Draghi non ha ancora la fiducia e Confindustria chiede già di "affrontare il tema" del Reddito di Cittadinanza

Draghi non ha ancora la fiducia e Confindustria chiede già di "affrontare il tema" del Reddito di Cittadinanza

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“Se affrontiamo il problema della riforma degli ammortizzatori potremo anche finalmente affrontare il tema del reddito di cittadinanza, che non dà nessuna risposta in termini di politiche attive”. Ad affermarlo è stato Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, rivolgendosi al neo ministro Orlando. Stirpe ha poi criticato anche il Decreto Dignità "che sarebbe utile rivedere”.

Le due più importanti conquiste del Movimento 5 Stelle di questa legislatura - per cui "abbiamo abolito la povertà" - sono già in discussione. E, d'altronde, non poteva essere altrimenti, data la visione del neo premier Draghi, il quale, lungi da compromessi keynesiani e poco incline a ricordare gli insegnamenti del suo maestro Federico Caffè, sceglie la via dell'efficienza neoliberista e della “distruzione creativa” volta a tagliare i "rami improduttivi" che pesano sul PIL.

Scegliere le imprese da salvare e accompagnare alla morte le imprese destinate a fallire è uno scenario che mette i brividi. Ma nel suo discorso oggi al Senato il neo premier è stato chiaro: “Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Acune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi."

A dispetto di ciò che rappresentano le piccole imprese artigianali per la cultura e la tradizione, identitarie per il tessuto economico e sociale dell'Italia, saranno agevolate solo le aziende che potranno competere a livello di export o che saranno utili alla filiera della grande produzione europea e globale.

Debito cattivo diventano la qualità della vita e la dignità del lavoro, nel plauso della maggioranza anomala senza opposizione. "Inglobare il RDC nella cassa integrazione”, in un meccanismo previdenziale, significa del resto ridurlo a mero assistenzialismo di sussistenza e non più progetto di formazione lavoro.

Andiamo oltre: poiché Draghi ha ben definito che bisognerà fare morire le imprese improduttive, "riprogrammando" il lavoro e la formazione in funzione del mercato, i centri per l'impiego non serviranno più (ancor prima di essere attivati) a collegare domanda e offerta di lavoro. Tutto dovrà essere funzionale a plasmare la domanda di lavoro in base all'offerta del mercato e della sua logica.

Stessa strategia di Draghi si riflette sulla sua "visione" della scuola: obbligo esteso a 17 anni per le scuole di formazione tecnica, alle classi ricche sarà riservato il ruolo dirigenziale, con la commistione di pubblico e privato nelle università. Il futuro che il neo premier ha in mente per l’Italia è chiaro. Costruire una reale opposizione extraparlamentare sempre più una necessità impellente.

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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