Giornalista ucraino, il vero obiettivo dell'Occidente è la Russia non la Bielorussia
La situazione in Bielorussia sta evolvendo secondo il classico scenario di una rivoluzione colorata. A affermarlo è il giornalista ucraino Maksym Ravreba in un'intervista al canale ONT TV, secondo quanto riporta l’agenzia BelTA.
“Quando a Gomel sono stato invitato a parlare a una manifestazione per Lukashenko, ho iniziato congratulandomi con le persone che hanno portato Maidan nel loro paese”, ha affermato il giornalista. “È Maidan, davvero, una rivoluzione colorata standard. In effetti, vediamo Maidan svolgersi in Francia con i suoi gilet gialli e ad Hong Kong con la sua rivoluzione degli ombrelli. Questa è una tecnica per controllare le masse. Adesso viene implementata in Bielorussia”.
Secondo il giornalista, lo spazio post-sovietico è al centro dell'attenzione. L'Occidente continua i suoi sforzi per smembrare l'Unione Sovietica e tutto ciò che ha a che fare con essa. “Lo abbiamo visto accadere in Ucraina, a Tbilisi, in Moldova. Non era sufficiente per loro dividere gli Stati lungo i confini stabiliti dalle autorità sovietiche. La spina dorsale è stata distrutta negli anni '90. Siamo stati fatti a pezzi. Tutti i legami economici tra gli ex stati sovietici furono completamente distrutti. Si sono assicurati che non ripristinassimo questi legami", ha affermato.
Maksym Ravreba è convinto che l'Occidente abbia puntato la Russia. Quindi gli obiettivi non sono Bielorussia o Ucraina. Il vero bersaglio da abbattere è Mosca. “Dando uno sguardo all'Ucraina, vediamo come vengono distrutte imprese che avevano collegamenti con la Russia. L'esempio più eclatante è lo stabilimento Motor Sich, che, de facto, è andato distrutto e non esiste più. È una fabbrica che produceva motori per aerei e collaborava con la Russia, ma ora non esiste una catena economica del genere tra Ucraina e Russia. Separarsi dalla Russia è una cosa. Tuttavia, è importante capire l'altra cosa. Il loro obiettivo è distruggere il complesso militare-industriale sovietico, fare tutto il possibile perché non si rimetta in piedi. I legami economici sono secondari per loro”, ha poi aggiunto il giornalista ucraino fornendo un interessante spunto di riflessione.