L'appello di Mario Draghi per gli Eurobond non è realistico

L'appello di Mario Draghi per gli Eurobond non è realistico

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

di Christian Wermke - Handelsblatt

Nella gioia del ritorno dell'America alla sua vecchia partner Europa, una nota a margine del vertice virtuale dell'Ue è passata quasi sottotraccia: il premier italiano Mario Draghi ha messo sul tavolo una richiesta che aveva già avanzato da capo della Banca centrale europea - obbligazioni europee congiunte. Anche se la parola “Eurobond” non compare nei documenti ufficiali del vertice, essi sono esattamente ciò che Draghi vuole.  

Il 73enne vuole che l'euro svolga un ruolo più forte nel mondo, ha detto nella sua conferenza stampa di venerdì, in risposta a una domanda di Handelsblatt. Ma prima che ci siano le obbligazioni in euro, l'Europa dovrebbe concordare un mercato unico dei capitali, un'unione bancaria ed una unione fiscale.  

“Non ci si deve fare illusioni: il viaggio fin lì è lungo e molto difficile”. Innanzitutto, tutti i paesi devono essere convinti dell'utilità dello strumento, di una maggiore integrazione economica e di più potere per l'Eurogruppo. Soprattutto, occorre un impegno politico che “l'Europa vada in questa direzione”.  

Ma anche un tale obbligo è attualmente del tutto irrealistico. Per molti paesi dell'UE, i debiti congiunti sono un drappo rosso e rimarranno tali. Il cancelliere Angela Merkel avrebbe dichiarato nel 2012 che non ci sarebbero stati euro bond “finché sarò viva”. Da allora il di lei atteggiamento non si è ammorbidito. Un anno fa, quando il predecessore di Draghi, Giuseppe Conte, ha rimesso in gioco la questione ribattezzandola “Corona Bonds”, di nuovo Merkel ha categoricamente rifiutato.  

Elevati rischi legali 

Anche se un'obbligazione europea dovesse reggere sui mercati meglio dei singoli titoli dei paesi: i rischi legali sono troppo alti. I trattati dell'UE non prevedono che un paese debba essere responsabile di un altro.  

Anche politicamente, la comunitarizzazione del debito potrebbe portare un massiccio consenso soprattutto agli euroscettici. 

Il Recovery Fund, dotato di 750 miliardi di euro, ha infranto il tabù sui debiti condivisi, ma è stato un caso storico eccezionale. Una risposta solidale nella peggiore crisi della Lega di Stati [Staatenbund]. Draghi, però, vede in questo un precedente: la Commissione Europea ha ampliato le sue opzioni e potrebbe usare questa “via di mezzo” di finanziamento per altre cose in futuro.  

Tuttavia, la mossa del primo ministro italiano arriva in un momento inopportuno. Draghi non dovrebbe ripetere richieste irrealistiche, bensì concentrarsi sulle riforme profonde nel suo paese. Perché sono necessari più urgentemente delle obbligazioni in euro. Con l'aiuto dei miliardi di soldi di Bruxelles, Draghi deve riuscire a rendere l'amministrazione più digitale e snella, la magistratura più veloce ed efficiente e il paese nel suo complesso più sostenibile e moderno. Questo è l'unico modo per attirare nuovi investitori; questo è l'unico modo per rendere di nuovo più competitivo il remoto sud del paese. E soprattutto: questo è l'unico modo per ridurre sul lungo termine l'enorme montagna di debiti.

(Traduzione di Musso)

Potrebbe anche interessarti

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La tigre di carta è nuda di Clara Statello La tigre di carta è nuda

La tigre di carta è nuda

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti