Díaz-Canel: «Sarà sempre un onore stare al tuo servizio, Patria amata!»

Díaz-Canel: «Sarà sempre un onore stare al tuo servizio, Patria amata!»

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Presidente della Repubblica di Cuba, all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nel Palazzo delle Convenzioni, il 28 ottobre del 2020, anno 62º della Rivoluzione

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Caro Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba.

 

Compagno Esteban Lazo Hernández, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare e del Consiglio di Stato

 

Care deputate e deputati,

 

un giorno come questo ci offre un’ispirazione speciale per ricordare il Comandante Camilo Cienfuegos, l’uomo dal grande sorriso, l’uomo del popolo, semplice, che definì come pochi la lealtà alla Patria e a Fidel quando scrisse al leader della Rivoluzione che gli sarebbe stato più facile smettere di respirare che tradire la sua fiducia.


Il ricordo e l’omaggio all’Eroe di Yaguajay continua profondo nell’anima del suo popolo e sarà eterno.


Per la prima volta nella storia dell’Assemblea Nazionale abbiamo lavorato con i membri del nostro Parlamento distanti da noi. Ma la pandemia non poteva paralizzarci totalmente, compromettendo ulteriormente l’esteso cronogramma legislativo che è stato dibattuto in questa sessione su quattro importanti leggi.


Le nuove legislazioni saranno proposte nella prossima sessione di quest’ Assemblea il prossimo dicembre.


Il nostro popolo ha potuto apprezzare grazie a vari media, il livello dei dibattiti di queste norme attraverso gli interventi dei deputati. Andrebbe aggiunto che l’esercizio legislativo è stato accompagnato da una vasta partecipazione di specialisti di diverse istituzioni, includendo professori universitari, e dalla popolazione che ha avuto accesso ai progetti per differenti vie.


È un’esperienza che dobbiamo perfezionare.


L’approvazione delle Leggi del Presidente e Vicepresidente della Repubblica e dell’Organizzazione e Funzionamento del Consiglio dei Ministri, unite a quelle già stabilite in periodi precedenti, assicurano lo sviluppo normativo dei precetti costituzionali che riguardano gli organi superiori dello Stato e del Governo.


Questo permette una maggior delimitazione funzionale degli stessi e rinforza l’ordine istituzionale del paese.


La Legge del Servizio Estero perfeziona e consolida l’organizzazione e il ruolo del Ministero delle Relazioni Internazionali nel compimento della politica estera dello Stato, basata sui principi presenti nella Costituzione della Repubblica.


La Legge di Revoca degli Eletti agli Organi del Potere Popolare sviluppa una delle regole della democrazia socialista in compimento della prevista nuova Legge Elettorale. In sintonia con la Costituzione, mette a punto le nuove autorità eleggibili e i procedimenti per la loro revoca.


Queste sessioni ci hanno permesso anche di realizzare impegni pendenti, come la liquidazione del Bilancio del 2019, già sufficientemente dibattuto, ma del quale m’interessa segnalare gli opportuni aggiustamenti che ci hanno permesso d’implementare l’incremento parziale del salario nel settore stanziato e delle pensioni della Previdenza Sociale, che ha necessitato di 4.000 milioni di pesos.


Un anno come il 2019, marcato da forti tensioni finanziarie dovute al rafforzamento del blocco, ha provocato la necessità di potenziare maggiormente le entrate fiscali, partendo dall’aumento dei risultati delle imprese e dalla disciplina tributaria in tutti i settori dell’economia.


Quest’obiettivo chiederà un’attenzione rigorosa in relazione alle mancanze tributarie e all’evasione fiscale; misure che con un uso più razionale delle risorse del bilancio e l’incremento dell’efficienza nel suo utilizzo, devono garantire la riduzione graduale del deficit fiscale e di conseguenza la gestione sostenibile del debito pubblico per ottenere gli equilibri macro economici indispensabili nel consolidamento del nostro modello economico-sociale.


Compagne e compagni,


nel mese di luglio, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Strategia economico-sociale per affrontare il complesso contesto imposto dal COVID-19 e le successive scalate del blocco, criminalmente indurito in condizioni di pandemia.


Non dimentichiamo che gli effetti di questa guerra si trascinano da decenni e che solo tra gli anni 2019 e 2020 sono state applicate contro la nostra nazione più di 130 misure con il deliberato proposito d’asfissiarne l’economia, creare scontento e disperazione nella popolazione e incolpare di tutte le nostre difficoltà la presunta «inefficienza del modello economico cubano».


