Colombia: come scatenare la creatività rivoluzionaria

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In tutti i settori del Congresso Bicentenario dei popoli, che culminerà a giugno per ricordare la storica battaglia di Carabobo, cruciale per l’indipendenza del Venezuela, è emerso il tema della comunicazione, come elemento centrale e necessario. Se occorre ricordare, infatti, che i veri cambiamenti si danno innanzitutto nella struttura, nell’ambito economico-politico, va anche detto che per produrli, oltre a lottare nel concreto, occorre far conoscere il proprio programma, e conquistare egemonia in una permanente battaglia delle idee.

Un compito reso più arduo oggi che i media egemonici sono attori di prim’ordine nella costruzione dei conflitti, nelle guerre di quarta e quinta generazione. E tantopiù nei paesi capitalisti, dove i meccanismi di contrasto e distorsione della prospettiva socialista, in ogni sua forma, appaiono molto più sofisticati e pervasivi e mirano a cooptare i settori popolari, o per lo meno a ottunderne le capacità di giudizio.

In un sistema globalizzato in cui la merce-informazione risponde agli interessi dei grandi monopoli internazionali, è necessario contrapporre un’offensiva capace di smontarne i meccanismi costruendo nuova capacità critica, nuove forme di identificazione, una nuova, deflagrante simbologia. Temi sui quali, da anni, la rivoluzione bolivariana, avendo dovuto contrastare attacchi multiformi che hanno preso di mira la resistenza del popolo per obbligarlo a ribellarsi contro il governo, ha costruito una controffensiva di tutto rispetto, all’avanguardia nei settori più avanzati della comunicazione del terzo millennio.

Lo si è visto durante l’incontro internazionale sulla comunicazione digitale, e lo si vede in tutti gli altri incontri virtuali per il Bicentenario, dove emerge la spinta propulsiva del Partito Socialista Unito del Venezuela e dei suoi dirigenti preposti a questo compito, a cominciare da Adan Chávez, dalle femministe Andreina Tarazón, Gladys Requena e Carolys Perez, e dalla vicepresidente della Commissione Agitazione e Propaganda del Psuv, Tania Diaz.

Infaticabile, vulcanica e inclusiva, Tania ha condotto l’incontro internazionale della Comunicazione, preparativo del Bicentenario, coadiuvata da Lidice Altuve e da Beverly Serrano, che coordina le Brigate internazionali della comunicazione solidale del partito (Brics-Psuv). Nel corso dell’incontro, che ha accolto vari interventi internazionali, è emerso il comune intendimento del tema comunicazione all’interno degli altri settori del congresso, a partire dalla Piattaforma operaia antimperialista, presente con alcuni suoi esponenti internazionali.

Un tema connesso con quello della formazione politica che, come ha illustrato Tania, ha una sua importante articolazione nell’Università internazionale della comunicazione (Lauicom). Un progetto ideato da un gruppo di intellettuali militanti come il filosofo Fernando Buen Abad, che sta tenendo seminari sul ruolo di una nuova semiotica militante nella battaglia mediatica internazionale.

 L’Università, creata l’anno scorso da Maduro con il concorso dei principali luoghi di elaborazione teorica del Venezuela e non solo, e che consentirà un riconoscimento accademico internazionale anche a giovani europei che non hanno i mezzi per pagarsela nei paesi capitalisti, ha ora acquisito una ulteriore valenza simbolica. Ha infatti aperto fisicamente i battenti in quella che fu la vecchia sede del quotidiano di opposizione El Nacional, da anni abbandonata dai proprietari riparati all’estero, e esposta al vandalismo. I locali sono stati sequestrati dal governo bolivariano come compensazione al processo per diffamazione vinto dal vicepresidente del Psuv, Diosdado Cabello contro il giornale, che lo aveva calunniato definendolo appartenente al Cartello de Los Soles.

Tania ha illustrato il progetto di una piattaforma internazionale della comunicazione che avrà al centro un’agenzia d’informazione intenzionata a smontare, con dati e analisi, la propaganda mediatica al servizio dell’imperialismo. Quindi, la deputata si è recata all’incontro con il presidente Maduro e con gli altri dirigenti del processo bolivariano, per illustrare i risultati della campagna di comunicazione condotta attraverso “media, reti e pareti” che ha organizzato murales in tutte le comunità, ispirati al Bicentenario.

“Uno straordinario lavoro di costruzione collettiva”, ha detto compagno Zerpa, del comitato organizzatore, illustrando il cronogramma di incontri previsto per il Bicentenario. Un giudizio condiviso anche dalla ministra delle Comunas, Noris Herrera, che ha illustrato l’apporto delle comunità, evidenziato dalla realizzazione di una bandiera lunga 50 metri, che ha accompagnato il viaggio della fiaccola Bicentenaria nei luoghi storici dell’indipendenza. Per l’occasione, ha detto Requena, Maduro ha approvato l’ingresso al Pantheon nazionale di 4 eroine attive nella lotta per l’indipendenza.

In programma anche due forum sulle lotte di resistenza che si stanno svolgendo in Palestina e in Colombia, e il giuramento dei Consigli Presidenziali di governo del Potere popolare: capitolo donne, comunas e giovani. Un cronogramma – ha detto Norris Herrera – in cui “scatenare la creatività rivoluzionaria al massimo livello”.

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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