Il messaggio chiaro di Pechino a Israele sul futuro delle relazioni bilaterali
Un alto funzionario del ministero degli Esteri israeliano ha rivelato al portale Axios che Liu Jianchao, il capo del dipartimento per gli affari internazionali del Partito Comunista Cinese (PCC), avrebbe avvertito Israele di non consentire alle crescenti pressioni statunitensi di danneggiare le loro relazioni bilaterali.
Il messaggio di Liu Jianchao, uno dei massimi diplomatici cinesi, è stato consegnato all'ambasciatore israeliano a Pechino, Irit Ben-Abba, durante un incontro il 10 agosto scorso.
Liu ha sottolineato che, sebbene la Cina riconosca le relazioni speciali di Israele con gli Stati Uniti, monitora da vicino le proprie politiche nei confronti della Cina.
Il funzionario del PCC ha anche avvertito di "un punto di prova critico per le relazioni tra Cina e Israele" e ha chiesto di portare avanti una relazione bilaterale positiva, in contrasto con Israele che si allinea alle politiche anticinesi di Washington.
“Il popolo ebraico ha molto in comune con il popolo cinese. Non c'è motivo di farci del male a vicenda. Se Israele danneggia la Cina a causa di pressioni esterne, prenderà la decisione politica sbagliata", ha avvertito Liu, secondo le fonti di Axios.
In risposta a Liu, l'ambasciatore israeliano ha ribadito che il suo governo ha una "politica estera indipendente", sottolineando che il sostegno della Cina alla causa palestinese "non aiuta le relazioni".
La Cina in passato ha duramente criticato Israele per le sue continue violazioni dei diritti umani dei palestinesi.
L'8 agosto, un giorno dopo che Israele aveva interrotto la sua ultima campagna di bombardamenti a Gaza, il rappresentante permanente cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, ha esortato la comunità internazionale a compiere passi concreti per raggiungere una soluzione a due stati in merito alla questione palestinese.
Le dichiarazioni cautelative di Pechino nei confronti di Israele sono arrivate pochi giorni dopo che i media occidentali hanno rivelato che la CIA sta spostando la maggior parte dei suoi fondi e risorse per contrastare l'ascesa di Cina e Russia.
Secondo AP, il mese scorso il vicedirettore della CIA David Cohen ha affermato che "la massima priorità [della CIA] è cercare di capire meglio e contrastare Pechino", aggiungendo che l'agenzia prevede ancora di continuare a "combattere i gruppi estremisti" nell'Asia occidentale.
Per un po' gli Stati Uniti hanno ridotto i loro commenti pubblici sui cosiddetti sforzi antiterrorismo e hanno spostato l'attenzione sulle "minacce" economiche, militari e politiche poste da Russia e Cina.
Questo nuovo focus fa parte di una strategia geopolitica degli Stati Uniti per proteggere il dominio globale di Washington sotto un sistema egemonico e unipolare.
Ciò è stato più evidente il 2 agosto, quando la presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi si è recata a Taiwan con una mossa provocatoria che ha indignato Pechino.
La visita di Pelosi ha sollevato preoccupazioni in tutto il mondo sul fatto che Washington si stia preparando a trascinare la Cina in un conflitto armato simile a quello in corso in Ucraina, dove l'agenda espansionistica della NATO si è trasformata in guerra a febbraio.