Un quadro generale di vera e propria provocazione anti cubana.


Ai danni profondi provocati dalle mancate entrate provenienti dal turismo, come conseguenza della paralisi mondiale del settore dei viaggi, si sono uniti, dall’inizio dell’anno, l’incremento delle spese della salute per controllare la pandemia, l’interruzione del lavoro nelle attività produttive e la paralisi o la diminuzione delle attività non statali in diversi settori.


Coscienti che tutto dipenderà dai nostri sforzi, abbiamo lavorato in modo, crediamo giusto, contro la pandemia e la difficile situazione economica. Un grande lavoro è stato portato avanti dalla direzione del Partito e del Governo a tutti i livelli e dalle organizzazioni di massa, nell’obiettivo di raggiungere comunque i programmi fondamentali del paese indicati dal Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale sino al 2030.


La volontà del Governo è quella di impegnarsi con determinazione, nei due mesi che restano dell’anno, per ottenere i livelli più alti d’implementazione possibile nello stesso 2020.


Come abbiamo affermato altre volte, dobbiamo accelerare il ritmo e le trasformazioni profonde previste dai nostri piani per l’innovazione.


Per questo insistiamo tanto nel valorizzare il ruolo delle nostre università e dei nostri centri scientifici, che devono aiutarci nel mettere a fuoco le analisi e nell’elaborare le proposte.


Senza tralasciare nemmeno un istante le misure sanitarie volte alla lotta contro la pandemia, è vitale che il sistema delle imprese ponga in pratica le misure già approvate e dirette a progetti di maggior autonomia e responsabilità.


Obiettivi aventi l’intento di facilitare le trasformazioni che s’introdurranno per le forme di gestione non statali, l’implementazione della politica di sviluppo territoriale e l’ordinamento monetario, che ci permetteranno di disporre di un tessuto imprenditoriale più interconnesso produttivamente, con una maggior integrazione, innovatore e capace, in grado di rispondere con più forza alle nostre necessità.


Implementare con risultati la Strategia economico-sociale è l’impegno prioritario nell’economia di questa fase.


In questo cammino, esigeremo da tutti i più alti livelli di direzione governativa e imprenditoriale, eserciteremo il controllo del lavoro che ad ognuno è assegnato e che ad ognuno compete; saranno monitorate le linee di lavoro vincolate a questa Strategia, che ha come massima priorità la produzione degli alimenti e il versante commerciale ad essi legata, il rafforzamento della politica di risparmio monetario e il potenziamento della politica energetica. Scommettendo innanzitutto sulla produzione nazionale, progettando soluzioni e risolvendo questioni che possano rendere più semplici e trasparenti i procedimenti amministrativi, sostenendo il rapporto produttivo tra i settori statali e non statali e attualizzando le strategie di sviluppo territoriale in corrispondenza con la nostra politica generale già approvata.


Compagne e compagni,

durante l’anno in corso sotto le dure e straordinarie condizioni imposte dalla pandemia, l’imperialismo ha optato per indurire il blocco in forma estrema e senza precedenti.


Anche se la nostra politica contro la pandemia ha avuto successo, affrontiamo in questo periodo serie difficoltà per dotarci delle strutture d’alta tecnologia che permettano una maggior precisione delle diagnosi e dei trattamenti per il recupero dei pazienti.


Il danno portatoci dalla pandemia non deriva solamente dalle difficoltà economiche e commerciali da essa provocate, ma anche dal venir meno degli aiuti solidali e umanitari solitamente provenienti da vari paesi.


È una realtà che noi cubani non possiamo rimuovere.


Gli Stati Uniti, nella loro politica imperialista e anti cubana, hanno incrementato proprio in questo periodo la persecuzione delle transazioni finanziarie e hanno intensificato gli sforzi volti ad impedire il rifornimento di combustibile attraverso azioni non convenzionali, totalmente improprie in tempo di pace.


Hanno attaccato direttamente il settore del turismo e dei viaggi, ancor prima della forzata chiusura delle frontiere attuata come mezzo di protezione.


Nel loro continuo progetto di danneggiarci hanno imposto restrizioni unilaterali e ingiustificate al trasporto aereo tra i due paesi giungendo all’estremo limite di indicare precisamente ai cittadini nordamericani altre destinazioni rispetto a Cuba o addirittura alcune zone di Cuba a detrimento di altre.


