Finito il sistema unipolare, torni protagonista l'ONU

Finito il sistema unipolare, torni protagonista l'ONU

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di Guido Salerno Aletta - Teleborsa

Il 15 agosto 2021 è finita un'epoca, quella dell'Eccezionalismo americano, quella in cui gli Usa hanno dominato con le proprie scelte unilaterali la scena mondiale, essendo rimasta l'Unica Superpotenza Globale avendo fatto collassare l'URSS ed il sistema di Paesi comunisti di cui era a capo.

Si sono arrogati il "dovere di proteggere i popoli", intervenendo militarmente in Serbia senza alcuna preventiva deliberazione dell'ONU, per porre fine al massacro della "minoranza musulmana". Gli USA hanno sostenuto le Primavere arabe, provocando la caduta delle cosiddette democrature arabe, da Ben Alì in Tunisia ad Hosni Mubarak in Egitto. Hanno addirittura denunciato al Tribunale penale internazionale il Colonnello Gheddafi, per aver compiuto massacri a danno della popolazione inerme, colpevole solo di protestare contro di lui ed il suo regime dittatoriale, quando né gli USA né la Libia hanno mai aderito al Trattato istitutivo di tale Corte: tutto ha fatto gioco, per farlo infine assassinare.

Questo è stato il sistema unipolare che ha deciso le sorti del mondo a partire dall'8 dicembre 1991, ormai trent'anni fa, quando collassò l'URSS.

Finì l'epoca, iniziata nel '46 con il discorso pronunciato a Fulton, nel Missouri, da Winston Churchill in cui il mondo era sostanzialmente diviso in due aree di influenza: quella cosiddetta occidentale, democratica e liberista, guidata dagli Usa ed il Blocco dei Paesi comunisti guidati con molta determinazione dall'Unione Sovietica. C'era, sì, il terzo mondo, quello che faceva capo alla Cina di Mao-Tse-Tung ed ai Paesi non allineati.

Lo scontro era politico, ideologico, militare, ed era condotto secondo i canoni del laicismo, se non addirittura con il divieto di professare una religione come accadeva in Russia. E' pur vero che ai Partiti di ispirazione cattolica, in Germania ed in Italia, fu assegnato il compito di emendare le colpe dei rispettivi popoli che si erano lasciati trascinare dal Nazismo e dal Fascismo scatenando la Guerra, contrastando il pericolo del dilagare del Comunismo nella parte dell'Europa assegnata all'influenza americana. Nel Giappone piegato con il bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki, l'Imperatore dovette rinunciare alla sua legittimazione divina.

Nessun Paese era governato dall'Islam integralista, visto che la Turchia era rimasta fedele ai dettami di Ataturk e che le monarchie che governavano durante la prima fase della decolonizzazione, da Re Idris in Libia a Re Faruk in Egitto, per non parlare del regime laico di Mossadeq in Persia, cui seguì il trono dello Scià Reza Pahlavi. La Persia, ora Iran, come lo stesso Afghanistan, erano Paesi laici. La legittimazione religiosa residuava praticamente solo in Arabia Saudita, basata sulle regole islamiche del wahabitismo.

A partire dal '78, per battere l'URSS, si è fatto sempre più spesso ricorso all'uso dell'estremismo religioso islamico: prima imponendo l'Ayatollah Khomeini in Persia, nel '78, e subito dopo finanziando i Mujiaddin per rovesciare il governo filo-russo in Afghanistan.

Un po' tutti hanno adottato questa deriva distruttiva, Paesi arabi e non, che hanno voluto controllare ampi strati di popolazione musulmana emigrata in Europa, o destabilizzare regimi ostili.

Chi ha seminato questo vento, ne sta raccogliendo la tempesta.

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu prevedeva la presenza come membri permanenti dei rappresentanti delle cinque Potenze vincitrici: USA, Inghilterra, Francia, Russia e Cina. La verità è che si pensava alla rappresentanza della Cina nazionalista, quella guidata da Chiang-Kai-Shek, che invece venne sconfitto da Mao-Tse-Tung che si pose a capo della Lunga Marcia facendo infine prevalere un regime di ispirazione comunista, mentre il suo avversario si rifugiava nell'isola di Formosa (ora conosciuta come Taiwan).

Fino alla dissoluzione dell'URSS, l'ONU è stata la sede in cui si sono affrontate, anche se non risolte, tutte le controversie internazionali: il potere di veto, attribuito come privilegio ai 5 Grandi che sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, consentiva di bloccare le deliberazioni sgradite a ciascuno di questi. Insomma, il sistema era stato congegnato in modo tale che si potesse agire solo quando i Cinque fossero d'accordo. Gli altri membri non permanenti, anche se più numerosi, potevano fare ben poco.

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