Fotografia di una realtà: nessun commento, ne moralismo, ne retorica

Fotografia di una realtà: nessun commento, ne moralismo, ne retorica

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Ero in macchina, e decido di riaccendere la radio; uno stizzo di rabbia me l'aveva fatta spegnere dopo aver ascoltato un servizio del 'GR' sui tanti morti per l'attentato all'aeroporto di Kabul. In mente mi erano apparse immagini di corpi spezzati, bambini senza più compleanni, feriti portati via con le carriole. Ancora non mi avevano del tutto abbandonato quell'immagini che, dalla radio nuovamente accesa, uscivano delle voci femminili in forte contrasto con le drammatiche notizie da poco ascoltate, e dicevano: «Dai brand prestigiosi, che creano abiti e accessori solo per il mondo digitale – social e gaming in particolare –, ai negozi che traslano l'esperienza fisica online; fino alla 'NFT' mania, oggetti digitali unici da collezione a prezzi stratosferici. Questa è la tendenza 'digital first', accelerata dalla conseguente digitalizzazione delle nostre vite.»

 

Io non ho molta “empatia” con il mondo digitale, o meglio, non ce l'ho con le piattaforme social, tanto è che non ne faccio uso ma, proprio per questo, ogni volta che mi capita di ascoltare qualche esperto del settore, presto sempre molta attenzione nel cercare di capirne gli sviluppi e i costanti condizionamenti sociali e culturali che queste apportano alla nostra vita, in modo da non rimanere troppo “distante” da quella che ormai, a tutti gli effetti, è una realtà intrinsecamente legata alla vita quotidiana, soprattutto a quella dei Paesi più “avanzati”.

 

Questo, anche se ne ero disturbato, mi spinge ad ascoltare quelle voci femminili che dalla radio parlano di “NFT mania”[1] e tendenza “Digital first”[2].

La conduttrice del programma interloquisce con l'ospite:

 

«Partiamo dalla moda, con le prime 'sneakers' virtuali di 'G...i'.

Costano 12 dollari, si possono usare solo online e non sono l'unico caso di offerta digitale nel mondo della moda. Si tratta di calzature molto colorate, verdi e rosa neon, hanno una rotella per tirare i lacci e il logo ben visibile.

La loro particolarità è che sono sneakers solo virtuali. L'ha messe in vendita sulla sua app e, una volta acquistate, si “indossano” utilizzando la stessa app.

Per farlo ci si fotografa, poi si applicano le scarpe alla foto, e infine la si usa pubblicandola sui social; oppure si possono “indossare” sul mondo virtuale del gaming.

 

Non è G...i l'unico brand, per esempio c'è lo storico marchio tedesco di calzature con le sue sneakers con la zeppa, icona degli anni novanta, diventate famose perché le indossavano le 'Spice Girls'.

Anche questo famoso brand ha lanciato una sua calzatura solo virtuale, da indossare per le nostre foto che pubblichiamo sui social media, creando un design unico perché si tratta di scarpe 'infuocate' create su una scansione 3D del famoso modello con la zeppa.

La differenza è che nella versione digitale, grazie a un software di animazione, vengono ricoperte con delle fiamme rosse o blu, a scelta di chi le acquista.

Le paia in vendita sono a numero limitato, solo 100, e possono essere acquistate come immagine fissa a un costo di circa 25 euro, oppure, se le si preferisce, anche come video in movimento, il prezzo è di 50 euro e, in questo caso, le fiamme danzeranno intorno alle caviglie di chi le porta.

Una volta fatta la scelta le si acquista e si condivide la propria immagine indossando quelle scarpe; il gioco è fatto.

 

Altro fenomeno di tendenza sono gli 'NFT' (Non-fungible token), ne parlano tutti, e si dividono tra entusiastici e scettici. Sono essenzialmente dei 'Certificati' che convalidano il possesso di un'opera d'arte digitale.

Uno degli esempi più interessanti al riguardo è quello avvenuto da pochissimo, dove per la prima volta abbiamo visto vendere una casa con gli NFT, la 'Mars House', su un famoso sito d'aste.

La casa è stata pagata mezzo milione di dollari, ma in realtà è solo un'opera digitale che si concretizza in un video della durata di tre minuti, che ti fa entrare in questa casa costruita idealmente su Marte seguendo la filosofia 'Digital Zen' dell'artista.

Lo scopo di questa opera d'arte è quello di mostrare uno spazio di designer meditativo, come definizione di 'lusso d'avanguardia' legato però a un benessere totalmente digitale

 

Finisce la trasmissione; pubblicità; di nuovo la sigla del TG; e di nuovo le stesse notizie dall'Afghanistan.

Nella mia mente si ricreano immagini di “corpi spezzati, bambini senza più compleanni, feriti portati via con le carriole”.

 

Sono arrivato a destinazione, spengo la radio e scendo dalla macchina per entrare in casa. Intanto quest'ultime immagini mentali ne fanno riemergere altre che si erano create un paio di giorni prima, leggendo un articolo sullo Yemen pubblicato da 'la Redazione de l'AntiDiplomatico'[3], sul quale avevo letto:

 

«“In Yemen, un bambino muore ogni 10 minuti per cause prevenibili, tra cui malnutrizione e malattie prevenibili con i vaccini”, ha ricordato Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'UNICEF. […] La sanguinosa guerra contro lo Yemen è stata scatenata dall'Arabia Saudita, dai suoi alleati nella regione e dagli occidentali [...] Questa aggressione ha rivelato il "vero volto" degli Stati Uniti, del Regno Unito e del regime israeliano nel loro sostegno ai crimini sauditi contro il paese più povero del mondo arabo.

Il Regno Unito e gli Stati Uniti sono stati duramente criticati per aver prolungato la crisi umanitaria nello Yemen continuando a vendere armi a Riad, che vengono utilizzate contro la popolazione civile. Gli attacchi e il blocco imposto dalle autorità saudite hanno trasformato lo Yemen in un "inferno".»

 

In testa ho un “corto circuito” creato da quello che ho ascoltato nella trasmissione radiofonica e le notizie dallo Yemen e dall'Afghanistan[4].

Da una parte, sneakers virtuali con logo ben visibile e fiamme danzanti intorno alle caviglie, da “indossare” per mostrarsi digitalmente sui propri social. Poi una casa comprata con gli 'NFT', pagata mezzo milione di dollari, ma che è solo un'opera digitale da vedere in un video che dura appena tre minuti.

Dall'altro lato le drammatiche immagini che le cronache di Paesi martoriati e a noi “lontani” mi riportano alla mente.

 

Voglio distrarmi. Prendo il mio smartphone e vado sull'unica piattaforma social che frequento – WhatsApp – perché ho visto che Alba, una mia amica, mi ha appena inviato un video. Sono foto realizzate da un artista turco, U?ur Gallenku?.

 

 

Lo apro e inizio a guardarle: Fotografia di una realtà.

 

[1] “NFT mania”: https://www.rts.ch/info/culture/12151767-la-nft-mania-ou-trois-lettres-valant-des-millions-sur-le-marche-de-lart.html

 

[2] 'Digital first', Manifesto: https://www.websolute.com/digitalfirst

 

[3] Articolo, Yemen, disastro saudita e dell'occidente: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-yemen_disastro_saudita_e_delloccidente_cinque_milioni_di_persone_sullorlo_della_carestia/8_42792/

 

[4] Articolo sull'Afghanistan, Gli occupanti brutali diventano "salvatori": https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gli_occupanti_brutali_diventano_salvatori_come_opera_lindottrinamento_mediatico_sullafghanistan/34145_42785/

 

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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