Hanno stabilito di recente limiti massimi all’invio delle rimesse, come parte del progetto di chiudere qualsiasi entrata in divisa nel paese.


Pochi giorni fa hanno annunciato nuove misure che annullano in pratica le possibilità che hanno coloro che vivono negli USA di inviare rimesse ai loro famigliari a Cuba per vie legittime, sicure e istituzionali.


Le falsità e i pretesti utilizzati dal governo statunitense per giustificare queste azioni sono sempre più cinici e vergognosi. Nessuno deve farsi ingannare: siamo di fronte ad atti e ad azioni dirette scientificamente a danneggiare un numero alto di nostri compatrioti e le loro famiglie.


Continuiamo a ribadirlo: il blocco economico manca di giustificazione politica, giuridica e morale e continua ad essere il principale ostacolo per la crescita delle relazioni bilaterali di Cuba con gli Stati Uniti.


Il danno che provoca al nostro popolo, alla vita quotidiana dei cubani, alla nostra esigenza di rispondere alle necessità sociali e alla garanzia dei servizi di base è innegabile.


Danneggia la vita di tutti i cubani in un modo o in altro.


Il governo nordamericano è tuttavia di fronte ad una realtà: il blocco danneggia il popolo cubano, ma è incapace d’intaccare la sua resistenza.


Punisce le famiglie e i cubani residenti all’estero, viola i diritti umani, rende difficili le comunicazioni, i viaggi, i visti e le riunificazioni familiari, ma non riesce e non riuscirà a sottomettere la nazione cubana al dominio imperialista.


L’ostilità del governo USA contro l’Isola in questo periodo tanto complesso per la comunità internazionale ha incluso l’attacco spietato contro la cooperazione medica internazionale e l’aiuto che Cuba presta.


Le pressioni e le minacce contro numerosi paesi affinché non sollecitino o non accettino l’aiuto medico cubano, hanno raggiunto livelli vergognosi e senza precedenti.


Nel contesto della crisi generale provocata dalla pandemia del Covid-19 e le sue conseguenze, noi paesi del Sud impattiamo con una situazione economica internazionale molto sfavorevole.


Occorrerà uno sforzo d’analisi per comprendere a fondo l’impatto brutale della pandemia sulla stabilità economica e produttiva a livello globale, sul comportamento dei flussi commerciali e di rifornimento, sulle innovazioni tecnologiche, sulla struttura delle comunicazioni e dei trasporti.


Da parte nostra stiamo stimando l’effetto sulle economie prodotto dalla chiusura del turismo internazionale e dei viaggi; i problemi energetici di molti paesi, i prezzi e la disponibilità dei prodotti di base, degli alimenti, delle materie prime e delle tecnologie avanzate.


Tutte questi sono problemi che si ripercuoto su Cuba e su altre nazioni.


È molto difficile che i diversi paesi possano affrontare da soli tutte queste problematiche.


Abbiamo difeso con forza e promosso la politica del multilateralismo, specialmente attraverso il rafforzamento del ruolo centrale delle Nazioni Unite e lo sviluppo della cooperazione internazionale, imprescindibile per rispondere alle sfide e alle minacce globali.


La nostra linea di promozione e sostegno del multilateralismo è conosciuta e rispettata. Le brutali pressioni esercitate dagli Stati Uniti per impedire che Cuba, ancora una volta, fosse eletta come membro del Consiglio di Diritti Umani, si sono frantumate contro il riconoscimento che gode il paese presso la comunità internazionale.


Con il supporto del 88 % degli Stati Membri dell’ONU, Cuba è stata eletta nel Consiglio, a testimonianza del suo costruttivo contributo ai lavori di quest’Organismo del quale siamo fondatori e del prestigio internazionale ottenuto per la difesa e la promozione dei diritti umani.


Anche grazie al nostro contributo sono stati raggiunti i requisiti che assicurano l’entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, che sarà effettivo il 22 gennaio del 2021. Si tratta di un evento di somma importanza per la pace e la stabilità mondiale.


Questo fatto costituisce un successo dello sforzo di numerosi paesi del Sud che reclamano instancabilmente il disarmo nucleare, obiettivo per il quale abbiamo svolto un ruolo particolarmente attivo.


Questa è anche la realizzazione di un sogno del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, che con la forza delle sue idee è stato un combattente strenuo a favore del disarmo e della pace mondiale.


In questa fase la rimessa in campo della Dottrina Monroe è un affronto a tutti gli Stati sovrani dell’emisfero, il cui diritto alla libera determinazione viene messo in discussione dall’ambizione di potere dell’imperialismo.


