Guatemala: repressione inaudita della Polizia contro manifestanti e giornalisti
di Fabrizio Verde
Come altri paesi devastati dal neoliberismo reale il Guatemala è in rivolta. Il popolo è stanco ed esige un cambiamento di politiche. Quelle stesse che danni inenarrabili hanno prodotto tanto nelle Americhe quanto in ogni angolo del globo dove hanno trovato applicazione.
Sotto accusa è il governo guidato da Alejandro Giammattei. Il quale ha risposto scatenando una feroce repressione. Eppure questi era uno di quei presidenti intenti nel denunciare violazioni (inesistenti) dei diritti umani della popolazione da parte del governo venezuelano. Ancora una volta cadono tutte le ipocrisie neoliberali.
L’emittente latinoamericana teleSUR afferma che la polizia del Guatemala ha fatto uso eccessivo della forza e represso giornalisti e manifestanti a Città del Guatemala, la capitale del paese centroamericano.
I giornalisti che hanno seguito la grande manifestazione a Città del Guatemala hanno riferito che la polizia ha sparato gas lacrimogeni direttamente sulle persone ad altezza uomo, invece di sparare a terra, come dettano i protocolli.
Esta noche, Represión en Guatemala. Sigue a nuestro corresponsal @SantiagoteleSUR. 21 Nov. 2020 pic.twitter.com/AV1EByjjMC
— Patricia Villegas Marin (@pvillegas_tlSUR) November 22, 2020
Vengono segnalati anche diversi manifestanti e giornalisti feriti, nonché un numero imprecisato di detenuti.
Centinaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del presidente Giammattei e per rigettare il bilancio generale della nazione per il 2021, che - denunciano i gruppi sociali - privilegiano i grandi progetti guidati da aziende legate alle autorità governative.
Nell'ambito delle proteste, un gruppo di presunti manifestanti è entrato nella sede del Congresso guatemalteco e ha appiccato le fiamme.
Gli organizzatori della giornata di protesta, svoltasi in maniera pacifica, denunciano che gruppi infiltrati hanno appiccato il fuoco al Congresso della Repubblica per offuscare il vero grido della protesta popolare che dice basta alla corruzione.
L'organizzazione Periodistas Unidos, nel frattempo, ha pubblicato un tweet in cui afferma che una tale repressione da parte della polizia non si vedeva dai tempi di Lucas García negli anni '80.
Elementi della Polizia Civile Nazionale (PNC) “hanno ferito e catturato diversi giornalisti. Periodistas Unidos condanna questo sopruso”, ha aggiunto l'organizzazione.
La represión policiaca no era vista desde el tiempo de Lucas García en los años 80. @PNCdeGuatemala aparte han herido y capturado a varios periodistas. Periodistas Unidos condena este atropello. @FIP_AL @FEPALC @JordanRodas @APG_1947 @GuilleCastilloR pic.twitter.com/iQ5TDXOgNT
— PERIODISTAS UNIDOS (@PrensaUnidaGT) November 22, 2020
Provate solo a immaginare se una tale repressione fosse avvenuta in qualche altro paese sgradito all’impero. Paesi come il Venezuela o l’Iran. La notizia comparirebbe come apertura in tutti i notiziari e giornali mainstream. Con il corollario di appelli per il ristabilimento della democrazia cancellata dal dittatore di turno. Il tutto condito dall’imposizione di sanzioni.
La cineasta Melisa Mencos de @agacine_gt y el fotoperiodista Carlos Sebastián de @PlazaPublicaGT agredidos por la @PNCdeGuatemala En el caso de Mencos detenida y trasladada a los tribunales. Fotos #EFEfotos @FIP_AL @FEPALC @JordanRodas pic.twitter.com/dRjrA9E1h9
— PERIODISTAS UNIDOS (@PrensaUnidaGT) November 22, 2020
Invece quando una situazione del genere si verifica in un paese governato da un vassallo neoliberale tutto viene passato in rassegna quasi come fosse normale amministrazione. Non disturbare il manovratore è la parola d’ordine. Gli attacchi bisogna riservarli solo a paesi socialisti e antimperialisti.