Il popolo venezuelano è oggi sotto questa minaccia e svolge una davvero eroica battaglia contro l’aggressione, l’intromissione nella sua vita interna e una guerra economica senza fine da parte innanzitutto dell’imperialismo USA.


Riaffermiamo che la solidarietà e l’appoggio di Cuba alla Rivoluzione Bolivariana e Chavista, all’unione civico-militare del suo popolo e al presidente Nicolás Maduro Moros, che guida il governo costituzionale di questa fraterna Repubblica, sono assoluti.


A pochi giorni dal 20º anniversario della firma del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e del Comandante Hugo Chávez Frías dell’Accordo Integrale di Cooperazione Cuba-Venezuela ripetiamo che di fronte alle pressioni e alle minacce degli Stati Uniti, Cuba non rinuncerà a mantenere le sue relazioni di cooperazione con i fratelli venezuelani.


La grande vittoria del popolo boliviano che ha eletto i compagni Luis Arce e David Choquehuanca nelle elezioni della Bolivia, dimostra che non c’erano state frodi nel 2019, ma un colpo di Stato orchestrato dagli Stati Uniti con la complicità dell’OSA e dell’oligarchia locale contro il compagno Evo Morales.


Ci felicitiamo con il MAS per questo trionfo. Condividiamo l’allegria e la speranza che ritorna per le conquiste sociali strappate dal popolo boliviano.


Il popolo del Cile ha ottenuto una grande vittoria popolare che darà un grande contributo alla lotta per le rivendicazioni sociali di milioni di cileni e della regione.


Giunga il nostro messaggio di solidarietà alla terra di Sandino, e di condanna delle pressioni esterne che pretendono di danneggiare la stabilità e i passi avanti sociali ed economici della Repubblica del Nicaragua, ottenuti dal Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale, presieduto dal Comandante Daniel Ortega Saavedra.


La difesa della dignità e dell’integrazione dell’America Latina e dei Caraibi ha nei governi di Messico e Argentina sicuri esponenti.


Ripetiamo l’impegno assoluto con i postulati del Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.

 

 

Deputate e deputati,

sta quasi per terminare un anno duro e impegnativo. Alcuni lo hanno definito un anno terribile.


In pochi mesi milioni di persone sono state contagiate dal Covid-19 e più di un milione sono i morti per questo virus nel mondo.


Molti hanno perso il lavoro, gli studi, e hanno visto sfumare tanti altri e importanti progetti personali. Si parla di cifre record di disoccupazione, povertà e miseria e di una successiva pandemia di fame.


Ma il virus che è giunto a paralizzare l’economia mondiale e che ha trasformato le nostre vite ci ha anche tolto molte negatività e ci sta dando lezioni, insegnamenti e crescite che non dobbiamo tralasciare.


Per cominciare, il Covid-19 è venuto a ricordarci quanto tutti noi siamo vincolati nel mondo, un fatto che favorisce l’estensione del contagio ma che obbliga anche ad affrontarlo in forma coordinata, scommettendo sulla cooperazione e la solidarietà, due pratiche che il volgare pragmatismo neoliberale aveva quasi seppellito.


A Cuba, lo ripetiamo, l’epidemia è giunta di pari passo con il rafforzarsi del blocco.


Non c’è stata tregua in questa guerra asimmetrica e multidimensionale, anche se illegale e immorale, nel tentativo di cancellare dalla faccia della terra il nostro esempio d’indipendenza e sovranità.


Ma noi che militiamo nel fronte degli anticonformisti e degli ottimisti, come Fidel e Raúl, abbiamo appreso da loro e dai loro compagni di lotta che tutte le sfide si possono vincere. I cubani stanno dimostrando un’altra volta che vincere, sì, si può!


In questi sette mesi di lotta durissima contro l’epidemia abbiamo confermato la capacità dell’economia pianificata e del sistema sanitario del socialismo cubano nel controllare e combattere i focolai e nell’offrire assistenza sicura a tutta la popolazione. Senza differenze.


E abbiamo cooperato solidariamente con le nazioni più colpite.


La profonda disuguaglianza creata e alimentata dalla filosofia capitalista sta presentando un terribile conto di vite umane in molti paesi, inclusi quelli ad alto sviluppo, mentre Cuba è riuscita a mantenere sotto controllo il virus e mantenere la letalità a livelli bassissimi.


I nostri media mostrano tutti i giorni il grande e quotidiano lavoro della nostra Medicina e della nostra Scienza. Un gruppo di esperti di varie discipline ha posto le fondamenta per la strategia che poi il governo ha portato, non senza grandi sforzi, avanti nell’intento di vincere la battaglia contro il Covid-19.


Non c’è mistero, se non il lavoro creativo umano, in questa forza che lavora per un grande obiettivo: il socialismo. Un socialismo ancora imperfetto, il nostro, e carico di zavorre che dobbiamo abbandonare lungo il cammino, ma un socialismo profondamente umano e giusto, come nessun’altro sistema apparso nella storia.


Che un paese piccolo, sotto l’orrore del blocco e diffamato dalla più grande potenza della storia, resista con testardaggine agli attacchi del suo avversario e inoltre cresca creando, innovando e portando alla salvezza collettiva dentro e fuori dalle sue frontiere, si può spiegare solo con la grande forza di un progetto umano, con la volontà politica del Partito e del Governo, e la straordinaria forza di un popolo abituato a resistere e a vincere.


Non è un caso. C’è una componente che si trova nel DNA cubano, nella miscela magnifica di etnie e storia di grandi e continue resistenze, dalle quali emerge una dolce parola: cubano.


Ma c’è un altro fattore, non meno importante, che è la costruzione che in modo cosciente dura da più di 60 anni di un’opera grande e forte che, con una guida politica straordinaria e rispettata e ammirata nel mondo – forse la più rispettata e ammirata – sempre ha resistito ai colpi dell’avversario senza mai arrendersi.


Parlo ovviamente di Fidel, di Raúl, della Generazione del Centenario, che ci onoriamo di seguire con orgoglio, della dedizione alla causa alla quale essi dedicarono le proprie vite.


La pandemia ha provocato un confronto di paradigmi politici, nei quali sta vincendo la prospettiva sociale e umanista della Rivoluzione Cubana: si guardi come agiscono i nostri giovani. Oggi constatiamo che senza smettere di recare danni, di colpire duramente le nostre limitate risorse, il Covid-19 ci ha obbligati a superarci in tutti i segmenti del lavoro.


La questione era: arrenderci o spingerci al di sopra delle nostre forze. E lì ci siamo spinti.


La pagina che il popolo cubano sta scrivendo adesso è eroica, mentre affrontiamo l’epidemia con i problemi provocati dal rafforzamento del blocco e di fronte ad un’incredibile campagna di odio, manipolazione e disinformazione nelle reti sociali finanziata dall’estero.


Come definire quello che fa, contro una piccola nazione, un’isola o un arcipelago di appena 11 milioni di abitanti, un poderoso impero che ha 30 volte la popolazione cubana e quasi 90 volte la vastità territoriale cubana?


Tutti i giorni una minaccia, tutti i giorni una sanzione, tutti i giorni un’azione di prepotenza e disprezzo non solo contro di noi, ma contro ciò che la migliore umanità è riuscita a costruire per far sì che le nazioni si comprendano. Questa non è politica. Questo è maltrattamento. Questo è un abuso. Questo è sevizia. Questo è vergognoso e infame. Non si può chiamare politica lo strangolamento economico, la persecuzione finanziaria, la pressione terribile sugli altri, il non volere ostinatamente accettare un modo diverso di vivere e concepire la vita e il mondo.


Oggi possiamo dire al nostro popolo che il paese cresce con l’impegno e la determinazione volti ad avanzare nonostante questa fase in cui un virus ha messo in ginocchio il pianeta.


Resteranno nuovamente e solo con la voglia di farci fuori, quelli che si sono impegnati a scrivere l’epitaffio della nostra Rivoluzione.


Stimate compagne e compagni,

chiedo alla nostra Assemblea, ai qui presenti e a quelli che partecipano in maniera virtuale, che si renda un omaggio speciale al nostro popolo.


Che gli applausi che ogni notte si dedicano al nostro popolo, alla parte nobile e sacra di noi stessi, si sentano ben forti in questa sala e in tutta Cuba, per tutta Cuba, perché senza il coinvolgimento popolare, senza che il popolo comprenda ognuna delle misure che prendiamo, senza la partecipazione di massa anche nell’eseguirle, l’ideale politico sarebbe solo questo: un ideale.


Grazie Cuba! Sarà sempre un onore stare al tuo servizio, Patria amata!


(Traduzione a cura di Fosco Giannini - Cumpanis)

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